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Cristiano Ronaldo meglio di Eder

Cristiano Ronaldo meglio di Eder

Redazione

31.03.2015 ( Aggiornata il 31.03.2015 11:28 )

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Secondo una curiosa teoria, propagandata dal 90% degli addetti ai lavori del calcio e dall'ufficio stampa della FIGC che ormai fatichiamo a distinguere dai giornalisti embedded (ma vale anche per i club), il gol del pareggio di Eder in Bulgaria avrebbe chiuso ogni discussione sulla questione oriundi-Nazionale. Con lo stesso metro metro una tripletta di un ipotetico Cristiano Ronaldo, naturalizzato italiano grazie a un matrimonio combinato (nello sport azzurro è successo anche di peggio) prima che esordisse con la nazionale portoghese, avrebbe dovuto chiudere la discussione ancora di più. Come se quella dell'utilità tecnica fosse una giustificazione valida per abolire qualsiasi distinzione fra nazionali e club, facendo così morire (è ovvio, le nazionali hanno tifosi soltanto ogni quattro anni) le rappresentative legate all'identità, all'appartenenza, e non alla normale professione. Non ce l'abbiamo (solo) con Conte, ma anche con Trapattoni che riaprì questa sciocca scorciatoia con Camoranesi, Lippi, Donadoni, Prandelli e tutti i dirigenti federali soddisfatti di questa furbata che non è soltanto italiana ma che non per questo dovrebbe essere copiata. Del problema si era accorto per tempo il vituperato Blatter, che fin dal 2004 ha messo a livello FIFA qualche paletto: in sostanza il cambio di nazionale, per chi fosse in possesso dei requisiti per la nuova cittadinanza, era permesso soltanto se la 'prima' nazionale fosse stata giovanile (massimo Under 21). Una limitazione rimossa nel 2009, con i cambi adesso permessi anche fra 'adulti' a patto che nella nazionale originaria si sia giocato soltanto in amichevoli (è il caso di Thiago Motta o di Diego Costa, per citare due esempi famosi) e che ha aperto la strada a un vero e proprio mercato, limitato soltanto dal buonsenso più che dall'onestà. In sostanza allo stato attuale è possibile che cambino maglia solamente giocatori al loro 'vero' paese considerati di seconda fascia, che quindi non hanno mai disputato competizioni ufficiali, ma è evidente che con brasiliani di seconda fascia scelti bene e fatti risiedere 5 anni nel nuovo paese si può tranquillamente creare una nazionale sicura di qualificarsi per il Mondiale. Alla fine quelle azzurre sono davvero piccole furbate, oltretutto inutili perché di giocatori bravi come Eder e Vazquez ne abbiamo, al confronto con quanto si sta muovendo in vista del 2022 e non soltanto in Qatar. Twitter @StefanoOlivari

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