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La lezione di Stefano Borgonovo

Redazione

18.03.2014 ( Aggiornata il 18.03.2014 11:54 )

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Ieri, la moglie di Stefano Borgonovo, la dolce e meravigliosa Chantal, ha chiesto un ricordo di suo marito al Guerin Sportivo, giornale al quale Stefano era legato da sempre. L'intervento, unito a quello di altri protagonisti del pallone come Baggio e Prandelli, appare sul sito della Fondazione Borgonovo. Mi è parso doveroso riprodurlo qui. Avrebbe compiuto cinquant’anni, il mio amico Stefano Borgonovo. Lo dico senza giri di parole: per noi del Guerin Sportivo era una presenza forte, vicina, legata alla nostra storia. Da anni, come compagno di viaggio, tengo sulla scrivania il disegno che il bambino Stefano disegnò per i Mondiali del 1978 in Argentina, il famoso "Gauchito", ricopiato a matita dalle pagine del Guerino. Me lo inviò, attraverso sua moglie Chantal, una donna coraggiosa e meravigliosa, in occasione del Centenario del giornale, quando i suoi auguri affiancarono quelli del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nei contatti frequenti con Stefano, filtrati da una macchina che la sua incredibile vivacità rendeva umana, veniva fuori tutta la passione che nutriva per il Guerino, di cui era un fedele lettore sin da ragazzo. Ripescammo le copertine con lui protagonista, gli articoli che gli vennero dedicati ai tempi di Fiorentina e Milan, persino una foto con il Guerin d'oro in mano prima di una partita col Como.Quel disegno di Stefano, dicevo, lo conservo come uno dei ricordi più cari della mia professione e della mia direzione del giornale. Potrei aggiungere tante cose, ma non mi pare il caso di farlo, perché l'intelligenza di Borgonovo non avrebbe mai sopportato la retorica. Pazzesco: scherzava e rideva anche quando il volto non poteva più assecondarlo. Parlava più di tantissimi che hanno voce e non si sentono. Da quando Stefano ci ha lasciati, nel giugno scorso, la sua testimonianza e la sua battaglia mi sembrano più forti e vivi che mai. Credo che sia questo l'insegnamento che ci ha lasciati e il senso della sua vita. Lottare, non mollare mai, avere la forza e la dignità di mostrarsi uomini, con le nostre fragilità e con la malattia. Avere portato la Stronza dentro lo stadio di Firenze resta la sua vittoria più grande, di cui tutti gli siamo debitori. Ho scritto sul Guerin Sportivo, nel momento del ricordo, che Stefano è stato un eroe, il nostro eroe. E che se esiste un modo per tenerlo vicino a noi è aiutare la ricerca, che grazie a Borgonovo ha mosso passi importanti. Dobbiamo lottare insieme per chi si ammala ancora oggi e per chi si ammalerà di Sla. Questo ci ha chiesto.E ora vorrei lasciarvi con gli auguri che ci mandò per il Centenario. Ti abbiamo voluto bene e te ne vogliamo sempre, Stefano.«Ancora una volta ringrazio il mitico Guerin Sportivo che mi permette di esprimere i miei ricordi di bambino prima e calciatore poi. Il caso ha voluto che il Presidente dell’Uefa Michel Platini, uno dei grandi di tutti i tempi, prima di Natale 2010 sia venuto a farmi visita. Nei tanti discorsi, saltano fuori il Guerin Sportivo e una foto che raffigurava Michel nel Saint Etienne mentre si allenava calciando punizioni. A quell’epoca avevo 14 anni e il Guerin Sportivo era l’unico giornale che mi portava, con i suoi servizi e le fotografie, fuori dall’Italia.

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