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Calcioscommesse per sempre

Redazione

04.10.2014 ( Aggiornata il 04.10.2014 10:47 )

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Fra meno di un mese, durante l'udienza in aula, sapremo se il nuovo sviluppo dell'indagine della Procura di Cremona (gip Guido Salvini, pm Roberto Di Martino) sul calcioscommesse è solo di tipo quantititativo (cioè se sono state 'scoperte' più partite accomodate o proprio truccate, da parte dei soliti nomi) o anche qualitativo. Per il momento i periti hanno finito di analizzare i computer e i cellulari di 27 degli indagati, trovando una serie di riferimenti, espliciti o in codice, a partite su cui scommettere e a persone da influenzare. Indagati che, come nel caso di Mauri e Bressan, hanno fatto ostruzionismo, mentre in molti casi non è stato proprio possibile tecnicamente (è il caso del PC di Conte, o meglio di sua moglie) la trascrizione dei dati. Fra 'zingari', 'bolognesi', 'cinesi', eccetera, non sembrano esserci significative novità, fatta eccezione per l'allargamento degli eventi di cui sospettare (anche di altri sport, tennis in testa), in un'inchiesta penale che si scontra con l'omertà degli addetti lavori del calcio prima ancora che con quella degli indagati. Uscendo dalla cronaca giudiziaria, per forza di cosa di impostazione accusatoria (del resto le notizie non le danno gli indagati, di solito), ed evitando di rilanciare i tanti nomi 'nuovi' che stanno girando, due parole sulla realtà quotidiana, anche ad alto livello, riferita ad oggi. Anche il più stupido dei calciatori sa che non si può scommettere, visto che siamo in presenza di una delle poche norme della FIGC scritte con chiarezza: un calciatore dalla serie A ai Dilettanti non può puntare soldi, nemmeno per interposta persona, né sulle proprie partite né su quelle di altri. E stiamo parlando solo di scommessa, non di partita truccata. Se la regola è conosciuta anche dal più stupido dei calciatori, non si capisce come mai tuttora scommettano sul calcio e non solo anche alcuni di quelli intelligenti. Perché il non detto, gigantesco, di tutta la vicenda è questo: le varie procure indagano su frode sportiva, riciclaggio, associazione a delinquere, ma di certo non sono interessate alle giocate 'pulite' del terzino Tizio sulla serie B o del regista Caio sulla Eredivisie. Insomma, da un punto di vista penale i nomi sono destinati a rimanere 'pochi'. Ci vorrebbe quindi una forte volontà di Lega e FIGC per collaborare in maniera organica con la magistratura, magari anche con indagini 'private', ma nessuno ha voglia di vedersi dimezzata la rosa. Twitter @StefanoOlivari

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