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Il Milan di una volta

Redazione

18.07.2012 ( Aggiornata il 18.07.2012 10:37 )

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Addio anche a Zlatan Ibrahimovic, nel calcio italiano le dismissioni per tamponare le falle del presente e pagare i debiti del passato sono già molto simili alla realtà anticipata per il resto del Paese dal ministro dell'Economia Vittorio Grilli. Per uscirne meglio, va di moda considerare fra le cifre dell'operazione anche i risparmi sogli ingaggi futuri dei giocatori ceduti, così si può scrivere impunemente che per il Milan la cessione di Thiago Silva e Ibrahimovic si è tradotta in un guadagno da 170 milioni di euro quando con invece l'incasso reale sarà di 65 (in pratica la perdita di bilancio dello scorso esercizio). Ma non è questo il punto che oggi ci sta a cuore, quanto il fatto che ancora una volta si sia voluto far passare per mercenario un giocatore che in realtà è stato accompagnato alla porta da Galliani su mandato evidentemente di Berlusconi. Dopo il teatrino di un mese fa, con Thiago Silva 'regalato' dal presidente ai suoi tifosi quando sembrava ad un passo dal Paris Saint Germain, adesso che insieme al numero due della squadra se ne va anche il numero uno l'imbarazzo di tutti è palese. Imbarazzo dei giornalisti, visto che nessuno fino a pochi giorni fa credeva realmente ad uno smantellamento del Milan (noi non riusciamo a crederci nemmeno adesso, davanti all'ufficialità). Imbarazzo dei tifosi, divisi fra la gratitudine per una proprietà che ha portato cinque Champions League e tantissimo altro e la rabbia per essere stati presi in giro a colpi di annunci (in ordine sparso: Galliani che a maggio assicurava che Ibra sarebbe rimasto e avrebbe vinto di sicuro una Champions con il Milan, Allegri che poco dopo riceveva assicurazione dal presidente sulla parmanenza di Thiago Silva, le mille promesse fatte in crociera). Fino al prolungamento del contratto di Thiago Silva, storia di 15 giorni fa (sembra un secolo) e alle pseudoconfidenza di Berlusconi ai peones del Popolo della Libertà. L'imbarazzo è soprattutto dei giocatori rimasti: chi pensa di avere mercato, da Cassano a Robinho, si guarda intorno, chi non ce l'ha sente di dover rispondere ad aspettative da Milan di una volta pur senza essere un giocatore da Milan di una volta. Il problema è che il Milan di una volta, o almeno una sua buona imitazione, esisteva fino a qualche settimana fa. E non basta l'operazione mediatica 'Ibra mercenario' (come se nella Juve, nell'Inter, nel Barcellona e nello stesso Milan avesse giocato per amore della maglia) per farlo dimenticare. Il resto sono elucubrazioni su piani che esistono, ammesso che esistano, solo nella testa di Berlusconi. Twitter @StefanoOlivari

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