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Cinque commissari tecnici per farne uno

25 - Bisogna scegliere il primo commissario tecnico della Nazionale e nel 1910 non c'è sulla piazza alcun nome indiscutibile, anche perchè la figura dell'allenatore non è ancora scissa da quella del dirigente o del giocatore. E così invece del commissario nasce la prima di una lunga serie di commissioni...

Redazione

09.01.2011 ( Aggiornata il 09.01.2011 04:25 )

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Presi dal campionato e dai suoi mille cambi di formula, non abbiamo ancora parlato della Nazionale. Cioè dell'entità che per almeno 80 anni, dalla sua nascita fino al Mondiale del 1990, è stata l'elemento trainante del sistema anche quando ha dovuto confrontarsi con la popolarità e le vittorie dei grandi club. Proprio nella stagione 1909-10 la FIGC decide di dare una logica ad un'attività che fino a quel momento è stata ufficiosa, fra selezioni messe insieme all'ultimo momento (e piene di stranieri) ed esibizioni da fiera di paese. Non c'è una vera e propria strategia, ma solo la volontà di copiare quanto si sta facendo nel resto d'Europa dove con poche eccezioni la nazionale riesce ad ottenere più attenzioni del pubblico rispetto all'attività dei club. Finora abbiamo descritto la FIGC come una sorta di entità astratta, in realtà la federazione è per composizione qualcosa di molto simile alla Lega dei giorni nostri. A dirigerla sono rappresentanti delle maggiori società e qualche notabile bisognoso di una vetrina, con i presidenti che si avvicendano senza che nessuno abbia un'idea di fondo sullo sviluppo di questo sport. Con Luigi Bosisio, diventato numero uno della FIGC nel 1909, le cose però cambiano leggermente: lui e il segretario Baraldi vedono quanto sta avvenendo all'estero e pensano che una squadra di tutti gli italiani riuscirà a placare le polemiche che crescono stagione dopo stagione con qualsiasi pretesto: quella del momento è il dualismo città-provincia, con la vicenda Pro Vercelli-Inter a rappresentarla alla perfezione. Bisogna scegliere il commissario tecnico e non c'è sulla piazza alcun nome indiscutibile, anche perchè la figura dell'allenatore non è ancora scissa da quella del dirigente o del giocatore. E così invece del commissario nasce la prima di una lunga serie di commissioni. Bosisio chiama a farne parte Umberto Meazza e Agostino Recalcati della Milanese, Giuseppe Gama dell'Inter, Gianni Camperio del Milan e Alberto Crivelli dell'Ausonia. Il quintetto di uguali decide che il più uguale di tutti sarà Meazza, che guiderà gli allenamenti ed avrà l'ultima parola su una formazione che sarà comunque frutto di trattative. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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