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Il modello Barcellona è Totti

Redazione

29.03.2013 ( Aggiornata il 29.03.2013 13:24 )

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Francesco Totti sarebbe stato Totti con qualunque allenatore, anche se non in qualsiasi città. Facciamo infatti parte della minoranza che pensa che rimanere a Roma abbia aggiunto e non tolto alla sua carriera. Ogni due giorni si straparla di modello Barcellona, poi in quasi nessuna realtà di A ci si ispira alla base ideologica di quel modello: che non è tecnica, perché Messi non si costruisce (anche se il Pallone d'Oro è molto più costruito, anche fisicamente, di quanto comunemente si pensi), ma, consentiteci il gioco di parole visto che siamo cresciuti con il Guerin Sportivo, etnica. L'identificazione del tifoso con la squadra, ma soprattutto dei giocatori con un'idea, nel caso catalano dipende in gran parte da un'appartenza che va al di là del 4-3-3 e che in qualche caso, come appunto quello di Totti, ha funzionato anche da noi. Roma per un romano vale Pescara per un pescarese, in questo senso. Però l'argomento viene raramente toccato, preferendo la retorica dei 'giovani italiani' che negli ultimi anni va tanto di moda. Destro è un giovane italiano ma non sarà mai Totti, anche se magari fra vent'anni supererà i suoi gol e quelli di Piola. Ma dove può funzionare il modello Barcellona, in Italia? Prendendo in considerazione i settori giovanili migliori e rapportandoli alle aspirazioni della prima squadra, solo in due posti: Roma e Atalanta. In altri posti si lavora anche molto bene a livello di Primavera e di Allievi, ma le pressioni ambientali sono tali che emergere è un'impresa. L'anno scorso l'Inter vinceva una manifestazione internazionale, la Next Generation, che non è la Champions League dei giovani ma è comunque un torneo importante, ma di quella squadra nell'Inter vera non è stato lanciato nessuno (non contiamo le presenze da tappabuchi per situazioni contingenti) ed in generale passare dalla Primavera di un grande club al calcio dei grandi è un'impresa: agli esempi di Marchisio (transitato da una stagione all'Empoli e diventato titolare in A con la Juve a 22 anni) e De Sciglio se ne potrebbero opporre mille di segno opposto. Conclusione? Speriamo che Totti sia di ispirazione non solo per come tocca il pallone, ma abbiamo poche speranze. Il calciomercato è utile a troppe persone per poter essere ridimensionato. Vanno bene quindi i giovani, l'importante è che cambino squadra di frequente.

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