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Redazione

09.06.2013 ( Aggiornata il 09.06.2013 19:14 )

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Ci voleva Mario Balotelli per far capire agli italiani che i calciatori sono tollerati solo quando dicono banalità o vivono da cretini viziati. Quando osano rispondere a tono alle critiche, via Twitter e peraltro in maniera molto educata (mentre i toni di chi lo ha attaccato erano spesso oltre il codice penale), sono addirittura costretti a scusarsi pubblicamente e a subire i rimproveri di allenatore (Prandelli, non Allegri), dirigenti e club troppo bene, o male, abituati a soldatini lobotomizzati. Tutto è partito ovviamente dall'espulsione di venerdì sera durante la partita con la Repubblica Ceca, che anche gli antipatizzanti di Balotelli hanno trovato esagerata, e dalla valanga di insulti che si sono riversati sul suo account Twitter 'vero' (mentre i fake non si contano), @FinallyMario. Invece di un umanissimo 'vaffa' Balotelli, che non si serve di collaboratori che scrivono messaggi all'acqua di rose come quasi tutti i suoi colleghi, ha twittato come risposta un sensatissimo 'Scrivete quello che volete, ma in Confederations Cup tifate per un'altra nazione, ve lo dico con il cuore. E rivedete la partita bene, tutta'. Reazioni ancora più incattivite della suburra virtuale e Balotelli che lascia perdere, fino a quando viene preso per le orecchie da c.t. (consigliabile a anche a lui di rivedersi la partita, con gli azzurri presi per lunghi tratti a pallate) e Milan ed è costretto ad imbastire un messaggio di scuse (ma per cosa?) nello stile di quelli che sono costretti a vergare i dissidenti di certi regimi: 'Ieri la mia reazione non è stata quella giusta. Chiedo scusa. Alla mia squadra... devo imparare... ancora...'. Forse i tromboni che anche i sui media l'hanno linciato, secondo la discutibile premessa che il cliente ha sempre ragione, non hanno nemmeno colto l'ironia di questo ultimo messaggio, mentre di serio c'è il fatto che i calciatori italiano non siano liberi cittadini. Devono solo giocare e mostrare la nuova cresta, senza andare oltre: il Jonathan E. di Rollerball (film del 1975 ambientato nel 2018...) è sempre attualissimo. Anzi, a lui di criticare in maniera civile qualche maleducato l'avrebbero permesso.

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