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Milan-Inter senza tessera

Redazione

02.10.2012 ( Aggiornata il 02.10.2012 18:48 )

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La tessera del tifoso è stata un fallimento, perché a tre anni dalla sua introduzione (ministro dell'Interno era Maroni, presidente del Consiglio Berlusconi) i reati connessi al calcio sono sì diminuti, ma il numero degli spettatori della serie A è crollato. Un po' come ridurre il numero degli stupri evirando tutta la popolazione maschile. Una volta tanto non spariamo cifre a caso: la media spettatori per partita nella serie A 2008-09 era di 25.779, quella del campionato scorso di 23.214. A casa nostra significa meno 11% in sole tre stagioni. Se lo scopo era quello di cacciare gli ultras dagli stadi, vendendo meglio il fantomatico 'prodotto calcio' alle altrettanto fantomatiche famiglie con grande potenziale d'acquisto, ecco, questo scopo non è stato raggiunto. Negli stadi italiani, con poche eccezioni, sono rimasti quasi solo gli ultras. Il paradosso è che adesso nella serie A italiana si può comprare tranquillamente un biglietto senza avere la tessera del tifoso, aspettando la finestra della vendita libera, anche in partite come Milan-Inter. Da ieri si possono acquistare con la semplice carta di identità, ce ne sono ancora in giro migliaia (qualcuno dice ventimila), senza bisogno della carta Cuore Rossonero. Domanda di un tifoso con un minimo di cervello: ma se anche senza la tessera del tifoso posso comprare il biglietto per Milan-Inter, perché mai dovrei farmi schedare? Alla fine dagli stadi sono stati cancellati quelli che decidono di andarci all'ultimo momento, che condividono un abbonamento con un amico (il quale evidentemente ha un altro nome), che non vogliono perdere tempo in banca e in generale che non vogliono programmare tutta la propria esistenza in base al calendario calcistico. Pioggia di editoriali con i tifosi che disertano gli stadi (per il Milan minimo storico, nell'era Berlusconi, di abbonati, per l'Inter metà stadio vuoto in una partita interessante come quella con la Fiorentina), come se fosse un delitto snobbare De Jong e Alvarez, ma nessuna critica nei confronti di chi, con la connivenza delle stesse società (che preferiscono i soldi sicuri e fissi delle televisioni a quelli incerti della gente che ragiona con il proprio cervello), ha reso gli stadi sempre più vuoti. Infatti la risposta dei grandi cementificatori e dei loro media è unanime: nuovi stadi, ovviamente molto più piccoli perchè il calcio interessa a meno gente, edificabilità delle aree circostanti, indotto commerciale che ripaghi del crollo dell'incasso al botteghino (del resto il botteghino non esiste più). E quindi? Il responsabile marketing alle vongole, intervistato da chi di dovere, spiegherà che con tante Allianz Arena tutto cambierà. Twitter @StefanoOlivari

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