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Redazione

05.02.2014 ( Aggiornata il 05.02.2014 11:23 )

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Per ricordare Luis Aragones, che ha lasciato questo mondo pochi giorni fa, i coccodrillisti si sono divisi in due grandi partiti. Il primo: con lui la Spagna ha iniziato a vincere. Il secondo: con lui la Spagna ha copiato il Barcellona. Nessuno dei due ha totalmente ragione, anche perché un Europeo per nazioni la Spagna lo aveva già vinto nel 1964 (era la squadra di Suarez, Amancio e Iribar) e ci sarebbe andata vicina venti anni dopo (Arconada quella punizione di Platini se la sogna ancora di notte), prima di riconquistarlo nel 2008 eliminando nei quarti gli azzurri di Donadoni ai calci di rigore. La grandezza di Aragones, il cui percorso di allenatore non si può ridurre alla nazionale (e nemmeno alla panchina, visto che fu un ottimo attaccante di tante squadre, su tutte l'Atletico Madrid a cavallo fra i Sessanta e i Settanta) nel periodo 2004-2008, è stata quella di interpretare le qualità delle sue stelle nascenti (su tutte Xavi e Iniesta, ovviamente), inventando il mitico tiqui-taca, l'amato e odiato (dagli avversari, di solito) tiqui-taca, prima che il dominio territoriale basato sul palleggio diventasse la principale caratteristica del Barcellona (del resto Guardiola sarebbe arrivato su quella panchina nel 2008). La nascita di questa espressione risale al Mondiale 2006, merito di un commentatore televisivo spagnolo e soprattutto dell'ex c.t. Javier Clemente (che, viste le sue idee calcistiche, di sicuro aveva parlato di tiqui-taca in accezione spregiativa alla Klopp), ammorbati dal palleggio dei centrocampisti (Senna, Xabi Alonso e Xavi) della nazionale durante Spagna-Tunisia. Una partita che, con la Tunisia in vantaggio, fu curiosamente raddrizzata dall'entrata in campo di Raul, che sarebbe in seguito diventato il più famoso degli epurati di Aragones. Non è che il Barcellona di Crujiff, Van Gaal o Rijkaard giocasse sparecchiando a caso il pallone in avanti, ma questa idea di possesso palla continuo e non necessariamente offensivo (anzi) nacque proprio con Aragones e sarebbe stata poi portata alle massime vette possibili, complice Messi, da Guardiola.

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