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Redazione

09.04.2013 ( Aggiornata il 09.04.2013 11:33 )

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L'Inter attacca il cosiddetto sistema per interposto Paolo Bonolis. Questa frase sembra quasi uno scherzo, però è quello che è realmente successo dopo l'ennesima partita in cui ai limiti tecnici della squadra (l'unica punta disponibile, il pur bravo e serio Rocchi, ha 35 anni e ha segnato un solo gol negli ultimi 14 mesi) si sono sommati errori arbitrali che non possono essere spiegati con la statistica. Facendo la differenza fra rigori a favore e rigori contro, risulterebbe infatti che nella stagione 2012-13 la squadra più 'aiutata' sarebbe il Napoli con un bel più 8 e che il Chievo (più 5) sarebbe addirittura più potente di Juventus (più 4) e Milan (più 3). Affermare che 'non ci danno rigori da 20 partite' (per trovare una striscia peggiore bisogna risalire all'Inter di Lippi) può regalare un titolo, certo. Poi non ci sono solo i rigori, chiaramente, ma anche le ammonizioni chirurgiche come il classico cartellino giallo al centrocampista difensivo o al difensore centrale dopo nemmeno un quarto d'ora, ma non è che possiamo a metterci a fare la moviola per tutto il campionato e per tutte le venti squadre in poche righe. Visto che Gervasoni ha tutto il diritto di sbagliare in buona fede e che non è il caso di analizzare il fallo che ha portato al rigore per l'Atalanta (anche perché non sapremmo cosa analizzare), il punto della denuncia di Bonolis (fatta a Inter Channel e poi pubblicata sul sito ufficiale dell'Inter) è chiaro: stanno bastonando l'Inter per difendere il piazzamento Champions (o meglio, da preliminare di Champions) del Milan. Una gigantesca farsa per arrivare a un risultato già scritto, questa la sintesi della posizione di Bonolis in qualche modo fatta propria dall'Inter (a meno che non si pubblichi sul sito ufficiale il parere di qualunque tifoso). A margine, nel senso che siamo marginali, qualche nostra considerazione. 1) Come ha scritto più volte il Guerino già in estate, senza bisogno di Nostradamus, la rosa interista di quest'anno era sulla carta da gruppone delle terze, a notevole distanza da quelle di Juventus e Napoli. In questo gruppone vari fattori (allenatore, infortuni, fortuna, arbitraggi) potevano far arrivare una Roma, ma anche la stessa Inter, indifferentemente terza o ottava. Il disfattismo di oggi non ha memoria dei giorni dopo la vittoria sulla Juventus nell'andata. 2) L'operazione Balotelli, che abbia o no avuto una valenza elettorale (Berlusconi è convinto di sì, visto che gli è costata carissima avrà fatto i suoi conti), ha dato un cambio di marcia al Milan regalandogli quel giocatore in grado di risolvere tutte le partitacce contro le medio-piccole. Oltre che un ragazzo che potrebbe diventare il miglior calciatore italiano della storia. E fra prendersi 3 punti ed accontentarsi di 1 c'è una bella differenza, nell'arco di due mesi. 3) Maurizio Beretta, incredibilmente confermato presidente di Lega nonostante il parere contrario di club come Juventus, Roma e la stessa Inter, non è certo quella figura autorevole che renderebbe credibile il cosiddetto sistema. Il fatto che vicepresidente di Lega sia Galliani e che il Milan sia di Beretta il vero grande elettore completa il quadro. Può essere simpatico ricordare che del gruppo pro Beretta (14 squadre su 20) facevano parte anche il Napoli e la Lazio. 4) Moratti e l'Inter hanno cambiato strategia rispetto agli anni bui di Calciopoli, quando le denunce erano generiche ed infatti il ribaltone sarebbe arrivato più per logiche interne degli Agnelli (a meno che qualcuno pensi che con Gianni e Umberto vivi sarebbe successo tutto quello che è successo) che per coraggio di una giustizia sportiva che si è accontentata delle briciole del lavoro fatto da quella ordinaria. L'idea attuale è quella di 'fare i nomi', anche se non è chiaro l'obbiettivo. Avere un rigore a favore contro il Cagliari? Cambiare la struttura della Lega? Far vedere ai propri tifosi che si fa qualcosa in chiave anti-milanista, pur sapendo che non c'è niente da fare? 5) Il cosiddetto nemico è diverso da quello di dieci anni fa. All'epoca l'asse Juve-Milan si materializzava attraverso la rete del moggismo ed aveva un aspetto mediaticamente più juventino anche se poi i vantaggi arrivavano a tutti. Adesso la Juventus è troppo lontana calcisticamente e troppo vicina politicamente per parlare di uno scenario simile. E' diverso anche il numero di posti al sole della Champions, per colpa un po' di tutti. 6) Ad essere diversi sono anche il potenziale di spesa e l'entusiasmo di Moratti. Visto che il calcio italiano è impossibile da riformare, come prova anche la passerella di vip alla presentazione della nuova Gea di Moggino, mai come in questo momento Moratti potrebbe decidere di vendere l'Inter al primo offerente serio. Da esterno sarà magari anche più facile esprimersi in prima persona, senza dover usare Bonolis. Twitter @StefanoOlivari

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