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L'allenatore nel pallone

19 - Nel 1907 il Milan vince il suo terzo titolo italiano, guidato dalla panchina da Daniele Angeloni. E' una delle tante scelte di rottura di quell'anno, seconda solo alla chiusura del campionato agli stranieri...

Redazione

03.01.2011 ( Aggiornata il 03.01.2011 05:20 )

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Il campionato del 1907 è più tranquillo del precedente sotto il profilo dell'ordine pubblico, ma anche più ricco di sorprese. In Piemonte il neonato Torino supera la Juventus mentre in Liguria l’Andrea Doria sorprende il Genoa. Il Milan è molto più forte del Milan già campione, gli basta non perdere con il Torino e stracciare il Doria per essere conquistare il terzo titolo italiano fra una Palla Dapples e l'altra. A bordocampo si vede una novità: l’allenatore non è più uno dei giocatori (fino all’anno prima è stato Kilpin), ma uno che fa solo l’allenatore: Daniele Angeloni, peraltro giocatore rossonero fino a poco tempo prima. Un passo importante verso la professionalizzazione dell’ambiente, non ancora davvero professionistico ma già con soldi significativi a fare da incentivo. Ai giovin signori e agli emigranti si sono infatti affiancati in pianta stabile piccolo borghesi che dal calcio traggono una parte importante del proprio sostentamento. E il fenomeno si espande anche in regioni dove il gioco è a un livello organizzativo e tecnico inferiore. Quella che sta bruciando le tappe è il Lazio, dove in quello stesso 1907 la FIF organizza un campionato di prova, tanto per vedere l’effetto che fa. E’ il cosiddetto Campionato Romano, che non avrà sviluppi ma getterà un seme importante. Intanto dopo il terzo titolo del Milan le federazione prende una decisione davvero a sorpresa, considerando l’origine del calcio italiano: la chiusura del campionato agli stranieri. Una mossa chiaramente contro i club delle grandi città, per consentire alla provincia di essere competitiva. L’obbiettivo è allargare il numero di partecipanti al campionato, facendo entrare in scena nuove regioni. Di sicuro, anche se gli stranieri torneranno, questa scelta chiude l'epoca pionieristica e borghese del nostro calcio. (19-continua) Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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