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Quello cambiato è Berlusconi

Redazione

18.03.2014 ( Aggiornata il 18.03.2014 10:19 )

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Domenica pomeriggio, dopo la disfatta casalinga del Milan contro il Parma, Adriano Galliani è andato al Forum di Assago per assistere alla vittoria della 'sua' Armani contro l'Acea Roma in un campionato di basket che quest'anno gli sta dando senz'altro più soddisfazioni di quello calcistico (al di là del fatto che il dirigente monzese nasca come tifosissimo juventino). Nessun lungo faccia a faccia con Seedorf, che peraltro non ha scelto lui, nessuna convocazione ad Arcore (c'era stata la sera prima, quando i resti di Berlusconi, stritolati dal suo nuovo ed improbabile 'cerchio magico', gli avevano dato una pacca sulle spalle), nessun summit con i giocatori più rappresentativi dello spogliatoio (che svolta potrebbero imprimere Abbiati e Bonera?). Niente di niente. Galliani si sente in uscita, al di là del fatto che la sua strada si separi da quella del Milan il prossimo giugno per creare spazio a un supermanager finanziario, probabilmente a Sean Sogliano come direttore sportivo e forse anche a Paolo Maldini come direttore tecnico. Visto che sarebbe sostituito da tre figure è evidente che Galliani non è stato solo un bravo dirigente, nell'era dei budget senza limiti, ma soprattutto negli ultimi anni è stato in ogni senso il Milan. Per questo la transizione che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti è molto più pesante rispetto al fine corsa di un grande allenatore o un grande giocatore. Siamo nella fase in cui i servi (ex?) mediatici, liberatisi di qualche catena, raggruppano le critiche mai fatte in 28 anni e maramaldeggiano. Tutti ragionano come se Berlusconi fosse ancora quello di 28 anni fa, quando prese il Milan da Farina al termine di una vicenda giudiziaria e mediatica che meriterebbe una 'vera storia' (sia pure fuori tempo massimo). Il problema è che Galliani è molto più simile al Galliani del 1986 di quanto Berlusconi non lo sia a quella versione di Berlusconi, quindi potranno arrivare al Milan tutti i più grandi manager del mondo ma quella magia (oltre che la miglior difesa del mondo trovata già servita da Liedholm) e quella forza propulsiva non ci sono più. E' il momento di vendere, in altre parole, a meno che il core business di chi una volta aveva la Standa diventi gestire un centro commerciale a Rho.

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