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Redazione

12.12.2012 ( Aggiornata il 12.12.2012 13:40 )

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Il Castelao di Fortaleza, capienza 66.700, è il primo dei dodici stadi del Mondiale 2014 ad essere pronto. Sarà simbolicamente consegnato alla Fifa domenica prossima, con sei mesi di anticipo sulla Confederations Cup (15-30 giugno 2013), alla faccia delle ironie europee sulla capacità di una nazione sudamericana di organizzare una manifestazione come Mondiali di calcio o Giochi Olimpici con tutte le complessità ed i rischi del terzo millennio. Perché se Uruguay 1930 era pionierismo (ed in ogni caso lo stadio Centenario fu ultimato a manifestazione in corso), Brasile 1950 era tranquillità (essendo stato fuori dalla Seconda Guerra Mondiale, il paese non ne aveva subito le devastazioni), Cile 1962 un mezzo flop ed Argentina 1978 una parata militar-nazionalistica (è perfino banale osservare che le dittature sono più "efficienti" delle democrazie), lo sport di adesso è qualcosa di fondamentalmente diverso e non solo per i soliti discorsi su televisione, soldi, eccetera. Il Castelao è quindi il primo di dodici. Gli altri, che citiamo in ordine di capienza teorica, sono il Maracanà di Rio de Janiero (con capienza "umanizzata" a 76.935, ben lontana dai quasi 200mila della partita decisiva, che non era una finale, del Mondiale 1950), il Nazionale di Brasilia (71.412), il Mineirao di Belo Horizonte (66.805), il Corinthians di San Paolo (65.807), il Fonte Nova di Salvador de Bahia (56.500), il Beira-Rio di Porto Alegre (50.287), il Pernambuco di www.atoledo.com Recife, (43.921), l"Amazonia di Manaus (43.710), il Pantanal di Cuiabà (42.968), l"Arena das Dunas di Natal (42.001) e l"Arena da Baixada di Curitiba (40.000). Due considerazioni, visto che ogni impianto ha una storia a sè. 1) Giusta la scelta di evitare il gigantismo e le cattedrali nel deserto in stile Sudafrica (ma anche Italia Novanta). Dei dodici impianti, solo due (quelli di San Paolo e Recife) sono nuovi in senso stretto, gli altri sono ricostruzioni, ristrutturazioni e ammodernamenti di strutture già esistenti. 2) Discutibile invece la scelta, peraltro imposta dalla Fifa, di distribuirsi su un territorio così vasto come quello del Brasile e con infrastrutture che non sono esattamente quelle di Germania 2006. Uno stadio in più a Rio e a San Paolo non avrebbe certo nuociuto alla regolarità del torneo, anzi. Tornando al Castelao, bisogna ricordare che è di proprietà dello stato del Cearà e che il suo record di pubblico, se così si può dire. è stato stabilitò nel 1980 con 120mila presenze. Non erano in campo né il Cearà né il Fortaleza, ma Giovanni Paolo II.

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