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I precedenti contro l’Inghilterra: dai “leoni di Highbury” al 2-1 di Manaus

I precedenti contro l’Inghilterra: dai “leoni di Highbury” al 2-1 di Manaus

Redazione

31.03.2015 ( Aggiornata il 31.03.2015 14:59 )

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Italia-Inghilterra a Torino, atto quarto. È la quarta volta infatti che gli azzurri sfidano i maestri del football nel capoluogo piemontese. Si parte dallo 0-4 subito nel maggio 1948: una disfatta pesantissima che rimane in assoluto la peggiore patita dall’Italia contro gli inglesi. E pensare che si festeggiava il cinquantenario della federazione italiana. Quella sconfitta precedeva di poco l’addio di Vittorio Pozzo sulla panchina della nazionale: addio che si consumerà dopo l’Olimpiade londinese. Poi c’è il 2-0 rifilato all’undici di Ramsey nel 1973, con gol di Anastasi e Capello: un’amichevole dal forte significato, visto che è il primo successo azzurro in assoluto contro la nazionale d’Albione. Ed infine l’1-0 firmato da Tardelli agli Europei del 1980, unico successo di un’edizione in chiaroscuro per la squadra di Bearzot, ancora scioccata dallo scandalo del calcioscommesse scoppiato alla vigilia del torneo. Quella vittoria seguì allo 0-0 contro la Spagna e precedette un altro 0-0, contro il Belgio. Risultati che mandarono l’Italia alla finale per il terzo posto e non alla finalissima, per colpa dei gol fatti, uno in meno rispetto ai belgi. Ma uscendo dai precedenti torinesi, tanti sono gli incontri memorabili tra Italia e Inghilterra, in quella che è senz’altro una delle partite più cinematografiche (la troviamo in “Fantozzi”, nella mitica scena della corazzata Kotiomkin, nel capolavoro di Dino Risi “In nome del popolo italiano”  e lo 0-4 di cui parlavamo in apertura è citato nel cult “L’allenatore nel pallone”). I leoni di Highbury. Una delle sconfitte più celebrate del nostro calcio è quella subita nella casa dell’Arsenal il 14 novembre 1934: un’amichevole di extra-lusso che vedeva contrapporsi gli inventori del calcio e i Campioni del Mondo in carica. Dopo 12 minuti i britannici erano avanti per tre reti a zero, frutto dei due gol di Brook e di quello di Drake. E in più, si erano visti respingere da Ceresoli un calcio di rigore. Nella ripresa, un moto d’orgoglio dell’Italia: una doppietta di Meazza ridusse lo svantaggio di una sola lunghezza e lo stesso Pepin sfiorò il pareggio con una traversa colpita al 90’. Una prova di carattere, se consideriamo che i ragazzi di Pozzo hanno giocato praticamente tutto l’incontro in dieci uomini: Luisito Monti si ruppe un piede nelle prime battute di gioco, provò a resistere rimanendo in campo per tutto il primo tempo, giocando praticamente da fermo, salvo poi dover abbandonare il match anzitempo. La zampata di Capello e la vittoria del ‘76. Altro precedente illustre è quello del 1973: una rete di Capello decise l’amichevole di Wembley. Per la prima volta, l’Italia espugnò il tempio del calcio. Si giocò il 14 novembre, proprio come nel precedente di Highbury. E proprio ai famosi “leoni” di trentanove anni prima, gli uomini di Valcareggi dedicarono quel successo. Negli anni Settanta c’è spazio anche per un bis di grande importanza: il 2-0 per l’Italia del 17 novembre 1976, passaggio chiave della qualificazione ai Mondiali d’Argentina. L’Italia della coppia Bernardini-Bearzot la spuntò grazie all’autorete di Keegan e al gol di Bettega. Le due nazionali terminarono appaiate il girone e la differenza reti favorevole sorrise a Zoff e compagni. Benvenuti in Italia. Come detto in apertura, agli Europei del 1980, giocati in Italia, ci sfidammo contro gli inglesi in quello che fu l’unico successo della rassegna. Ma anche al Mondiale italiano di dieci anni più tardi, troviamo una sfida contro gli inglesi, precisamente nella finale del terzo/quarto posto, primo incrocio dopo i tragici fatti dell’Heysel di cinque anni prima. Per l’Inghilterra è il miglior Mondiale dopo quello vittorioso del ‘66. L’Italia si risveglia dopo la sbornia delle notti magiche, terminate di colpo dopo la delusione contro l’Argentina, e si ritrova a giocare questo match malinconico, utile solo a Schillaci per laurearsi capocannoniere del Mondiale. Finisce 2-1 per l’Italia. Le due squadre faranno un’ola insieme a fine gara e quella rimarrà l’istantanea della partita. La corsa per Francia ‘98. Altre due partite tiratissime sono state quelle di qualificazione ai Mondiali del 1998. L’Italia, allenata da Cesare Maldini, non perse nel doppio confronto con gli inglesi. Anzi, andò pure a vincere a Wembley con un gol di Gianfranco Zola, da poco militante nel campionato inglese, nelle fila del Chelsea. Tuttavia, i punti persi per strada contro Polonia e Georgia, mandarono la selezione di Glen Hoddle direttamente in Francia, costringendo l’Italia, imbattuta ma seconda, di andare a giocarsi lo spareggio contro la Russia. Decisivo lo 0-0 di Roma nell’ultimo match del girone. Gli azzurri avevano bisogno di vincere per piazzare il sorpasso all’ultima curva, ma fu un nulla di fatto, con palo colpito dall’Inghilterra al 90’ (Wright, a porta ormai vuota) e occasione italiana nel capovolgimento di fronte (Bobo Vieri di testa). Kiev e Manaus. Gli ultimi due incontri di lusso sono quelli degli Europei del 2012, all’altezza dei quarti di finale, e degli scorsi Mondiali, prima gara dei gironi. In Polonia e Ucraina, il match tra l’undici di Hodgson e quello di Prandelli terminò a reti inviolate e servì la coda dei rigori per accaparrarsi un posto in semifinale. Dei “nostri” sbagliò solo Montolivo, di là i due Ashley: Young e Cole. Il cucchiaio di Pirlo ai danni di Hart fu il sigillo di quella serie: Italia avanti, Inghilterra a casa. E due anni dopo, nell’afa dell’Amazzonia, con gli stessi tecnici in panchina, ecco la rivincita ai Mondiali brasiliani. Fu ancora un acuto italiano, grazie alle reti di Marchisio e Balotelli, intervallate dal momentaneo pareggio di Sturridge. Un 2-1 che illuse la Penisola: fu invece l’unico botto del Mondiale. Peggio ancora l’Inghilterra, che lo chiuse senza nemmeno una vittoria e con l’ultimo posto del raggruppamento. Giovanni Del Bianco

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