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Basket Serie A: le porte girevoli dell'Italia da Eurocup

Basket Serie A: le porte girevoli dell'Italia da Eurocup

Redazione

05.01.2016 ( Aggiornata il 05.01.2016 12:32 )

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Giro di boa con le prime otto che staccano il biglietto per le final eight di Milano senza attendere il posticipo che dice che la retrocessione riguarderà Capo d’Orlando (sicuramente) ma ci potrà essere anche una lotta con Torino, Pesaro e Bologna. Il tabellone della coppa Italia (a chiamarla come una volta) vede nella parte alta la Pallacanestro Reggiana accoppiata ad Avellino (grazie alla scoppola rifilata alla Reyer) e Pistoia contro Trento. Dalla parte opposta Milano se la dovrà vedere con la Reyer, meno in forma degli ultimi due anni, e la sorprendente Cremona accoppiata con Sassari (a detta di Sardara in un anno di transizione, ma probabilmente rifondata con ben altre intenzioni). Il girone di andata si conclude con l’Eurocup che parla italiano – 5 le squadre nostrane impegnate, con Sassari e Milano, bocciate in Eurolega, a far compagnia a Reggio Emilia, Venezia e Trento – e l’Eurolega ancora troppo lontana per i nostri top team, per i nostri budget, per i nostri sponsor e per i nostri impianti sportivi, per lo più vecchi, quasi mai di proprietà, inadatti al grande pubblico, alle tv e alle esigenze di pubblicità e marketing che invece un impegno europeo pare richiedere. La minore delle competizioni europee però non attira sponsor e pubblico, e la maggior parte delle partite si gioca in palazzetti vuoti o riempiti grazie alla distribuzione “a spaio” di biglietti gratuiti o venduti a prezzi ridicoli. Un premio di consolazione, quindi, che richiede grande sforzo e in cambio dà poco o nulla, almeno fino alla finale. Quattro gli allenatori sacrificati alla moda calcistica a volte con un “ciao e grazie tutto” come per Bechi a Torino e Griccioli a Capo d’Orlando,  altre volte più freddamente come per Sacchetti in quel di Sassari (ma non doveva essere un anno di transizione?), altre volte con un “levati di mezzo”, come per Corbani a Cantù, perchè? proprio non capiva il russo, in particolar modo l’accento del nuovo presidente, Gerasimenko, che dopo aver messo in panchina Bazarevich adesso vuol tornare sul mercato e portare forze fresche. Intanto, grazie al mercato dalle perenni porte aperte (e pure girevoli), è iniziato il via vai dei giocatori con squadre che sembrano cantieri aperti, come Cantù e Varese, impegnate a inseguire un roster che dia punti, sicurezza ed equilibrio, Milano, che cerca di ritoccare l’immagine di un anatroccolo che continua a specchiarsi senza vedere un cigno riflesso nell’acqua, e le altre pronte a ricalibrarsi con piccoli o grandi aggiustamenti. Si riciclano stranieri altrui – Metreveli che smette la canottiera dell’Orlandina per quella di Brindisi o Ukic che resterebbe in Lombardia ma sponda Cantù dopo il mancato rinnovo con Varese – o si cerca all’estero, spendendo poco e portando in Italia giocatori di cui, dopo qualche mese, nessuno si ricorderà più. Prima di dare un occhio alle partite giocate, c’è da ricordare che a Roma, lontano dai riflettori della serie A, è stato commemorato, nel giorno del suo compleanno, Davide Ancilotto, il giocatore della Virtus scomparso a 23 anni e rimasto nel cuore di tutti i tifosi e della società. Proprio Coach Caja ha spiegato, vista la ricorrenza, quanto tenesse a questa partita e quanto abbia cercato di trasmettere ai suoi giocatori il valore di questo affetto in un basket dove i tifosi non riescono più ad affezionarsi ai propri idoli. Ben fatto. Due parole sulle partite giocate in quindicesima giornata. Milano asfalta letteralmente Sassari, con Calvani che non salva nulla e nessuno dei suoi. Difficile per il coach romano riconoscersi in un gruppo senza anima come quello della Dinamo, che affronta la prima della classe senza grinta e voglia di sudare. Sull’altra panchina Repesa (che spera nell’arrivo di Westermann) ha due obiettivi: campionato ed Eurocup, sulla strada le Final Eight. Ingaggiato per vincere, e con un CV troppo pesante per essere comunque messo in discussione, il coach ha l’obbligo di motivare i suoi dopo le batoste rimediate in Eurocup. Avellino vince con Venezia e prende l’ultimo treno utile per le final eight – raggiungendo a quota 14 Brindisi sconfitta a Cremona: mattatore della serata Cervi - scartato da Milano dopo la partenza di Melli per la Germania - capace di 14 punti e 7 rimbalzi in 20 minuti di gioco. Ress intanto, definisce il settimo posto di Venezia come un “grande traguardo”, che, unito al passaggio del turno in Eurocup, dovrebbe rendere la pillola meno amara ai tifosi che non assiepano più come lo scorso anno il piccolo palasport in quel di Mestre, incitati dal proprio sindaco a far calda l’atmosfera, che non sarebbe giusto, ma che tanto aiuta. Trento batte Caserta, e si piazza in quinta posizione. Si dice che sia difficile far bene ma ancor più difficile ripetersi: probabilmente questo proverbio a Trento non lo sanno e l’Aquila Si conferma una splendida realtà in un territorio che prima pareva votato solo alla pallavolo. Dal canto suo Dell’Agnello porta la Juve in zone tranquille di classifiche sperando nel girone di ritorno di agganciare il treno dei playoff che oggi distano 4 punti. Una bella differenza rispetto allo scorso anno. Bologna perde il derby con Reggio Emilia e il suo coach Valli parla dell’atteggiamento dei suoi che devono stare con i piedi per terra ma essere anche uomini. Lo scorso anno al termine della stagione arrivarono, inattesi, I playoff: difficile pensare di replicare partendo dalla quattordicesima posizione. Reggio Emilia, campione d’inverno, assieme a Milano pare oggi la più seria candidata al titolo: l’innesto di Aradori è stato positivo, così come l’inserimento di Gentile, mentre la partenza di Cinciarini pare aver giovato, poco, a Milano, e causato nessun danno tra i reggiani. Della Valle, un anno più maturo ma con la stessa voglia di vincere, e Polonara chiudono la pattuglia. Tra gli stranieri impressiona Lavrinovic, che a 36 anni sposta come pochi gli equilibri in campo. Varese batte Cantù, ma fa arrabbiare coach Moretti che sembra più nauseato che sorpreso dalla saga dell’errore finale, quando i suoi invece di ammazzare la partita, praticano il massaggio cardiaco agli ospiti che, bontà loro, non se la sentono di approfittare più di tanto. Si parla di un nuovo innesto in settimana, poi si vedrà. Dall’altra parte Bazarevich comincia a capire che di lavoro da fare ce n’è molto. Le squadre che puntano ai primi 4 posti sono ormai in forma e la rivoluzione del roster – che sembra essere solo agli inizi – voluta dal presidente Gerasimenko non consente al momento di lavorare con continuità e quindi di costruire. Dodicesimi in classifica, i playoff (obiettivo minimo dichiarato) paiono molto lontani. Basteranno i rubli – tanti – a disposizione? Pistoia passeggia su Capo d’Orlando, confermandosi nelle posizioni di vertice del campionato, e condannando l’Orlandina alle ultime posizioni. Coach Esposito è orgoglioso dei suoi ragazzi e dell’impronta che ha saputo dare alla squadra. Aggressività, difesa e gioco a viso aperto sono il marchio di fabbrica di un gruppo che pare avere ancora margini di crescita e destinato quindi a un ruolo di primo piano nei Playoff. Coach Di Carlo conosce l’ambiente e la squadra e ora sa che ha per le mani una patata davvero bollente. Ultima in campionato con Torino (curioso che le ultime due abbiano già esonerato l’allenatore), l’Orlandina non pare poter attingere ad altre risorse e il compito del coach sarà di far rendere al massimo i giocatori che ora ha a diposizione. Cremona vince, estromette Brindisi dalle final eight e si porta al terzo posto in classifica. Pancotto si lustra gli occhi ed elogia il lavoro di Cusin, lo scorso anno in cerca di una squadra dove giocare e questa stagione determinante negli equilibri di una squadra di vertice e di Vitali, che finalmente pare aver trovato una sua definitiva dimensione. Il resto del lavoro grava sulle spalle di un gruppo di stranieri veramente ben allestito con Washington e Turner su tutti e Biligha a chiudere le fila. La squadra i Bucchi resta incompiuta: un girone di andata fatto di alti e bassi, che non le hanno concesso di centrare il primo obiettivo stagionale e il nono posto, probabilmente fa un po’ male. La squadra si basa sull’apporto degli stranieri, in particolar modo di Kadji, che in quanto a continuità non ha mai brillato: per i playoff serve qualcosa in più, da tutti. Torino cambia marcia nel finale e vince contro Pesaro una sfida di fondamentale importanza. Due punti che portano ossigeno, un minimo di tranquillità e permettono di staccarsi dall’ultimo posto in classifica, dove rimane la sola Capo d’Orlando con i demoni della retrocessione. Buona la prova di carattere del gruppo, su tutti Dyson e White, con Mancinelli e Miller subito di rincalzo. La sconfitta di Pesaro coincide con un calo nelle prestazioni di Austin Daye, partito bene ma molto poco preciso nel finale. La squadra si è disunita, e Coach Paolini non è riuscito ad arginare il maggiore agonismo degli avversari. Pesaro, abbandonando la parte bassa della classifica, ha perso l’occasione di mettersi in sicurezza e di poter sognare un po’.  All’orizzonte la paura di una stagione come la precedente, che nessuno vuol rivivere. Twitter @luigi_ceccon Risultati quindicesima giornata: EA7 Emporio Armani Milano - Banco di Sardegna Sassari 87-50 Obiettivo Lavoro Bologna - Grissin Bon Reggio Emilia 67-77 Dolomiti Energia Trentino - Pasta Reggia Caserta 71-66 Enel Brindisi - Vanoli Cremona 76-81 Giorgio Tesi Group Pistoia - Betaland Capo d'Orlando 103-75 Openjobmetis Varese - Acqua Vitasnella Cantù 79-66 Sidigas Avellino - Umana Reyer Venezia 88-76 Consultinvest Pesaro - Manital Torino 69-86  

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