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Il Monaco sulla mappa con Wenger

Il Monaco sulla mappa con Wenger

Redazione

20.04.2017 ( Aggiornata il 20.04.2017 11:31 )

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Juventus, Real e Atletico Madrid si augurano tutte e tre di trovare il Monaco nelle semifinali di Champions League, questo è certo anche se la squadra di Jardim ha entusiasmo, talento e una facilità impressionante nel fare gol, come si è visto anche con il Manchester City negli ottavi e con il Borussia Dortmund nei quarti.  Insomma, pur lottando contro una corazzata come il PSG nella Ligue 1 attualmente in corso la squadra monegasca, che gioca in uno stadio molto bello ma che non sarebbe omologabile per la nostra serie A, appare mediaticamente quasi un'intrusa. Eppure la sua storia in Coppa dei Campioni-Champions League non è troppo inferiore a quella di Juventus e Atletico Madrid, con buoni risultati in almeno altre tre differenti epoche. C'è innanzitutto il Monaco di Arsène Wenger, che arrivò su quella panchina nel 1987, a 38 anni, senza avere un grande passato (aveva guidato soltanto il Nancy e senza destare meraviglia): vittoria in campionato al primo tentativo e poi alcune ottime stagioni in Europa (semifinali e poi finale in Coppa delle Coppe, fra l'altro), con arrivo di campioni memorabili. Da Hoddle a Djorkaeff, da Klinsmann a Scifo ai giovani Thuram e Petit, fino a George Weah, tutti insieme a Wenger contribuirono a mettere il Monaco sulla mappa del calcio che conta, dovendosi confrontare in patria con l'Olympique Marsiglia di Tapie e tutto ciò che ancora non si sapeva. Di certo il punto di arrivo di quel grande ciclo furono le semifinali della Champions League 1993-94, perse con il Milan. Anzi, la semifinale perché si giocava in partita unica: vinse 3-0 la squadra di Capello (gol di Desailly, Albertini e Massaro) e il ciclo di Wenger finì lì. Questo non toglie che sia stato proprio l'allenatore alsaziano, oggi nel mirino di molti tifosi dell'Arsenal, a cambiare la storia del club. C'è chi semina e c'è chi raccoglie, anche se Wenger ha dimostrato di saper fare entrambe le cose (meglio nella semina, comunque). La seconda semifinale di Champions League sarebbe arrivata quattro anni dopo, in tutt'altro contesto tecnico e finanziario, sotto la guida di Jean Tigana. L'avversario dei vari Henry, Trezeguet, Barthez, Sagnol e Ikpeba fu la Juventus di Lippi e Del Piero, che passò grazie soprattutto a una grande prova al Delle Alpi: 4-1 con tripletta proprio di Del Piero. La volta in cui il Monaco è andato più vicino ad alzare il trofeo è stata ovviamente nel 2003-2004, quando nella finale di Gelsenkirchen la squadra di Deschamps affrontò il Porto di Mourinho. Una discreta squadra, che in porta aveva Flavio Roma e sulla sinistra della difesa Evra, buonissima in attacco dove giocavano Giuly, Morientes e Rothen (e in panchina c'erano Nonda e Adebayor). Ma non ci fu partita e i portoghesi vinsero 3-0 festeggiando a 17 anni dal trionfo del 1987.

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