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La pelle dura di Benitez

La carriera pre-Inter del'allenatore spagnolo non è sempre stata rose e fiori. Anzi, l'inizio fu addirittura drammatico: due esoneri e il pensiero di cambiare mestiere. Poi trovò il carattere per ripartire, anche se forse i giocatori dell'Extremadura non si stiravano ogni due partite...

Redazione

23.11.2010 ( Aggiornata il 23.11.2010 11:34 )

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Rafael Benitez non è un passante che è stato raccolto per strada da Moratti e Branca ed invitato a guidare l'Inter. Negli articoli di questi giorni, al di là dell'analisi degli errori che indubbiamente ha fatto, si notano toni che non vengono di solito riservati all'incapacità di presidenti (Moratti, nel caso) e giocatori. La regola è sempre la stessa: l'allenatore è il capro espiatorio ideale, l'unico anello della catena che può essere sostituito in qualsiasi momento senza che qualche migliaio di sfaccendati scenda in piazza a protestare. Però Benitez in carriera non ha vissuto solo momenti di gloria, quelli che tutti ricordano al Valencia o al Liverpool, ma anche situazioni difficili. Insomma, psicologicamente è attrezzato per uscire da questi momenti, poi dipende da chi e cosa mette in campo. Dopo un lungo assistentato (anche a Vicente Del Bosque) al Real Madrid, fra prima squadra e giovanili, Benitez si mise alla prova davvero per la prima volta nel 1995-96, a 35 anni, quando accettò la panchina del Valladolid: 2 vittorie in 23 partite, complimenti per la serietà e la didattica (avrebbe detto Scoglio) ma arrivederci e grazie con il club in fondo alla classifica della Primera Division. La stagione seguente Benitez scese di categoria, all'Osasuna, ma fu esonerato dopo 9 giornate. Un altro avrebbe cambiato settore, ma la fama di ex Real lo aiutò a trovare una terza occasione nel 1997: ancora Segunda Division, questa volta all'Extremadura. Fu la svolta: promozione, seguita da una retrocessione l'anno seguente. Nel 2000 altra promozione con il Tenerife, una squadra trascinata da quel Luis Garcia con il quale avrebbe vinto una Champions League al Liverpool. Nel 2001 Cuper lasciò il Valencia per andare all'Inter e Benitez continuò a volare. Due campionati nazionali, una Coppa Uefa, una Champions, varie altre cose e tanti momenti difficili superati. Ha la pelle dura, chissà se all'Inter avrà tempo di dimostrarlo.

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