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Da serie B non è Allegri

Redazione

22.10.2012 ( Aggiornata il 22.10.2012 10:35 )

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Il Milan in serie B, la classifica dopo otto giornate è un'occasione troppo grossa per non sparare questo titolo ad effetto. Evocando magari gli spettri della stagione 1981-82, quella dell'unica retrocessione rossonera sul campo (l'altra, quella del 1980, era stata decretata dalle sentenze del primo calcioscommesse), con una squadra che non era affatto male (Tassotti, Collovati, Franco Baresi, eccetera) ma che non aveva la mentalità giusta per la lotta salvezza. Il colpevole di oggi è ovviamente Massimiliano Allegri, che ha sei giorni di vita calcistica al Milan: il suo futuro si deciderà sabato notte dopo la partita di San Siro con il Genoa, forse anche prima se con il Malaga si materializzasse una disfatta. La regola aurea della maggior parte dei media è quella di linciare l'allenatore, cioè l'unico che in senso stretto capisce di calcio (più dei giornalisti che lo criticano, dei presidenti che lo scelgono, dei tifosi che lo fischiano e anche di molti calciatori dall'Ego smisurato), lasciando stare le società e i giocatori più rappresentativi, che possono sempre rendere difficile il tuo lavoro. Peccato che Allegri sia lo stesso Allegri che se Barbara Berlusconi avesse continuato ad occuparsi della sua galleria d'arte avrebbe vinto due scudetti in due anni al Milan (via Pato lo scorso gennaio, Galliani aveva tutto pronto, e dentro Tevez). E che adesso si ritrova a gestire una squadra non certo da serie B ma che nemmeno un tandem Mourinho-Guardiola potrebbe portare in zona Champions: le riserve di quelli 'veri' che non ci sono più, cioé i Bonera della situazione, giocatori buoni ma che in un contesto negativo vanno a fondo (esempio: Nocerino) più altri che in assenza di grandi obbiettivi si sono imborghesiti (Boateng ma non solo lui). Su tutto l'incertezza assoluta per quello che riguarda il futuro della società: siccome Berlusconi non ama il profilo basso e un centinaio di milioni che gli crescono, da buttare nella forinace del calcio, li avrebbe ancora, è evidente che il monte ingaggi è stato alleggerito per rendere più appetibile la società. Il che non significa che verrà di certo ceduta a russi, arabi, cinesi, eccetera, ma solo che mai come adesso, in 26 anni di Berlusconi, l'ìpotesi è realistica. In questo quadro l'esonero di Allegri, per affiancare a Tassotti un uomo immagine (Inzaghi, Costacurta, Berlusconi pensa anche a Paolo Maldini che non ha mai allenato e non è nel cuore di Galliani), sarebbe di rara inutilità. Da serie B non sono Allegri e nemmeno la rosa, ma dirigenti che dopo tanti successi adesso navigano a vista. Qualche trombettiere parla di gratitudine, ma nello sport la gratitudine non può esistere: se no giocherebbe ancora Rivera.

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