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Redazione

22.04.2011 ( Aggiornata il 22.04.2011 11:43 )

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I giornali di oggi lo scrivono apertamente: Franco Baldini e Walter Sabatini stanno portando avanti il mercato della Roma per la prossima stagione, da cui Vincenzo Montella sarà il primo a uscire (Villas Boas, Ancelotti o Gasperini?). Dunque, possiamo dare per fatto il rientro di Baldini nel calcio italiano, benché lui abbia smentito la cosa a un comune amico che lo ha incontrato a Londra appena due settimane fa. Tutto fa pensare, invece, che assisteremo al ritorno a casa di uno dei dirigenti migliori del nostro movimento, capace di portare lo scudetto a Roma nel 2001. Ma anche di uno che ha spaccato l'opinione pubblica: amatissimo, quasi venerato dai romanisti, inviso agli juventini per via dello scontro eclatante con Moggi. Il rientro di Baldini dall’esilio dorato di Londra rappresenta un altro tassello, insieme al quasi scudetto del Milan dopo il quinquennio interista, del recupero di una certa normalità, di un ritorno all'antico. Baldini, lo dico agli unici due in Italia che non lo sanno, è stato il grande accusatore di Luciano Moggi, a sua volta bersaglio preferito dell’ex Dg bianconero insieme al tenente colonnello Auricchio. Non mi interessa addentrarmi nelle faccende di Napoli, che mi danno il mal di stomaco ogni volta che le incrocio in tv, però registro come Baldini di nuovo in Serie A sia una notizia, forse meritevole da parte degli stessi quotidiani di un maggiore approfondimento. In questi cinque anni era stato vicino al Bologna, al Parma, alla Fiorentina, in quest’ultimo caso bloccato dal veto di Carraro. Eh sì, perché il nemico non era solo Moggi. Addirittura fu lui a rifiutare la Juventus del dopo Calciopoli, dicendo no a Elkann e Gabetti per scongiurare altre polemiche. Conosco Baldini da molti anni. Lo stimo come dirigente. È più preparato e colto di moltissimi colleghi, e basta poco, ma fa di tutto per non nasconderlo, talvolta apparendo snob. Una volta mi disse: “Non ho più voglia di rientrare nel calcio italiano, sto bene qua in Inghilterra”. Evidentemente non ce l’ha fatta a resistere. Ha aspettato Primavera, come il quasi omonimo protagonista di John Fante, italoamericano come DiBenedetto. La citazione gli piacerà.

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