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Redazione

14.05.2014 ( Aggiornata il 14.05.2014 10:43 )

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Prandelli non ha annunciato sconvolgimenti tattici nella Nazionale, ma il listone dei 30 da cui il 2 giugno usciranno i 23 azzurri definitivi per il Mondiale contiene un messaggio molto chiaro. Il commissario tecnico non è certo un talebano, dal punto di vista tattico (e nemmeno da quello etico, a dirla tutta), come hanno dimostrato 4 anni di ottimo lavoro e di scelte dettate anche dalle circostanze. Ma il numero di laterali difensivi scelti, la bellezza di 5 puri (Maggio, De Sciglio, Abate, Darmian, Pasqual) per 2 posti, senza contare che a destra potrebbe starci anche Romulo e sinistra Chiellini, fa intuire che le partite vere, che inizieranno già dal girone visto che Inghilterra e Uruguay possono essere considerate del livello dell'Italia, se le giocherà con il 3-5-2. O per lo meno che ci sta pensando. Non è il modulo dei sogni di Prandelli, guardando alla sua storia recente nelle partite da non fallire. A Euro 2012 nei quarti contro l'Inghilterra, nella semifinale contro la Germania e nella finale contro la Spagna schierò infatti un 4-3-1-2, con Pirlo davanti alla difesa e Montolivo dietro a Balotelli e Cassano. E quindi? Il Pirlo di 35 anni è diverso dal Pirlo di 33 ed essendo il giocatore che accende o spegne le sue squadre non può non condizionarne le scelte tattiche. Visto che qualcosa in carriera Pirlo ha fatto vincere, a chi ha avuto la fortuna di stargli intorno… Indicativa anche la scelta di rinunciare totalmente al concetto di prima punta, perché nemmeno Balotelli può essere considerato tale, privilegiando giocatori più veloci e tecnici che facciano in parte le veci del centrocampista di qualità che potrebbe mancare all'appello. In estrema sintesi i 30 più 1 annunciati indicano che Prandelli sta pensando di non toccare gli automatismi difensivi juventini di Barzagli-Bonucci-Chiellini e di bloccare la squadra sperando nella luce di Pirlo e Balotelli, oltre che nella classica esplosione mondiale dello sconosciuto (Immobile?). Scelte discutibili ma da rispettare, visto che in ogni caso a essere giudicato con il senno di poi sarà Prandelli stesso. Giudicabile già adesso invece il lato umano delle convocazioni: tranne Balotelli nessuna potenziale bomba mediatica, con il Cassano sedato preferito a un Totti al quale un Mondiale da riserva non avrebbe spostato nulla, ma un comportamento inspiegabilmente duro con Gilardino (caratteristiche uniche, che sarebbero tornate utili come alternativa), Giaccherini (miglior azzurro, per distacco, alla Confederations Cup dell'anno scorso) e soprattutto a Criscito (un altro riciclabile sulla fascia, oltretutto), già due anni fa punito dal 'due pesi e due misure' prandelliano. Nessuno dei tre fa più parte di club potenti e con giornalisti imbeccati. Italia purissima, insomma.

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