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Redazione

01.03.2013 ( Aggiornata il 01.03.2013 12:38 )

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Solo John Carew ha salvato l'Inter da John Carew. Presentandosi alle visite mediche sovrappeso, come è logico per un 34enne dopo 8 mesi inattività, il norvegese ha in pratica consigliato a Moratti e Branca di lasciarlo alla sua carriera di attore, senza tentarlo con 300mila euro su cui peraltro c'era già l'accordo. Insomma, Diego Milito rimarrà senza sostituto fino al mercato estivo, al punto che Stramaccioni sta pensando seriamente di scongelare Tommaso Rocchi. Premesso che stiamo parlando di una squadra che può tranquillamente agguantare la qualificazione per il preliminare di Champions League, a riprova del crollo della qualità media della serie A nel giro di pochi anni e dell'infondatezza del disfattismo, ogni giorno si rimane comunque sfavorevolmente colpiti dalla mancanza di programmazione di un club che ha funzionato bene solo quando ha avuto in panchina uomini dalla personalità fortissima, con modi diversi di esprimerla, come Mancini e Mourinho. Non si parla di schemi disegnati alla lavagna, quelli li sa disegnare anche (e forse meglio) Gasperini, ma di gente che ha saputo creare la 'propria' squadra isolandola dall'ambiente, in un'epoca in cui comunque Moratti era ben diverso dal Moratti di oggi: come entusiasmo ma soprattutto come capacità di spesa, legata ai dividendi che dal 2009 la Saras non dà più. L'Inter di qualche anno fa poteva fare degli sbagli, come tutti, ma aveva la certezza che Moratti avrebbe avuto sempre in canna i soldi per rimediare. Adesso che questa certezza non c'è più, anche senza ipotizzare fantascenari di cessione (si è ben visto com'è finita la pantomima con i cinesi, dopo mille articoli del genere 'vicina la data del closing'), bisogna fare i conti con la mancanza di un progetto diverso dalla navigazione a vista. L'enfasi assurda posta sui successi della Primavera dell'anno scorso aveva principalmente lo scopo di preparare il terreno mediatico per l'operazione Stramaccioni: nella nostra modestia lo avevamo scritto sul Guerino già a suo tempo, guadagnandoci ostracismo da parte del club e qualche insulto da parte di tifosi che loro sì avevano capito il progetto giovani. Ecco, il progetto giovani è che di quei giovani di Stramaccioni nessuno è titolare in una squadra dall'età media peraltro alta (in attacco altissima), quasi nessuno è riserva e quasi tutti sono stati piazzati altrove. A maturare, magari prima che li prenda la Roma o il Milan. Lo stesso Kovacic, diciottenne promettente (e basta, al momento) acquistato per una somma superiore a quanto incassato per le cessioni di Julio Cesar, Maicon e Sneijder messi insieme, è sembrato una mossa estemporanea slegata dal resto. Se non si ritiene Belec degno di essere un portiere di riserva e si va a parare sul mestierante (argentino, ovviamente) Carrizo, di cosa stiamo a parlare? Avere un progetto tecnico non è garanzia di vittoria, non averlo è garanzia di dover ricominciare tutto da capo ad ogni stagione. In questo quadro, ripensandoci, per due mesi Carew poteva servire.

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