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Supercoppa 2015, il vero successo di Reggio Emilia

Supercoppa 2015, il vero successo di Reggio Emilia

Redazione

28.09.2015 ( Aggiornata il 28.09.2015 14:37 )

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Milano inizia esattamente come lo scorso anno: perdendo la finale di Supercoppa, questa volta con Reggio Emilia, che finalmente (e meritatamente) porta a casa un bel trofeo da mettere in bacheca. Dopo la soddisfazione di aver eliminato per un solo punto la Dinamo in semifinale, i ragazzi di coach Menetti giocano una partita ad alta intensità e demoliscono Milano, che, più che una corazzata, al momento pare un cantiere aperto (nella migliore delle ipotesi). Per chiudere in trionfo la giornata, i reggiani si portano a casa anche il titolo di MVP che va ad ADV (Amedeo della Valle), vero elemento di rottura (ma in senso buono) della squadra, capace nel primo tempo di scuotere i suoi e tenerli in partita. Buono l’innesto di Stefano Gentile. Il play di Caserta è riuscito a dettare i ritmi, tenere sul gioco i suoi compagni di squadra e far circolare la palla, segnando al contempo 14 punti. Se il buongiorno si vede dal mattino, a Reggio Emilia non rimpiangeranno “il Cincia”. Anche Aradori ha ben figurato, ma al di là delle prestazioni dei singoli, a funzionare è stata l’idea di squadra della Grissin Bon, che anche quest’anno ha puntato su un nucleo di italiani di buon livello (almeno per il nostro campionato) con due stranieri collaudatissimi come Kaukenas e Lavrinovic. In questo gruppo è stato molto facile inserire i nuovi arrivi, e non ha pesato affatto la partenza di Cinciarini. Il risultato è una squadra che ha un gioco, un allenatore che non deve conoscere sei lingue per fare un time out, e una base di 3.210 tifosi che si sono abbonati per la prossima stagione. In un campionato come il nostro, dove non ci sono più da anni giocatori italiani o stranieri in grado di fare la differenza, questo sistema sembra davvero funzionare. Dalla finale esce male Milano, con Repesa che ancora non è riuscito a dare una identità a un gruppo rifondato e allestito durante l’estate e a cui mancano amalgama e intensità (preoccupanti la resa nell’ultimo quarto e la media ai liberi da oratorio di parrocchia). L’Olimpia punta tutto su Gentile, ha anche assunto il padre come responsabile del settore tecnico giovanile e Gentile è giocatore di buon livello che probabilmente avrebbe un posto in quintetto base in tutte le squadre di serie A. Ma da solo non può vincere le partite. La differenza Gentile la può fare solo se innestato in un gruppo solido in ogni reparto, altrimenti finirà per essere un alibi per un gruppo senza gioco e senza carattere. Per una squadra (di fatto) nuova è molto presto per dare un giudizio, e la contestazione (con tanto di hashtag che fa molto 2.0) messa in scena dai tifosi a Torino ha riguardato il solito Portaluppi e Proli (che con i tifosi non ha mai legato) dando, giustamente, credito a Repesa. Con lo stesso risultato Banchi avrebbe avuto un trattamento diverso, ma i tifosi dovrebbero ricordare che alla fine 13 su 27 ai liberi non lo hanno fatto i dirigenti o gli allenatori, ma i giocatori, e a furia di contestare, se i risultati non arriveranno, qualcuno si potrebbe stancare e allora i guai sarebbero seri.

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