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Redazione

27.11.2012 ( Aggiornata il 27.11.2012 11:31 )

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All'Inter servirebbe Wesley Sneijder. Per vincere lo speciale campionato del senno di poi questa è la frase giusta per commentare la pessima prova di Parma, che ricolloca la squadra di Stramaccioni in una posizione coerente con il valore della sua rosa: prima nel gruppo delle terze, dietro a Juventus e Napoli, cioé squadre che sulla carta possono essere indifferentemente da terzo posto come i nerazzurri attuali o da nono come il Milan. Ovviamente non pensiamo che con lo Sneijder attuale (punto interrogativo grosso come una casa, almeno la sua e di Yolanthe) in campo sarebbe cambiato chissà che cosa, era solo un pretesto per parlare di un caso trattato frettolosamente come una normale trattativa di mercato. Ci riferiamo alla nota vicenda: in sostanza Sneijder non è stato convocato da Stramaccioni per Parma e, a quanto pare, non verrà chiamato nemmeno in futuro se non accetterà la proposta della società riguardante la riduzione del contratto. Che, sintetizzando (ci sono in mezzo bonus e altre cose), viaggia sui 6 milioni di euro netti a stagione fino al 2015. Secondo l'incredibile direttore tecnico Marco Branca, l'Inter non gli avrebbe proposto una riduzione, ma 'solo' di spalmare i soldi residui su più anni. Che a casa nostra significa riduzione, visto che dal 2015 in poi non è che Sneijder avrebbe in progetto di giocare gratis. E quindi? Poche considerazioni, che infliggiamo al 99% dei lettori civili del Guerino e all'1% dei ruttanti, che qualsiasi cosa scrivi sei in malafede o prezzolato. Incredibile che continuino a leggere noi operai del giornalismo, rinunciando alle abituali serate con Proust e Joyce. 1) Il contratto è stato liberamente sottoscritto sia dall'Inter che da Sneijder, quindi è l'Inter che non vuole rispettarlo. Questa ovvietà non viene, chissà perché, sottolineata dai professionisti del 'Moratti è un signore'. 2) Mettere un giocatore ai margini della rosa, senza una motivazione tecnica o comportamentale significativa, equivale al mobbing. Non lo pratica solo l'Inter, certo, ma è di Sneijder che stiamo parlando. E sorvoliamo sul ridicolo caso Twitter, che avrebbe dovuto far intervenire l'associazione calciatori in difesa della libertà di espressione. 3) Rendere pubblica la questione, con annessa emarginazione del giocatore, significa deprezzarlo. Una scelta finanziariamente senza senso, quasi una specialità della casa (viene in mente il modo in cui è stato salutato Julio Cesar), aggravata dal fatto che da un giocatore della fama di Sneijder, 28 anni e non 40, si poteva guadagnare parecchio ed invece adesso sarà già un successo liberarsi dell'ingaggio. 4) In tutto questo viene dato per scontato, anche da chi sostiene le ragioni di Sneijder (forse anche da Sneijder stesso), che l'olandese non serva più all'Inter. Ci permettiamo di dubitarne, vista la qualità assoluta del giocatore e quella relativa del centrocampo interista. Senza contare che sarebbe bene avere alternative tattiche al tridente dei trentenni. 5) Stramaccioni in poche settimane è passato da miracolato di Moratti a nuovo Mourinho, tornando poi a quello che è: un uomo della società, messo lì per accettare strategie (si fa per dire) imposte dall'alto. Non è un delitto, anche Capello e Guardiola sono partiti in questo modo, ma è solo per dire che solo fra qualche anno potrà rifiutarsi di fare l'aziendalista. 6) Moratti non ha più soldi da spendere nell'Inter, a meno che non intacchi il patrimonio personale e voglia ripercorrere le orme di Franco Sensi. Il fair play finanziario sta diventando, anche in altri club, solo una copertura per nascondere le difficoltà degli azionisti di maggioranza.

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