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Il contributo di Camila Giorgi

Il contributo di Camila Giorgi

Redazione

04.04.2016 ( Aggiornata il 04.04.2016 12:21 )

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La prima considerazione a margine del cosiddetto caso Giorgi è che nelle prime 101 tenniste del mondo ci sono sei italiane, da Roberta Vinci fantastica numero 8 alla Schiavone onorevole 101 e ancora vogliosa di giocare, passando per la ritirata Pennetta (12), la Errani (20), appunto la Giorgi (48) e la Knapp (72). Fra la 101 e la 300 di italiane ce ne sono invece due, Martina Caregaro (270) e Giulia Gatto-Monticone (292). E delle otto citate soltanto la Giorgi e la Caregaro sono nate negli anni Novanta, segno che le seconde linee rispetto alle grandi del presente non è che non siano all'altezza: semplicemente non esistono. Da tenere presente che Vinci e Schiavone potrebbero essere all'ultimo giro... La seconda considerazione è che chiunque sia tesserato (tesserata) per la FIT è tenuta già soltanto per questa affiliazione a rispondere alle convocazioni in Nazionale. Se non lo fa ci può stare che la federazione squalifichi o faccia pressioni di altro tipo, anche se nello sport di oggi per fortuna questo significa esclusione soltanto da Davis o Fed Cup, oltre che dalle convocazioni per i Giochi Olimpici, non certo dai tornei (anche se la Giorgi non sarà a Roma). Insomma, il 'contratto' fra la famiglia Giorgi e la FIT, ammesso che esista nei termini cui se ne è parlato (soldi e supporto logistico a Tirrenia contro disponibilità in chiave azzurra), è del tutto privo di senso. Sarebbe come se la federcalcio desse dei soldi a Buffon o Insigne soltanto per essere disponibili ad essere convocati. Se davvero sono stati dati soldi pubblici alla Giorgi non come contributo a fondo perso per la carriera (ci può stare, vista l'importanza, anche per il reclutamento, di avere giocatrici di vertice), ma come pagamento anticipato di prestazioni in Fed Cup, anche con l'escamotage del 'prestito d'onore', questa sarebbe una colpa gravissima. Oltre che un precedente pericoloso: la Giorgi ha già guadagnato in carriera circa 1.700.000 euro di soli premi, che uniti alle sponsorizzazioni fanno sembrare il contributo federale davvero un di più. Impossibile comunque che sia costretta a restituire i contributi a fondo perso, probabile e giusto che debba farlo con il prestito (essendo appunto un prestito, vincolato a certe prestazioni sportive) se abbiamo interpretato bene la posizione della FIT. La rottura è stata annunciata dai Giorgi (Camila è da sempre allenata dal padre Sergio) con un comunicato dai toni discutibili, in cui si spiega l'intenzione di saltare Italia-Spagna prevista fra due settimane a Lleida e in pratica si paragona la vicenda a quella di Simone Bolelli (escluso dalla Davis otto anni fa per una convocazione rifiutata e poi graziato dopo avere lasciato il suo allenatore, Claudio Pistolesi, inviso alla FIT di Binaghi). Le ragioni della Giorgi sono il volersi concentrare su una classifica al momento sotto le sue aspettative (altissime, anche perché le top ten può batterle quasi tutte), ma si basano evidentemente anche su qualche vicenda personale, con le compagne di Fed Cup o con i dirigenti federali, che non conosciamo. La terza considerazione da fare è quasi tutti i tennisti e le tenniste del presente hanno una o più volte contrattato con la federazione di saltare un turno, tutto si è svolto con discrezione (per non dire sottobanco) e quasi nessuno è stato additato come traditore della patria. Conclusione? Magari la Giorgi verrà convinta a cambiare idea, complice il fatto che tre delle Fab Four non abbiano futuro e che la Errani sia in difficoltà pur essendo ancora a un buon livello, ma in ogni caso questa vicenda ha un cattivo sapore di altri tempi. Quando l'atleta era trattato come un bambino. Insopportabile negli sport di squadra, ma ancora di più in quelli individuali dove ognuno è padrone del suo destino.

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