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I 65 anni di Borg: storia di un rivoluzionario del tennis

I 65 anni di Borg: storia di un rivoluzionario del tennis

Dominò un’era con un gioco tutto top spin e resistenza fisica e mentale. Leggendaria la rivalità con McEnroe. Poi all’improvviso finì tutto

Stefano Cocci/Edipress

06.06.2021 14:52

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Compie 65 anni una leggenda del tennis, una delle colonne d’Ercole su cui si appoggiò lo sport degli anni Settanta. Bjorn Borg non è solo uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, Borg fu un rivoluzionario che impugnava la racchetta nel rovescio bimane come fosse una mazza da hockey, che allargò i confini del gioco perché per recuperare il suo top spin bisognava uscire quattro metri fuori dal campo, ma soprattutto ruppe le linee perfette dei maestri della racchetta per imporre la sua forza.

L’epopea

 

Borg fu Beatles e Rolling Stones, insieme, loro cambiarono la musica, lui sconvolse il tennis, lui, Bjorn, era puro ghiaccio all’esterno, ma nel suo cuore suonava “Paint it black”.  Nei suoi 65 anni, Borg disse addio alla racchetta quando ne aveva solo 26, avrebbe potuto vincere ancora tanto se solo avesse resistito al logorio psicologico del suo tennis monolitico, ma in quell’arco di tempo riuscì a scrivere pagine indelebili: vinse il 41% dei tornei del Grande Slam che disputò e il 90% dei singoli match di quei tornei; fece la doppietta Roland Garros-Wimbledon per tre anni consecutivi (1978, 1979, 1980); ha vinto sei Roland Garros e cinque Wimbledon, questi consecutivi, l’ultimo nell’80, in una finale indimenticabile contro McEnroe, la partita del secolo con il meraviglioso tie-break del quarto set vinto da Mac per 18-16. Borg prevarrà al quinto per 8-6, ma qui il suo regno inizia a scricchiolare. È il culmine della rivalità tra lo svedese di ghiaccio e il ragazzaccio di New York.

La rivalità

 

Fu come i più grandi confronti della Storia del cinema, dello sport, dello spettacolo, come il Lato Chiaro contro il Lato Scuro della Forza, Rocky o Apollo Creed, Fischer contro Spasskij. Lo svedese si ritirò praticamente dopo la finale persa, proprio contro McEnroe agli US Open del 1981. Dopo quella partita tornò per giocare solo il torneo di Monte-Carlo nel 1982 e nel 1983. Ci riprovò nel 1991, si presentò di fronte allo spagnolo Arrese armato solo di una racchetta di legno. Ci provò ancora nel 1992 e nel 1993, ma rimediò solo sconfitte, l’ultima contro il russo Volkov al torneo di Mosca. Poi basta. Qualche anno fa sul confronto di stile e di vita tra i due tennisti ci girarono anche un film, un rapporto finito nel mito e purtroppo, anche in uno spot di una catena di supermercati, ma alle divinità perdoniamo tutto.

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