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Paulo Sousa, il Mou viola

Paulo Sousa, il Mou viola

Redazione

20.07.2015 ( Aggiornata il 20.07.2015 10:04 )

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Il Mou viola cerca il rumore degli amici, l’incitamento festoso dei tifosi della Fiorentina prima in piazza Santo Spirito, ora a Moena, poi al Franchi, quello storico fortino, che la scorsa stagione, in netta controtendenza, ha smesso di essere una roccaforte inespugnabile, alimentando mugugni e malumori. Come l’arrivo di Paulo Sousa a Firenze, considerato troppo juventino per poter allenare i viola. Perché è una macchia indelebile per un professionista aver giocato due anni in bianconero? Sousa ha risposto con una dialettica impeccabile alla conferenza stampa di presentazione, rinfrescando la memoria di chi aveva dimenticato due episodi chiave della sua carriera, ovvero la conquista della Champions League con la maglia del Borussia Dortmund vincendo in finale contro la “sua” Juve. Più il secondo dispiacere dato ai bianconeri, l’eliminazione sempre dalla prestigiosa competizione europea con un calcio di punizione da cineteca e la corsa a festeggiare con i tifosi del Panathinaikos. A Moena l’allenatore ha conquistato tutti: i giocatori, i tifosi e persino la stampa. Mettendosi per un attimo i panni di JFK: «Siamo tutti fiorentini», ha affermato durante la presentazione ai giornalisti del suo staff, atto sconosciuto al precedente tecnico. Come dire non importa se siamo nati in Portogallo o in Spagna, ora facciamo tutti parte della famiglia viola. Con il dialogo e in questo caso anche con il lavoro ha conquistato lo spogliatoio. Per chi vuole parlare con lui, manifestargli dubbi o perplessità, la porta è sempre aperta. E fin dal primo allenamento ha chiamato tutti i giocatori per nome. Sembrano dettagli, ma non è così. Come il suo celebre collega portoghese cementa il gruppo e soppesa ogni singola parola. Niente è lasciato al caso. «Ci sono tanti passaporti, tante lingue. Ma alla Fiorentina parliamo una sola lingua: quella viola». Per un mercato che stenta a decollare, è proprio Paulo Sousa il nuovo acquisto che scalda i cuori dei tifosi. Irene Delfino

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