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Gli spareggi di Pesaro e i sindaci-presidenti

Gli spareggi di Pesaro e i sindaci-presidenti

Redazione

09.04.2016 ( Aggiornata il 09.04.2016 17:28 )

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Qui Pesaro. In occasione della partita contro l’Orlandina, che sa un po’ di spareggio per non finire in zona retrocessione, Pesaro annuncia che, vista l’alta richiesta di biglietti, verranno messi in vendita i tagliandi validi per l’ingresso al terzo anello, con prezzi di 10 euro per gli adulti e 5 per i ridotti. Si chiede il sostegno del pubblico e si vuol dare una cornice adeguata alla celebrazione del capitano Walter Magnifico, del quale verrà ritirata anche la maglia (in arrivo anche qui l’immancabile duo Petrucci-Laguardia per foto di rito con la maglia della Libertas). Per chi ha un po’ di memoria, viene poi in mente un episodio analogo dello scorso campionato, in cui la Libertas Pesaro doveva giocare uno spareggio per non retrocedere contro la Juve Caserta all’ultima giornata. In quell’occasione la richiesta di tagliandi (pare fossero più di 1500), venne dalla Juve, ma le gradinate furono chiuse, e ai tifosi ospiti arrivarono “ben” 207 tagliandi. Si sacrificarono circa 3000 posti per tutelare 200 ospiti, per motivi di ordine pubblico (si disse): li avranno risolti. Il valzer di Petrucci e Marino. Marino e Petrucci non solo non si amano, non è un segreto, ma neanche si tollerano. L’ultimo sgarbo, l’iscrizione all’Eurocup di Sassari, Reggio Emilia e Trento a danno della FIBA, costate alla Lega Basket il ritiro delle deleghe per l’organizzazione del prossimo campionato e la minaccia di ritorsioni verso i disobbedienti (estromissione dalla serie A). La rabbia del presidente, nonché sindaco di San Felice Circeo, si era placata con la promessa delle dimissioni dalla Lega dell’attuale presidente Marino (quando si dice il dialogo tra le istituzioni), anche lui candidato a sindaco (ma di Brindisi) e con la promessa delle tre traditrici di ripensarci e di tornare di saio vestite sulla retta via (un po’ Canossa e un po’ Damasco). Un prezzo che molte delle società di A avrebbero, a quanto pare, pagato e volentieri, ma che non trova d’accordo proprio Marino, che nelle ultime ore pare ci abbia ripensato e si stia apprestando a resistere sulla sua poltrona, tanto per rovinare un po’ la salute di Petrucci. Intanto Trento (che ha mancato di poco la finale dell’Eurocup), Sassari (che di problemi da risolvere alla svelta ne ha più di uno) e Reggio Emilia (che dovrebbe mettere testa solo sul discorso scudetto), nonostante sembrino non essere più così allineate sulla loro scelta, ancora non hanno fatto il famoso passo indietro e non hanno manifestato intenzione di farlo. Petrucci si dice furioso, in ballo c’è un po’ di tutto: credibilità verso la FIBA, Olimpiadi da giocare (che magari prima bisognerebbe guadagnare sul campo), Olimpiadi da organizzare (per le quali bisognerebbe avere prima l’assegnazione), orgoglio personale, egocentrismo, che altro? Tutto, meno il campionato di serie A e la fragilità delle squadre che ne fanno parte. Tutto, meno il pensare a un movimento che ha bisogno di nuova linfa, idee, progetti, e più di tutto persone capaci. Mentre Marino e Petrucci se le dicono a mezzo stampa, la FIP dimentica di chiedere il passaporto per Arcidiacono, il play italo-americano che a Messina serve come il pane, e che quindi, con buona probabilità non giocherà il preolimpico. Mentre i due presidenti mostrano i muscoli, nel nostro campionato gli italiani vedono il campo per il 25 % del tempo giocato, e spesso lontano dai minuti che contano. Mentre infine litigano su quali coppe debbano giocare, nessuno dei due si chiede se le squadre italiane siano in grado di giocarla davvero una coppa europea. Speriamo che i due presidenti siano bravi come sindaci. Almeno.

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