Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

03.07.2012 ( Aggiornata il 03.07.2012 11:12 )

  • Link copiato

E' bastato che l'Italia perdesse la finale dell'Europeo, contro una delle più forti nazionali di tutti i tempi (la più forte nell'era in cui l'interesse popolare è tutto per i club), perché il popolo del po-po-po di disperdesse con le sue magliette tarocche (nessun blitz della Finanza?) ed il calciomercato tornasse ad imperare. Meglio di noi l'ha spiegato @juventusfc, il profilo Twitter ufficiale dei campioni d'Italia, che fino a quando il risultato della finale era sullo zero a zero ha messo come hashtag (cioè la categorizzazione del tweet) #ItaJuve, mentre quando la situazione è precipitata ha piazzato un più generico #Euro2012. Eppure, nonostante il penoso spettacolo di Abete che risultato alla mano se l'è presa con la scarsa considerazione del movimento calcistico per la Nazionale (da notare che lui non è l'usciere della Figc, ma il presidente), dell'Italia di Prandelli rimarrà un bel ricordo. E non solo un ricordo, visto che la giovane età di molti dei 23, insieme ai vari Verratti, Schelotto, Insigne, Destro, eccetera, autorizza a sperare che al Mondiale 2014 non faremo solo le comparse. Insomma, questo teatrino del disfattismo e della maglia azzurra che non viene onorata dalla serie A cattiva e gretta viene decisamente meglio dopo un fallimento. E quello di Prandelli non lo è stato, nemmeno nel paese del 'solo secondi'.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi