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L'atletica senza più record

Redazione

27.08.2011 ( Aggiornata il 27.08.2011 12:25 )

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(...) Il logorio di piste e pedane non risparmia nessuno, nemmeno Usain Bolt, il dio pagano delle piste, che, come lui stesso ha spiegato, non è «nella condizione del 2008 e del 2009; però sono qui per andare veloce e cercherò di farlo anche questa volta», dopo le sei medaglie d’oro fra Olimpiade (Pechino) e Mondiale (Berlino). Però qualcuno (soprattutto fra i mezzofondisti) ha preferito rinunciare a Daegu, a scopo preventivo, per evitare di incorrere nei rigori delle norme antidoping, volute dalla Federazione mondiale a un anno dai Giochi di Londra e che l’esame del sangue per tutti (è la prima volta nella storia del Mondiale) i 1.945 iscritti fra l’arrivo in Corea e il momento di iniziare le gare. Le tentazioni sono sempre tante, perché vincere un oro mondiale, significa compiere un bel passo in avanti verso la felicità economica. Se sono stati costretti a restare a casa Mullings (Giamaica) e Rodgers (Stati Uniti), che avrebbero potuto puntare al podio dei 100, beccati dall’antidoping, già in agosto, la tolleranza zero potrebbe creare nuovi casi durante il Mondiale. La Federatletica mondiale (Iaaf) ha aderito da tempo all’iniziativa del passaporto biologico e ha spiegato che «le analisi permetteranno non soltanto di misurare i markers per l’eventuale uso di Epo e di manipolazioni sanguigne nelle prove di corsa lunga, ma anche di individuare l’uso di steroidi o dell’ormone della crescita nelle discipline di forza e di esplosività. I dati raccolti daranno la possibilità di avere alcune certezze di base dalle quali partire, per arrivare a verificare eventuali anomalie nei valori degli atleti». È stato anche chiarito che il «passaporto biologico non sostituirà mai i controlli antidoping classici, destinati a scoprire l’uso di sostanze proibite» ed è per questo che sono previsti anche 500 controlli delle urine alla fine delle gare e fuori competizione. Quella della Iaaf, che si appoggia al laboratorio di Losanna, uno dei 35 accreditati dal Cio, è una battaglia coraggiosa: meno record del mondo (e ci sarebbe da chiedersi perché nei lanci i record sono tutti antichi), ma un’atletica più credibile. Anche a costo di rimetterci dei soldi. Fonte: articolo di Fabio Monti sul Corriere della Sera

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