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Cannonieri cadetti / Dario Hübner

Cannonieri cadetti / Dario Hübner

Redazione

05.12.2015 ( Aggiornata il 05.12.2015 08:59 )

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Goleador arrembante, ruspante, apparentemente con un’unica priorità: il gol. È come se Dario Hübner fosse sceso sul pianeta Calcio con un capiente sacco carico di palloni. Dalla disponibilità infinita, a quanto pare… sì, perché “Tatanka” ha viaggiato tanto, in lungo ed in largo. E quei palloni li ha distribuiti praticamente ovunque, sempre con la stessa voglia e la stessa generosità senza guardare in faccia nessuno. Poco importava se l’avversario si chiamava Telgate o Juventus. Nato a Trieste il 28 aprile 1967, deve il cognome alle origini tedesche della famiglia paterna. Nei primi anni di attività con il pallone tra i piedi lavora come carpentiere. Inizia la sua rincorsa al grande calcio a modo suo, a testa bassa, rivelandosi come micidiale contropiedista a tratti inarrestabile. Impiega quasi un decennio ad arrivare in massima serie, a 30 anni suonati. Nel frattempo ha svuotato un bel po’ il suo sacco tra Interregionale, C2, C1 e B: soprattutto in cadetteria, al Cesena. La porta per il paradiso gliela apre il Brescia nell’estate del 1997. Il “Bisonte” debutta a San Siro segnando una rete di pregevole fattura. E la giornata seguente ne fa 3 alla Samp. A fine stagione le reti sono 16: niente male. Passa poi al Piacenza. Dove entra nella leggenda grazie all’exploit della stagione 2001-02 diventando capocannoniere con 24 reti, ex aequo con Trezeguet. Completa così un tris storico: unico italiano (con Protti) re dei bomber nelle prime tre serie professionistiche. Aveva primeggiato in C1 con il Fano ed in B con il Cesena. La sua avventura di goleador si spinge fino al 2011, quando finalmente decide che 44 anni sono pesanti anche per una roccia come lui. Da ricordare il suo vizio per la sigaretta… In totale 331 in tutti i campionati, di cui 116 nella sola Serie B, che lo collocano al 5°posto nella graduatoria all-time. Poco fortunato finora come allenatore, vive a Passarera, minuscolo comune del cremasco. Fabio Ornano

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