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Marino e la Lega delle multe (Guerin Basket)

Marino e la Lega delle multe (Guerin Basket)

Redazione

19.01.2016 ( Aggiornata il 19.01.2016 15:27 )

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Dopo il week end dell’All Star Game si torna al basket giocato e per quel che si vede, ma soprattutto si legge, non si sa sia un bene oppure no. Il campionato mostra tutti i suoi limiti che coinvolgono impianti, presidenti, Lega, Federazione, tifosi. Un campionato che vuole rinverdire i fasti del passato, ma che specchiandosi nel presente si appella alla crisi economica, alla mancanza di impianti adeguati, a una classe arbitrale non all’altezza, alla sentenza Bosman, alle scie chimiche. Tutto pur di non guardarsi in casa, sedersi a un tavolo e collaborare, magari dopo aver criticato, cambiato, azzerato quanto non va bene e messo da parte invidie, conflitti e conti in sospeso. Dilettanti. Tensione (a dir poco) tra le squadre di club e il presidente di Lega che, essendo anche presidente del basket Brindisi, ha a cuore la propria squadra (e non sarebbe normale il contrario) a tal punto da prendersi una inibizione fino al 2 di febbraio (di fatto un paio di settimane), per aver offeso la terna arbitrale che avrebbe (a dir suo) condannato Brindisi nella partita contro Pistoia. Tutto questo è successo, a metà partita, nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, continuando poi nel terzo periodo dalla tribuna e invadendo poi anche la parte di campo interdetta a chiunque non sia a referto. Sia chiaro: l’inibizione (punizione più simbolica che reale) è stata data al presidente di Brindisi e non a quello della Lega Basket, ma proprio per questo è difficile pensare che Maltinti, Bulgarelli ed Esposito si siano sentiti tutelati da Marino, nel momento in cui offendeva gli arbitri. Perché tra i compiti del presidente di Lega ci sono quelli di tutelare tutte le squadre del campionato e non solo la propria (ammesso che il presidente di Lega debba possederne una) e di dialogare con la classe arbitrale, in maniera costruttiva, quindi, senza insulti. Ci si chiede se abbia senso per la Lega Basket avere un presidente in pieno conflitto di interessi (non che in Italia il conflitto di interessi tolga il sonno a qualcuno), che tralascia temi come l’impoverimento tecnico del campionato (cercasi gioco disperatamente), o anche la crisi dei giocatori italiani che prima si diceva non avessero spazio, ma che ora, pur avendolo (fantastica l’idea del 6+6), dimostrano di non saper tenere il campo, costringendo i coach a rotazioni 5+2 (se va bene). Ci sarebbe poi la questione degli impianti, ma quella non riguarda mai nessuno. Tutto questo dovrebbe attirare sponsor, pubblico (pagante sarebbe meglio) e telespettatori, oltre che portare un po’ di gente (magari giovane, anzi giovanissima) a giocare, in centri sportivi e palestre, sotto la guida di allenatori e istruttori, ma anche e soprattutto nei campetti all’aperto, dove il basket giocato e quello sognato vanno di pari passo e si indossano le maglie della squadra del cuore (e l’outfit delle nostre squadre di serie A meriterebbe un capitolo a parte, soprattutto se rapportato alla gestione del merchandising che si fa oltreoceano) ripetendo i gesti dei propri idoli: avendoceli. Dilettanti 2. Milano vince contro Trento, ma a far notizia è l’infortunio di capitan Gentile, che a causa di una lesione al bicipite femorale destro, rischia di starsene fuori per sei settimane. Tutto qui? No: mentre il giocatore usciva dal campo qualche ben pensante del salotto glamour del basket italiano, sponda Olimpia, ha colto l’occasione per insultarlo (la chiamano “contestazione nei confronti della società”), dimostrando la propria mediocrità. In Italia i tifosi sono così: insultano a prescindere avversari, propri giocatori, arbitri, con la scusa “pago il biglietto”. A dirla tutta il biglietto dà diritto ad assistere a una partita, ad applaudire, fischiare, cantare, magari usare i bagni dell’impianto, se funzionano, mentre per insultare non ci sono ancora tagliandi in vendita. Dura da capire? Pare di sì. Dilettanti 3. A Bologna sponda Fortitudo (Lega 2 girone Est) durante il derby con Imola, un “tifoso” ha centrato con una monetina coach (ospite) Ticchi che al termine della partita ha lasciato il campo sanguinante. Non se ne sentiva il bisogno. Perché sebbene ci si affretti a parlare di episodio isolato, di tradizione sportiva, di tifo sano, al momento, pur se invitato a parlare, nessuno dei 5000 che stavano intorno ha visto niente. Come nella migliore tradizione. State buoni, se potete. La prima giornata di ritorno provoca una vera e propria pioggia di multe in Serie A. A farne le spese, pagando più di tutte, Caserta che dovrà versare alla FIP 3.000 Euro per offese, minacce, lancio di oggetti (colpendo e non), monete, sputi. Un bel repertorio che ha provocato la reazione della società che in un comunicato ha chiesto ai propri tifosi “di cui comprende l’amarezza” (!!!) di non mettere in atto comportamenti che penalizzino la Juve Caserta. Di fatto si chiede (invece di pretendere) ai tifosi di essere corretti e di evitare le multe (che a colpi di 6000 euro al mese equivalgono all’ingaggio di un giocatore di medio livello) che poi la Federazione ben volentieri elargisce, ma lo si fa con garbo. Poi passa papà e paga. Multe per insulti, offese, sputi, lancio di oggetti sono state comminate anche a Cremona, Milano, Brindisi (che ha rimediato anche una multa perché non funzionava l’apparecchiatura dei 24 secondi), Reggio Emilia e Torino. Un’abitudine trasversale quindi, che non è vietata, è solo costosa: chiunque in un palazzo dello sport può lanciare oggetti in campo, sputare addosso agli arbitri, insultare giocatori, presidenti, mogli, madri, parenti, etc. impunemente. Poi la FIP provvede a fare un sintetico comunicato con le tariffe applicate e la società a saldare il conto. Con buona pace di tutti. A dire il vero la società alla fine ci rimette, ma in qualche modo deve tenere buoni i tifosi, quindi raramente protesta o si dissocia. Se davvero si sta tentando di fare del basket un prodotto vendibile, allora bisogna responsabilizzare il pubblico, renderlo cioè responsabile di quel che fa e di quel che dice, isolando e cacciando chi si comporta in maniera non consona. Presidenti di club compresi. @luigi_ceccon 1° giornata di ritorno EA7 Emporio Armani Milano - Dolomiti Energia Trentino 83-79 Pasta Reggia Caserta - Openjobmetis Varese 70-77 Vanoli Cremona - Banco di Sardegna Sassari 73-72 Umana Reyer Venezia - Obiettivo Lavoro Bologna 73-69 Acqua Vitasnella Cantù - Betaland Capo d'Orlando 84-56 Grissin Bon Reggio Emilia - Manital Torino 77-72 Enel Brindisi - Giorgio Tesi Group Pistoia 67-71 Consultinvest Pesaro - Sidigas Avellino 82-88  

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