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Le scelte turche di Prandelli

Redazione

04.07.2014 ( Aggiornata il 04.07.2014 10:24 )

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Fuori tempo massimo leggeremo la vera storia di Cesare Prandelli commissario tecnico italiano al Mondiale 2014, un po' come abbiamo letto dagli inviati a Mangaratiba che il ritiro azzurro era un inferno, fra clan mafiosetti e comportamenti individuali inaccettabili anche a livello giovanile: l'abbiamo letto il giorno dopo la partita con l'Uruguay, chiaramente, dopo un mese in cui tutti i media, Rai e Sky compresi, esaltavano il clima idilliaco del ritiro (il giorno di Balotelli promesso sposo è stato di un trash inarrivabile). Prandelli non ruba soldi ai contribuenti, come aveva detto in maniera ridicolmente retorica dopo l'eliminazione (in realtà l'accusa era di avere sbagliato quasi tutte le scelte tecniche, non quella di pretendere un ingaggio per lavorare), ma li andrà a prendere al Galatasaray dove il direttore sportivo Ujfalusi, proprio l'ex difensore della Fiorentina, lo ha convinto ad accettare un ingaggio da 3 milioni di euro netti a stagione, più bonus legati ai risultati. In pratica le stesse cifre a cui Roberto Mancini ha rinunciato, rescindendo unilateralmente (ne aveva facoltà) il suo contratto e mettendosi in pista per la panchina della Nazionale che mentre stiamo scrivendo queste righe vede come candidato numero uno Allegri, spintissimo dal dinamico duo Galliani-Lotito (che soprattutto spinge Tavecchio per la presidenza FIGC). La domanda è semplice: il presidente del Galatasaray Aysal è rimasto così affascinato dal gioco dell'Italia al Mondiale da proporre subito al suo fallimentare allenatore un contratto a cifre doppie rispetto a quelle federali? La sensazione è che tutto sia nato un po' prima che maturasse il disastro brasiliano, che non si può imputare solo all'infortunio di Montolivo. Certo, il rinnovo fino al 2016 era stato firmato dopo due mesi di surplace, alla Maspes-Gaiardoni, il 26 maggio, ma subito era sembrato una sorta di assicurazione pensionistica più che un reale progetto. La sorpresa, perché nessuno può dire 'Prandelli al Galatasaray per tre anni, lo avevo detto', è che l'ex c.t. 'etico' non sia stato capace di aspettare il primo grande esonero in serie A, visto che per motivi diversi Prandelli sarebbe stato un nome spendibile per tutte le squadre di prima fascia e a cifre non distanti da quelle turche. Chi conosce bene Prandelli ci ha spiegato che non sarebbe stato nel suo stile fare il corvo, né lo esaltava la prospettiva di rimettersi in gioco in Italia con il marchio dello sconfitto impresso troppo di fresco. Fra qualche anno la verità, se saremo ancora su questa terra. Twitter @StefanoOlivari

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