        Non che oggi non sia pi&ugrave; cos&igrave;, ma negli anni &rsquo;60 le attrattive, i giochi, i passatempo erano sicuramente meno: la collezione delle figurine Panini era il massimo a cui un bambino, un ragazzo, ma anche un uomo, appassionato di calcio, potesse aspirare. Tra tutte queste istantanee, una in particolare &egrave; diventata mito: la numero uno della raccolta 1963-64. Quella che assegnava il posto a un vero numero uno, perch&eacute; questo &egrave; stato Pier Luigi Pizzaballa. Un portiere affidabile per pi&ugrave; di 300 gare in carriera, divise tra Roma, Verona Milan, ma soprattutto Atalanta, la sua Atalanta, la squadra del cuore con cui ha iniziato e finito di giocare.&nbsp;Bergamasco doc, uno che sognava in nerazzurro, e che rimarr&agrave; leggenda con quella maglia nera e quel colletto blu per sempre. Passato alla ribalta quasi pi&ugrave; per quella figurina introvabile che per ci&ograve; che ha dato sul campo. Per anni questo &egrave; stato un cruccio di Pizzaballa, una frustrazione che si &egrave; portato dietro per tanto tempo: &laquo;Non sono stato soltanto una figurina&raquo;. E ha ragione Pier Luigi perch&eacute; ha sempre dimostrato di essere calciatore vero, ma nel ricordo di molti, quando si parla di lui, viene alla mente quel &ldquo;Ti manca Pizzaballa&rdquo; ripetuto in continuazione da migliaia di collezionisti.  &nbsp;La Coppa Italia con la Dea Nato a Bergamo il 14 settembre 1939, in concomitanza con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si forma calcisticamente nel Verdello, passa all&rsquo;Atalanta e, appena diciannovenne, viene aggregato alla prima squadra nella stagione 1958-59 quando esordisce in Coppa Italia. La sua esplosione come calciatore avviene nello stesso periodo in cui il Paese vive il suo boom economico post bellico. L&rsquo;annata della svolta &egrave; per&ograve; quella 1962-63. Il portiere parte come riserva del titolare Zaccaria Cometti (l&rsquo;alternanza tra i due caratterizza quegli anni), viene schierato titolare per tutta la parte finale del campionato ed &egrave; lui a difendere i pali della porta nerazzurra nella semifinale e nella finale di Coppa Italia di quell&rsquo;anno. Grazie a una tripletta dello scatenato Angelo Domenghini, Pizzaballa vince il suo primo trofeo il 2 giugno 1963: una storica Coppa Italia, che rimane ancora oggi l&rsquo;unico trionfo nella storia dei bergamaschi. &Egrave; l&rsquo;anno che precede il misfatto della figurina che verr&agrave; stampata (in ritardo) raffigurando il volto serioso di Pier Luigi con quella coccarda troncata a met&agrave; dalla scritta nera con il contorno rosso: PIZZABALLA, ATALANTA-Serie A, la scritta che ogni appassionato sognava di leggere una volta aperto il proprio pacchetto di figurine. Il motivo del &ldquo;ritardo&rdquo; &egrave; semplice, &egrave; dovuto a un infortunio rimediato nel periodo in cui si scattano le foto per l&rsquo;album, per questo Pizzaballa non &egrave; presente agli allenamenti e non pu&ograve; fare la foto. La sua immagine viene messa in commercio nei mitici pacchetti con due mesi di ritardo.  Difese i pali dell'Hellas nella "Fatal Verona"&nbsp; Para per altri quattro anni a Bergamo, prima di giungere nella Capitale e difendere la causa giallorossa. Dopo il secondo successo nella coppa nazionale 1968-69, lascia Roma. Non pu&ograve; quindi avere un&rsquo;altra figurina con la coccarda ben cucita sul petto: quella del 1963-64 rimane un unicum. Difende poi la porta del Verona per quattro stagioni. &Egrave; lui l&rsquo;estremo difensore scaligero il 20 maggio 1973, nel giorno della &ldquo;Fatal Verona&rdquo; milanista, quando i rossoneri al Bentegodi lasciano uno scudetto, dopo un pirotecnico 5-3 in favore dei padroni di casa.  Il passaggio al Milan e il ritorno a Bergamo Resta quella la sua ultima apparizione in giallobl&ugrave; prima di essere ceduto, per uno scherzo del destino, proprio ai rossoneri. Dir&agrave; poi di quella partita che mentre le orecchie di tutta Italia erano concentrate sulla lotta scudetto tra Milan e Juve, lui pensava all&rsquo;Atalanta che lottava per non retrocedere, facendosi prestare la radiolina da un raccattapalle ogni qual volta il Verona saliva in attacco. I bergamaschi retrocessero e lui torn&ograve; vicino casa per fare il secondo prima a Cafaro e poi ad Albertosi. Dopo il Milan, il ritorno alle origini per poi chiudere la carriera a quarant&rsquo;anni con l&rsquo;Atalanta, perch&eacute; il suo primo (e unico) grande amore non lo ha mai dimenticato. Questo &egrave; Pier Luigi Pizzaballa, il &ldquo;portiere pi&ugrave; ricercato&rdquo; di sempre.        

<p>Bergamasco doc, &egrave; stato il portiere della storica Coppa Italia vinta dall'Atalanta. Difese i pali anche di Roma, Milan ed Hellas Verona</p>

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Pizzaballa e il mito di quella figurina introvabile