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Nella testa di El Shaarawy

Redazione

16.04.2013 ( Aggiornata il 16.04.2013 13:31 )

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Del caso El Shaarawy, escluso domenica sera dai titolari nella partita più importante dell'anno del Milan e in campo solo nel finale, la prima cosa che colpisce è la gestione mediatica della vicenda da parte della società rossonera. Anche se dovremmo esserci abituati, almeno da quando il club è in mano a Berlusconi (inizio 1986), ogni volta il troncare e sopire poco manzoniano e molto gallianiano ci coglie in contropiede. La grandezza non sta tanto nello smentire una notizia che peraltro quasi nessuno ha dato (cioé il motivo per cui l'azzurro è stato punito da Allegri), perché di smentire sono capaci tutti, quanto nel passare direttamente alla fase due, quella del pentimento-redenzione. Sempre, sottolineiamo, senza aver chiarito la colpa. E così da una parte il cattivo è Allegri, sul quale c'è ormai il via libera per il tiro a segno (vada o meno alla Roma, la sua carriera rossonera è finita), dall'altra tutto dipende da una presunta stanchezza del ventenne attaccante, ma quello che conta è che adesso il ragazzo ha cambiato atteggiamento (fra domenica sera e lunedì, evidentemente), grazie a i genitori che gli stanno vicini (cucineranno anche per Niang, Balotelli e il resto della company?) e a una fidanzata ufficiale che gli dà serenità. Quando invece parte dei problemi del Faraone potrebbero dipendere proprio dal privato... Ma al di là dell'aspetto mediatico, sempre divertente da osservare, perché Allegri se l'è presa a morte per un atteggiamento di sufficienza e svogliatezza in allenamento che avrà visto in mille altri giovani calciatori? In sé stesso, ai suoi tempi, per primo... Va ricordato che El Shaarawy è il capocannoniere stagionale del Milan, 16 gol senza i rigori in quella che è la sua prima stagione da titolare. Giocando benissimo nel pre-Balotelli e calando, ma nemmeno tanto, quando SuperMario è arrivato e lo ha costretto a cambiare ruolo facendolo diventare una specie di Ravanelli 2.0. Tutto questo non spiega perché in una partita decisiva Allegri si sia comportato in maniera autolesionistica, con un tridente quasi sperimentale e soprattutto l'incredibile inserimento di Niang dopo mezzora, quando Boateng si è fatto male. E' evidente che la 'stanchezza di testa' di cui parla il tecnico e gli atteggiamenti alla Balotelli (Ovviamente il nuovo Balotelli non è uno che trasmetta negatività ai compagni, come quello dei tempi di Manchester...) che ha ormai assunto El Shaarawy sono spiegazioni parziali. Conclusione? Il concreto realismo di Allegri, che rimane la sua dote migliore e che gli ha salvato (insieme ai gol di El Shaarawy) la panchina qualche mese fa, non ha gradito alcune parole (che possono conoscere solo i due diretti interessati) e si è preso una domenica di vacanza, costringendo il Milan a giocare il preliminare di Champions. Se si è trattato di un'incazzatura del momento, per quanto autolesionistica, vedremo El Shaarawy titolare già contro la Juve. Altrimenti, se è un problema di testa, nemmeno Freud e Jung messi insieme potrebbero in pochi giorni sistemare le cose.

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