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Redazione

14.05.2013 ( Aggiornata il 14.05.2013 11:06 )

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Multa di cinquantamila euro alla Roma per i buu di qualche centinaio di suoi tifosi, fra le migliaia presenti a San Siro domenica sera, all'indirizzo di Balotelli e non solo. La linea un po' ottusa del giudice sportivo Tosel è sempre quella: punire i club, come se avessero tutti un filo diretto con gli ultras. Situazione che oggi è molto meno vera rispetto a una ventina di anni fa, quando davvero esistevano i tifosi di professione, ed è ancora meno vera a Roma dove la struttura del tifo è meno gerarchica e militarizzata che in altre realtà ed è quindi impossibile controllare tutto agendo sui capi o presunti tali della curva. Sfuggono le colpe di Pallotta, di Baldini e di tutti gli altri dirigenti, ma soprattutto non si tiene conto del fatto che agli ultras (o ultrà, come è più comune dire nel Centro-Sud) delle finanze del club per cui tifano importa pochissimo: dei 'colpi di mercato' frega al tifoso in canottiera e telecomando, a chi sta in curva interessano soltanto l'appartenenza e l'identità. Anche, se non soprattutto, quelle 'contro'. E allora cosa fare? Sospendere o annullare le partite, così da consegnare alle curve un'arma di ricatto bella e pronta? Dare una parvenza di serietà ai cosiddetti steward, iper-presenti nei settori 'normali' e quasi assenti (per evidenti motivi) nelle curve? Si può provare tutto, ma in un paese in cui l'appassionato medio di calcio (e soprattutto il governo di un paese) considera lo stadio una valvola di sfogo non si arriverà mai a una vera soluzione del problema. Senza poi entrare nel merito del buu, se cioé rappresenti ordinaria disistima per un calciatore o se ha connotazioni ideologiche: allo stato attuale spetta all'arbitro e al più alto funzionario di pubblica sicurezza presente sul posto valutare il da farsi, con il rischio concreto di sospensioni 'tifose', che minaccino la regolarità del campionato. Pensare che sia un club di calcio a dover risolvere il problema del razzismo è tipico di chi pensa anche che ragazzi milionari debbano essere di esempio per coetanei disocuppati. Per la serie: l'importante è parlarne, ma dalla prossima partita saremo punto a capo.

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