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All Star Game NBA, contro Pachulia la giuria senza qualità

All Star Game NBA, contro Pachulia la giuria senza qualità

Redazione

27.01.2017 ( Aggiornata il 27.01.2017 08:59 )

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La partita delle stelle è parente soltanto alla lontana della pallacanestro, anche quando in campo ci sono le stelle NBA. Si può dire che la convocazione, considerata un bollino di qualità anche da molti addetti ai lavori, sia più importante della partita stessa: spesso inguardabile, come il contorno, a meno di non avere quindici anni. Dopo i quintetti base di Est (Antetokounmpo, Butler, DeRozan, LeBron James, Irving) e Ovest (Steph Curry, Durant, Harden, Leonard, Davis), sono stati resi noti gli altri 14 convocati per la partita che si disputerà il 19 febbraio a New Orleans: a Est George, Love, Lowry, Millsap, Thomas, Wall e Walker, a Ovest Westbrook, Klay Thompson, Hayward, Draymond Green, Cousins, Marc Gasol, De Andre Jordan. Tutti campioni straconosciuti, poco da aggiungere su di loro e su alcuni esclusi eccellenti come Wade (dopo 12 convocazioni consecutive), Aldridge, Drummond, Carmelo Anthony, Embiid e Lillard, solo per citare i primi nomi che vengono in mente, mentre Chris Paul è infortunato. Evitiamo di bombardare con statistiche (la più importante è che i Warriors sono l'ottava squadra della storia con quattro convocati) e cifre che si possono trovare dappertutto e andiamo diritti su una considerazione cattiva e politicamente attuale: il voto popolare viene tenuto in scarsa considerazione e si cerca in qualche modo di limitarlo. Quest'anno infatti per la prima volta i quintetti non sono stati scelti unicamente dai voti degli appassionati, ma anche (peso 25%) da quello dei giornalisti e (25%) dei giocatori stessi, con 'vittoria' delle due guardie e dei tre giocatori di frontcourt (definizioni ormai vaghe, nella pallacanestro di oggi) con maggior numero di preferenze. Quanto alle sette riserve, sono votate dagli allenatori delle rispettive conference. Ma veniamo al voto popolare, mai come in questo caso importante visto che la partita conta solo per lo spettacolo. A Est fra i lunghi (i ruoli dal 3 in su, esprimendoci come una volta) ha stravinto LeBron James, ma terzo è stato Embiid e settimo Porzingis: entrambi davanti a George (ottavo) e Millsap (ventesimo!). Mentre nella guardie i grandi esclusi sono stati Wade (secondo), Rose (sesto), Lin (ottavo). A ovest il caso più clamoroso: Zaza Pachulia è stato il secondo fra i lunghi più votati, davanti ai poi convocati Leonard, Davis, Green, Cousins, Gasol, Jordan. E prima di Gordon Hayward, diciassettesimo, la gente avrebbe voluto Towns, Aldridge, Griffin, McGee, Pau Gasol, Anderson, Jokic...  Non stiamo facendo un discorso tecnico, perché all'All Star Game il risultato non conta, ma parliamo del marketing che alla NBA è caro: perché limitare il voto degli appassionati? Una curiosità è che Pachulia, spernacchiato da tanti presunti esperti, è andato bene anche nelle votazioni dei giocatori, cioè dei colleghi che giocano contro di lui, arrivando dodicesimo, e che a penalizzarlo è stato il voto dei giornalisti. Che vivono nel mito, non soltanto nella pallacanestro, della giuria di qualità. Che poi sarebbe una giuria composta soltanto da loro.

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