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La fretta di Cantù (Guerin Basket)

La fretta di Cantù (Guerin Basket)

Redazione

22.12.2015 ( Aggiornata il 22.12.2015 16:02 )

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Nella giornata che precede il turno infrasettimanale si assottiglia il gruppo di testa composto da Cremona, Reggio Emilia e Milano, seguite da Pistoia e Trento. Venezia riprende le corsa e si mantiene a 4 punti dalla vetta, assieme a Sassari che invece proprio non trova il vento per navigare con le prime. A Cantù continua l’opera di ristrutturazione avviata dal presidente Gerasimenko che, stanco di urlare in uno slang italo-inglese-russo suggerimenti a coach Corbani, lo ha tagliato e sostituito con Sergey Bazarevich, sicuramente più portato per le lingue dell’est Europa, per lo meno quel tanto che basta per capire che è meglio obbedire. Al licenziamento del coach sono seguite le dimissioni dalla carica di presidentessa di Anna Cremascoli (aveva l’assurda richiesta di essere quanto meno avvisata del taglio di Corbani!), alla quale l’assemblea dei soci non ha detto né ciao né grazie, ma, limitandosi a prenderne atto, ha promesso la nomina di presidente a Gerasimenko al primo consiglio di amministrazione. E così sia. In panchina intanto è andato, per questioni burocratiche, Nicola Brienza, secondo di Corbani, molto dispiaciuto per l’esonero del collega ma poi, giustamente, contento di essere riuscito a restare a bordo del vascello e ancor di più di aver vinto la prima contro Trento. Cantù si sta rafforzando, il presidente vuole una squadra competitiva in vista dei playoff. A farne le spese Ross, troppo specialista e poco duttile nel suo ruolo di realizzatore (a volte con le polveri bagnate), e a beneficiarne Kyle Johnson, canadese ma inglese di adozione, da impiegare come guardia o ala piccola. Molto probabilmente le operazioni di mercato, iniziate con l’arrivo dell’altro Johnson, non sono ancora terminate: la sensazione è che si punti ai playoff ma soprattutto si punti a vincere subito. Per farlo non si ha paura di aprire il portafogli, ingaggiando giocatori di alto livello da portare in squadra. Ne fanno le spese principalmente gli italiani in rosa, con il solo Abass inserito nel progetto in pianta stabile. Il tempo per costruire è davvero poco e le rivoluzioni, anche se animate di nobili propositi, a volte non bastano a creare le squadre vincenti. A Cantù sperano di sì, ma ce lo auguriamo tutti: ce n’è bisogno per il nostro campionato e anche per il basket che conta. Ottava vittoria di seguito per Cremona: quella che pareva una favola è una bellissima realtà che poggia sull’asse portante formato dal duo italiano Vitali – Cusin, la mente e il braccio di una idea di gioco basata sul coinvolgimento di un organico formato da sei italiani e quattro stranieri. Le final eight sono una realtà, adesso che si è cominciato a vincere bisogna anche convincere e arrivare al girone di ritorno con la stessa condizione con cui si è concluso quello di andata. Un nota molto positiva in un campionato che ha bisogno come non mai di novità e indicazioni per la nazionale maggiore. Avellino si dimostra squadra ostica e molto ben messa in campo. Sacripanti tenta il colpaccio e mette in difficoltà Pistoia molto più di quanto aveva fatto la settimana precedente Pistoia. Nel finale forse manca un po’ di lucidità, che invece sarebbe stata necessaria per dare il colpo del KO ai padroni di casa. Milano vince, ma non fa notizia. Del trio di testa è quella da tutti indicata come vincente per lo scudetto, ma anche quella che tutti sperano venga affondata dalla Reggio, Cremona o, perché no, Venezia di turno. In realtà l’Olimpia è l’unica squadra di Serie A ad avere un impianto capiente e, cosa ben più importante, sempre pieno nonchè un presidente che segue la squadra e che si affida a un Manager, Proli, con il compito di portarla a vincere. Che sia un esempio da seguire o meno, rimane la sola squadra a poter ambire oggi a un palcoscenico Europeo dove, purtroppo, non fa altro che collezionare pessime figure. Un tiro all’ultimo secondo dell’ex Dyson assegna la vittoria a Torino, alla sua prima partita con Frank Vitucci in panchina (e porta a due su due lo score degli allenatori esordienti della settimana), gelando le speranze di Sassari di rimanere in scia nelle prime posizioni. L’analisi di Calvani in post partita fotografa molto bene la situazione della Dinamo dove, al di là della sconfitta maturata con un tiro dell’Ave Maria all’ultimo secondo, c’è molto da lavorare sulla continuità di gioco, sulla difesa, sulla motivazione. Per il coach romano molta strada da fare. Pesaro vince a Capo d’Orlando e raggiunge la squadra siciliana nel gruppo delle penultime in classifica. Una partita dominata da Austin Daye, figlio d’arte talentuosissimo, un passato NBA non molto brillante e ora in Italia a ricalcare le orme di Darren “il cerbiatto”, che 25 anni fa proprio a Pesaro ha portato scudetti, gioco e leadership assieme al suo collega Darwin Cook. Impressionante la prestazione dell’ala pesarese, dotata di un ottimo tiro da fuori e di una gran mobilità in area pitturata. Le premesse per costruire una squadra vincente non ci sono, i tempi sono cambiati e Paolini ha a che fare con una realtà ben differente rispetto a quella che Valerio “il Vate” Bianchini ha affrontato a suo tempo. Ma con uno sforzo in più, la società permetterebbe alla squadra di vivere un campionato più dignitoso e magari ricco di soddisfazioni (un posto nei playoff?). Non c’è pace per Varese, letteralmente sbriciolata da Venezia. La ricostruzione affidata a coach Moretti pare agli inizi e qualcuno tra i tifosi vorrebbe passasse anche da lui. Intanto ne fanno le spese Ramon Galloway - fuori rosa - inconsistente in quel di Venezia, Roko Ukic, rilasciato e non confermato, e Mychel Johnson tagliato. Rientrato invece Kristjan Kangur, da cui tifosi e società si aspettano molto, forse troppo. Difficile progettare un minimo di futuro e obiettivi in un cantiere del genere. Per i tifosi si prospetta un’altra stagione di passione. Nella giornata anche le vittorie di Reggio Emilia su Caserta (Dell’Agnello deve rivedere qualcosa a livello di roster, probabilmente), e quella altrettanto importante di Bologna su Pistoia che, esaurita la spinta iniziale, si trova ora a cercare continuità e anche gioco. Capitolo multe: non bastassero altri pensieri, proprio a Varese devono pagare 750 euro perché un giocatore indossava una maglia diversa dal resto della squadra. Serve aggiungere altro? Twitter: @luigi_ceccon 12° Giornata Acqua Vitasnella Cantù - Dolomiti Energia Trentino 87-77 Grissin Bon Reggio Emilia - Pasta Reggia Caserta 87-62 Umana Reyer Venezia - Openjobmetis Varese 84-58 Obiettivo Lavoro Bologna - Giorgio Tesi Group Pistoia 76-72 Vanoli Cremona - Sidigas Avellino 64-58 Betaland Capo d'Orlando - Consultinvest Pesaro 69-72 Manital Torino - Banco di Sardegna Sassari 86-83 EA7 Emporio Armani Milano - Enel Brindisi 77-72

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