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Redazione

02.01.2014 ( Aggiornata il 02.01.2014 10:43 )

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Radja Nainggolan è il degno uomo mercato di questa piuttosto triste sessione di riparazione, dove circolano così pochi soldi che perfino gli imbonitori professionisti hanno ritegno nel dire bugie o nel farle scrivere ai giornalisti di fiducia. Molto vicino al Milan, inseguito dall'Inter, tenuto sotto osservazione dalla Juventus, tanto per coinvolgere l'80% del pubblico. Peccato che all'ultima rilevazione risulti essere una riserva della nazionale belga, anzi meno di una riserva visto che il c.t. Wilmots ultimamente non gli ha fatto vedere il campo nemmeno per qualche minuto in amichevole e che la sua convocazione nei 23 che andranno in Brasile è tutto tranne che scontata. Un centrocampista di quantità come ce ne sono tanti, magari valutati un decimo degli oltre 10 milioni di euro di cui si parla: certo, acconciatura e tatuaggi d'ordinanza non gli mancano, così come le giuste (o sbagliate, se vogliamo) frequentazioni milanesi, ma parliamo in ogni caso di un professionista da media serie A. Non è colpa di Nainggolan, ovviamente, lui fa il suo e Cellino fa gli interessi del Cagliari, ma di una situazione del calcio italiano che rispetto all'inizio del 2013 è addirittura peggiorata: nemmeno immaginabili adesso i 25 milioni spesi dal Milan per un Balotelli o i 10 messi sul piatto dalla Fiorentina per un Giuseppe Rossi che all'epoca sembrava una scommessa azzardata. Le ragioni sono evidenti e la fuga dall'Italia di imprenditori grandi e medi c'entra fino a un certo punto. L'Inter è in piena transizione, verso una gestione comunque al risparmio e senza prospettive luminose. Il Milan punta solo a far passare sei mesi per poi vendere al meglio Balotelli e ripartire da Seedorf, di sicuro Berlusconi non farà follie per Allegri anche perché nessuna delle follie sul mercato assicurerebbe di avanzare oltre gli ottavi di Champions League. Roma e Fiorentina possono difficilmente essere migliorate senza mettere cifre di altri tempi. Non si capisce perché il Napoli dovrebbe fare pazzie per l'Europa League o per raggiungere una zona Champions che già adesso ha ampiamente in canna. La Juventus è nettamente la più forte e completa in Italia, non c'è alcuna ragione per svenarsi sognando quella che per lei è una coppetta (sia pure con finale a Torino) e che solo chi è più realista del re spaccia per un grande obbiettivo: giocatori che possano migliorare la rosa di Conte ce ne sono pochi e nessuno è messo così male da accettare un trasferimento a gennaio. Il resto è sopravvivenza e cabotaggio ancora più piccolo, poi magari Lotito dirà che c'è un progetto Reja. Per queste ragioni parleremo per un mese del nulla, una volta tanto lo diciamo in anticipo.

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