Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Nati nel vivaio, Bernardeschi e gli altri giovani della Serie A

Nati nel vivaio, Bernardeschi e gli altri giovani della Serie A

Redazione

03.08.2015 ( Aggiornata il 03.08.2015 18:23 )

  • Link copiato

I due gol con cui la Fiorentina ha steso il Barcellona portano entrambi la firma di Federico Bernardeschi. Il giusto premio per uno dei talenti più puri del nostro calcio, dopo una stagione sfortunata, con la rottura del malleolo ad escluderlo dai giochi proprio quando pareva in rampa di lancio. L’augurio che gli facciamo è che possa recitare da protagonista anche in campionato. Il ventunenne, da quest’anno con la maglia numero 10 che fu di Antognoni, Baggio e Rui Costa, ha strappato contro i blaugrana applausi a scena aperta confermando quanto di buono si dice attorno a lui. I tifosi gigliati stravedono per lui, intravedendo la classe dei suoi illustri predecessori. Il fatto poi che sia italiano in una squadra composta quasi tutta da stranieri, e a maggior ragione un prodotto del vivavio rende ancor più vivo l’interesse attorno a questo giocatore, tenuto in grande considerazione anche da Gigi Di Biagio, che  lo ha portato agli Europei Under 21, nonostante avesse in pratica perso un anno intero. Merita fiducia e anche libertà di sbagliare, visto che stiamo parlando di un grande talento, ma anche di un atleta che ha appena sette presenze in Serie A (con un gol, quello segnato al Chievo Verona all’ultima giornata di campionato). Quanti altri giocatori nati e cresciuti nel vivaio di un club stanno oggi nei club principali della Serie A? L’Inter ha Santon, Longo, Andreolli e i giovanissimi Puscas e Dimarco, ma nessuno di questi, tranne Santon, ha possibilità di giocare titolare nella stagione che verrà. Il più interessante di tutti, Federico Bonazzoli, classe 1997, è stato ceduto alla Sampdoria. Operazione un po’ precipitosa, un po’ come quella di Giulio Donati due anni fa, ceduto al Leverkusen dopo l’argento agli Europei Under 21. Diversi elementi cresciuti in casa li può vanta il Milan: da Abbiati ad Antonelli, da De Sciglio a Verdi, da Abate a Matri. A partire titolari, troviamo però solo i due terzini, Abate e Antonelli. La Roma ha ancora i suoi capisaldi Totti e De Rossi, nati in casa, ma ormai dei veterani e non prodotti recenti. Negli ultimi anni, il volto nuovo è stato Florenzi, romano e romanista come gli altri due simboli del club e cresciuto coi colori giallorossi addosso. Sull’altra sponda del Tevere, in casa Lazio, troviamo invece lo spagnolo Keita, nato calcisticamente nel Barcellona, ma biancoceleste dall’età di sedici anni. E poi c’è il romano Cataldi, ventunenne che ha esordito in Serie A lo scorso anno, dopo un anno in cadetteria passato in prestito a Crotone. Al Napoli, l’unico prodotto casalingo è Insigne: in attesa di vedere in prima squadra i promettenti Dezi e Luperto, resta il numero 24 a guidare la carica dei partenopei “made in Napoli”, con tanto di una presenza in Coppa del Mondo, collezionata agli scorsi Mondiali. E la Juventus? Un tempo Madama era maestra nel crescere in casa propria i giovani da portare in prima squadra. Oggi, nell’organico di Allegri, troviamo solo Marchisio, Rugani e De Ceglie. Non smette di puntare sulla gioventù, comunque, la formazione piemontese, che ha sposato un’altra politica, più simile a quella dell’Arsenal di qualche anno fa che non a quella del Barça o dell’Ajax dei tempi d’oro: accaparrarsi cioè i talenti più puri da altre squadre. Si pensi a Sturaro, Zaza o Berardi (anche se quest’ultimo rimarrà ancora a Sassuolo) per rimanere agli italiani; a Pogba, Dybala, Morata e Coman per guadare agli stranieri. Non saranno nati a Vinovo, ma i giovani più interessanti vestono oggi il bianconero. Quanto alle altre, qualche elemento nato nella propria Primavera, sta provando a farsi largo. A guidare le nuove leve è proprio il fiorentino Bernardeschi. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi