Conquistando il Pallone d&rsquo;Oro 2018 Luka Modric non ha soltanto chiuso, provvisoriamente il decennio dominato da Cristiano Ronaldo e Messi con 5 vittorie a testa, ma ha anche ridato centralit&agrave; alle nazionali in un calcio monopolizzato dai club e dalla dilagante Champions League che adesso (dal 2021) si &egrave; inventata di fatto le sue serie B e serie C. Certo, &egrave; stato il creatore di gioco di quattro Champions League vinte dal Real Madrid, ma in questo premio individuale non si &egrave; tenuto conto soltanto della sua carriera e della sua a volte drammatica vita ma soprattutto dell&rsquo;essere stato leader della Croazia andata vicina a diventare campione del mondo in Russia.  Il Cristiano Ronaldo del 2014 veniva s&igrave; dalla Decima vinta con il Real, ma anche da un Mondiale brasiliano tristissimo e da lui anche mal giocato, con il Portogallo asfaltato dalla Germania, pareggiante con gli Stati Uniti, vittorioso a fatica sul Ghana (agli africani l&rsquo;unico gol di CR7) e fuori quindi gi&agrave; nel girone. Cristiano Ronaldo aveva battuto un Messi che aveva portato l&rsquo;Argentina in finale, sia pure non da solo. Alla stella del Barcellona era andata meglio nel 2010, quando aveva vinto il secondo Pallone d&rsquo;Oro della sua carriera nonostante il Barcellona teoricamente pi&ugrave; forte dell&rsquo;era Guardiola, quello con Yaya Tour&eacute; e soprattutto Ibrahimovic, fosse arrivato &lsquo;solo&rsquo; fino alle semifinali di Champions League, battuto dall&rsquo;Inter del Triplete. E al Mondiale sudafricano l&rsquo;Argentina allenata (si fa per dire, ma Sampaoli lo ha rivalutato) da Maradona dopo un buon inizio fu triturata 4-0 nei quarti di finale dalla Germania. Come Messi abbia potuto vincere quel Pallone d&rsquo;Oro davanti a Iniesta, anima del Barcellona non meno di lui e in pi&ugrave; campione del mondo con la Spagna (con tanto di gol della vittoria in finale sull&rsquo;Olanda) rimane uno dei misteri di questo premio.  Per trovare un Pallone d&rsquo;Oro decretato da Mondiale bisogna andare al Fabio Cannavaro 2006, capitano dell&rsquo;Italia campione del mondo di Lippi in Germania, che con la Juventus in Champions League era arrivato ai quarti di finale. Qui la stranezza non &egrave; stata il passaporto del premiato, ma il fatto che il premio non sia andato a Buffon: paradossalmente un difesa azzurra troppo forte (due soli gol subiti in sette partite, un&rsquo;autorete e un rigore) aveva impedito al portiere di mettersi troppo in luce. E tornando ancora pi&ugrave; indietro (Ronaldo 2002, Zidane 1998, Soichkov 1994, Matthaus 1990) si trovano solo Palloni d&rsquo;Oro decretati da un Mondiale vinto o quasi vinto. Per questo Modric &egrave; un po&rsquo; un ritorno al passato, a un&rsquo;epoca in cui il fuoriclasse non poteva prescindere dalla propria nazionale. 

<p>Vincendo il Pallone d&#39;Oro 2018 il fuoriclasse croato ha interrotto il decennale dominio di Cristiano Ronaldo e Messi, che erano stati capaci di far dimenticare anche i fallimenti di Portogallo e Argentina nel torneo pi&ugrave; importante di tutti...</p> 

Il premio Mondiale di Modric

La notizia non &egrave; che Luka Modric abbia vinto il premio FIFA come miglior giocatore del mondo nel 2018: protagonista nel Real Madrid con cui ha vinto la quarta Champions League in cinque anni, trascinatore della Croazia a una storica (ma non incredibile, vista la qualit&agrave; della rosa) finale mondiale, continuo ad alto livello nel corso degli anni. La notizia &egrave; che Lionel Messi sia arrivato quinto nelle votazioni che per la prima volta dal 2007 (!), quando vinse Kak&agrave; fresco di Champions con il Milan, hanno eletto un giocatore al di fuori del duopolio fra lui e Cristiano Ronaldo. Non &egrave; un caso che n&eacute; l&rsquo;argentino n&eacute; CR7 non si siano presentati alla cerimonia di consegna dei premi, a Londra, dimostrando scarsa sportivit&agrave; ma soprattutto scarso rispetto per gli altri calciatori.  Modric ha ricevuto il 29% dei voti, finendo davanti a Cristiano Ronaldo (19), Salah (11,2), Mbapp&eacute; (10) e Messi (9). Lo stesso podio del premio UEFA (anche l&igrave; con CR7 a casa stizzito), lo stesso vincitore del Golden Ball come miglior giocatore del Mondiale. Premio alla Croazia, certo, ma meno di quanto nel 2006 quello a Cannavaro fosse un premio all&rsquo;Italia. Allenatore dell&rsquo;anno, anzi pi&ugrave; correttamente del 2017-18, &egrave; stato eletto Deschamps, mentre il miglior portiere del mondo &egrave; risultato Courtois, pi&ugrave; per le semifinali mondiali con il Belgio che per la stagione con il Chelsea. L&#39;ipotetica &lsquo;formazione del mondo&rsquo; 2017-2018 &egrave; quindi secondo la FIFA la seguente, schierabile con un 4-2-3-1: De Gea, Dani Alves, Sergio Ramos, Varane, Marcelo, Modric, Kante, Hazard, Messi, Mbapp&eacute;, Cristiano Ronaldo. Avendo cinque di questi giocatori in squadra, parliamo ovviamente del Real Madrid, vincere &egrave; un po&rsquo; pi&ugrave; facile.  Bisogna ricordare che l&rsquo;assegnazione dei premi non la decide Infantino, ma i commissari tecnici delle nazionali, i capitani sempre delle nazionali, i giornalisti e il pubblico. Ognuna di queste componenti ha un peso del 25% e sar&agrave; quindi interessante fare confronti con l&rsquo;assegnazione del Pallone d&rsquo;Oro, che nel 2016 si &egrave; staccato dal premio FIFA per tornare indipendente ed &egrave; sostanzialmente un premio solo giornalistico. Di certo questo sistema di voto &#39;ponderato&#39; del premio FIFA ha nel 2016 e nel 2017 premiato Cristiano Ronaldo e Messi (primo e secondo in entrambi gli anni), quindi non &egrave; certo stato concepito contro di loro ma solo per associare criteri sportivi a criteri di marketing. &Egrave; comunque, tolto il 25% del pubblico, quasi lo stesso sistema che nel 2010 incredibilmente non assegn&ograve; il premio ad Iniesta. Come a dire che chi segna i gol parte sempre favorito in questo tipo di gara e nessun sistema elettorale pu&ograve; fare qualcosa contro la superficialit&agrave; degli elettori. Per questo i premi a Modric valgono tantissimo. 

<p>Il capitano della Croazia ha vinto il premio FIFA per la stagione 2017-18, rompendo il decennale duopolio di Cristiano Ronaldo e Messi, arrivati secondo e quinto. La vera sconfitta dei due fuoriclasse &egrave; stata per&ograve; quella di non presentarsi alla premiazione, facendo una cattiva figura con i colleghi che dal 2008 li applaudivano...</p> 

Modric e quelli che non sanno perdere

Verdetto clamoroso da Lens: esce di scena la Croazia. La miglior squadra della fase a gironi abbandona la kermesse, cadendo ai supplementari contro il Portogallo, pagando carissimo una disattenzione finale, quando si &egrave; fatta colpire da un letale contropiede organizzato dall'undici di Fernando Santos, al contrario tra i pi&ugrave; opachi visti ai gruppi e ora seriamente candidati per un posto in finale. Brutta partita, quella andata in scena al Bollaert-Delelis, stadio che si congeda da Euro 2016: poche conclusioni nello specchio (addirittura nessuna nei novanta minuti), gioco stantio, ostilit&agrave; perennemente rinviate. Tutto il contrario di quel che ci si poteva attendere da due formazioni di grande qualit&agrave;. Quando ormai sembravano certi i rigori, ecco il minuto di follia in un match grigio: la Croazia prima va vicina al vantaggio con Kalinic, non riuscito a correggere in rete un cross di Perisic e subito dopo con lo stesso Perisic che di testa da due passi centra il palo. Dagli sviluppi della medesima azione, scaturisce il rapido capovolgimento di fronte che decide il match: Ronaldo recupera palla in difesa, vincendo un contrasto contro Strinic, serve velocemente Renato Sanches (uomo-partita Uefa), il quale offre palla a Nani, che d&rsquo;esterno vede ancora Ronaldo solo in area, ma anche poco lucido dopo la grande corsa; l&rsquo;asso del Real Madrid calcia addosso a Subasic, ma sul tap-in arriva il colpo vincente comodo comodo di Ricardo Quaresma. A tre minuti dal termine, il Portogallo si trova in vantaggio, capitalizzando la prima azione vera. La Croazia si tuffa in avanti, Subasic compreso, e spreca la palla del possibile 1-1 con Vida. Niente rigori, dunque: dopo 110&rsquo; di noia assoluta, &egrave; il Portogallo a prevalere e a prendersi un posto ai quarti di finale, dove se la vedr&agrave; con la Polonia. La Croazia perde una grossa occasione e non sfrutta il binomio del suo talento e di un tabellone tutto sommato agevole. L&rsquo;Europeo di Modric e compagni finisce qua.  I PI&Ugrave; E I MENO  + Domagoj Vida: ha una chance nei 90&rsquo;, ma soprattutto quella all&rsquo;ultimo secondo dei supplementari: il suo tiro, che ricorda molto quello di Baggio ai quarti di Francia &lsquo;98, esce di pochissimo dai pali di Rui Patricio. Non molla mai, tiene bene su Ronaldo. + Ivan Perisic: meriterebbe il &ldquo;meno&rdquo; solo per il look proposto (capelli con la bandiera a scacchi bianchi e rossi), ma in campo &egrave; ancora una volta una pedina fondamentale. Ricoder&agrave; a lungo quel palo preso al 114&rsquo;. Dalla possibile gioia alle lacrime nel giro di un pochi istanti. + Marko Pjaca: i dieci minuti finali al posto di un deludente Rakitic sono sufficienti per essere uno dei migliori del match. &Egrave; pericoloso ad ogni tocco di palla e cambia ritmo al match. Peccato che non lo vedremo pi&ugrave; in questo Euro. + Nani: questa volta non segna, ma l&rsquo;illuminante assist sul secondo palo per l&rsquo;accorrente Cristiano Ronaldo &egrave; suo. + Pepe: perfetto in marcatura su Mandzukic, va anche vicino al gol con un colpo di testa, terminato alto. + Renato Sanches: orchestra il contropiede finale. Centrocampista molto interessante. + William Carvalho: la Croazia rimane imbrigliata a met&agrave; campo, dove staziona il ventiquattrenne dello Sporting Lisbona. Prestazione di grande dinamismo, &egrave; l'unico ammonito della gara. - Ivan Strinic: perde una palla sanguinosa facendosela strappare da Ronaldo. Da quel contrasto perso, nasce il gol portoghese. Lento a tornare nella sua met&agrave; campo, osserva da posizione privilegiata il gol di Quaresma. - Ivan Rakitic: il peggiore in campo. Non gli riesce praticamente nulla di buono. Cacic lo toglie per gli ultimi minuti e Pjaca da subito l&rsquo;idea di essere pi&ugrave; in palla.  IL TABELLINO  Lens, 25 giugno Croazia-Portogallo 0-0, 0-1 dts 117&rsquo; Quaresma. Croazia (4-2-3-1): Subasic; Srna, Corluka (120&rsquo; Kramaric), Vida, Strinic; Modric, Badelj; Brozovic, Rakitic (110&rsquo; Pjaca), Perisic; Mandzukic (89&rsquo; N. Kalinic). In panchina: Vargic, L. Kalinic, Jedvaj, Schildenfeld, Coric, Kovacic, Rog, Vrsaljko, Cop. Ct: Cacic Portogallo (4-4-2): Rui Patricio; Cedric, Pepe, Jos&eacute; Fonte, Raphael Guerreiro; Joao Mario (88&rsquo; Quaresma), Adrien Silva (108&rsquo; Danilo Pereira), William Carvalho, Andr&eacute; Gomes (50&rsquo; Renato Sanches); Nani, Cristiano Ronaldo. In panchina: Lopes, Eduardo, Eliseu, Rafa, Vierinha, Bruno Alves, Moutinho, Ricardo Carvalho, Eder. Ct: Fernando Santos. Arbitro: Velasco Carballo (Spagna). Note: ammonito William Carvalho; recupero: 1&rsquo; pt, 3&rsquo; st, 1&rsquo; pts, 2&rsquo; sts. Uomo partita Uefa: Renato Sanches.  Giovanni Del Bianco @g_delbianco

Euro 2016, Croazia-Portogallo 0-0, 0-1 dts

Al Parco dei Principi di Parigi una Croazia molto convincente supera una Turchia piuttosto pigra e lo fa vincendo con un solo gol di scarto. Il risultato finale d&agrave; meno indicazioni sull&rsquo;effettivo andamento del match, che ha visto Modric e compagni dominare per tutto l&rsquo;arco della gara: prima del gol di Modric, i biancorossi erano andati vicini al bersaglio con Rakitic e Badelj e continueranno a presentarsi dalle parti di Babacan anche nella ripresa (traverse di Srna e Brozovic, un tap-in mancato dallo stesso Srna). Insomma: l'Europeo francese continua a proporre risultati equilibrati, ma in questo caso siamo di fronte a un punteggio bugiardo. La Turchia &egrave; stata poca cosa e si &egrave; limitata ad usare l&rsquo;arma dell'aggressivit&agrave;. Per il resto, l'undici dell&rsquo;Imperatore Terim si &egrave; limitato a un colpo di testa di Ozan Tufan nel primo tempo, bloccato da Subasic. Dalla cintola in su, la Croazia ha tanta classe (non solo il match-winner Modric. Bene hanno fatto anche Badelj, Rakitic e le due ali Perisic e Brozovic, che dalle fasce hanno creato molti pericoli ai turchi) e pu&ograve; davvero diventare, come molti sostengono, una delle rivelazioni del torneo. Anche la difesa, reparto su cui c&rsquo;erano parecchi dubbi (la critica sostiene che la coppia Corluka-Vida sia poco affidabile e che l&rsquo;esclusione di Lovren sia un caso di autolesionismo), ha retto bene, aiutata nel suo compito dalla pochezza di una Turchia scesa in campo giusto per fare presenza. Per Cacic era importante partire con una vittoria, vista la presenza nel girone di due squadre ingombranti come Spagna e Repubblica Ceca. Nonostante la mole di gioco creata, c&rsquo;&egrave; voluto un guizzo da fuori di Luka Modric (con Babacan non esente da colpe), per risolvere l'incontro, ma per partire, va benone cos&igrave; e la Croazia potr&agrave; godersi lo scontro di domani tra le sue prossime avversarie, con il conforto dei tre punti. Per la Turchia la strada &egrave; gi&agrave; drammaticamente in salita.  I PI&Ugrave; E I MENO  + Luka Modric: il centrocampista del Real Madrid decide la partita con un destro al volo da venticinque metri. Un gesto tecnico difficile soprattutto, perch&eacute; arrivava in corsa. + Darijo Srna: il capitano croato, a dispetto dei suoi trentaquattro anni, ha una grande voglia di fare su e gi&ugrave; sulla fascia e per due volte va vicino al gol. Colpisce la traversa su punizione, poco dopo difetta di scarsa mira. + Milan Badelj: uno dei primi squilli della partita - un tiro potente ma centrale - &egrave; il suo. Poi torna alle sue mansioni vere e pensa a spezzettare il gioco avversario. - Volkan Babacan: il portiere si tuffa in ritardo sul colpo di Modric ed &egrave; colpevole di non abbassare il braccio. - Hakan Calhanoglu:&nbsp;il grande assente della partita. Dovrebbe accendere la luce e invece non incide affatto sul match. - Arda Turan: altro giocatore da cui era lecito attendersi qualcosa di pi&ugrave;. Terim decide di sostituirlo al 20' della ripresa.  IL TABELLINO  Parigi, 12 giugno Turchia-Croazia 0-1 41&rsquo; Modric. Turchia (4-3-3): Babacan; Gonul, Topal, Balta, Erkin; Tufan, Ianan, Ozyakup (46&rsquo; Sen); Calhanoglu, Tosun (69&rsquo; st Emre Mor), Arda Turan (65&rsquo; Burak Yilmaz). In panchina: Kivrak, Tekin, Kaya, Calik, Sahin, Sahan, Koybasi, Malli, Ozbrayrakli. Ct: Terim. Croazia (4-2-3-1): Subasic; Srna, Corluka, Vida, Strinic; Modric, Badelj; Brozovic, Rakitic (89&rsquo; Schildenfeld), Perisic (86&rsquo; Kramaric); Mandzukic (93&rsquo; Pjaca). In panchina: Vargic, L. Kalinic, Vrsaljko, Jedvaj, Kovacic, Rog, N. Kalinic, Coric. Ct: Cacic. Arbitro: Eriksson (Svezia). Note: ammoniti Tosun, Balta, Sen e Strinic; recupero: 2&rsquo; pt, 5&rsquo; st. Uomo partita Uefa: Modric.  Giovanni Del Bianco @g_delbianco

Euro 2016, Turchia-Croazia 0-1

La selezione in divisa a scacchi bianco-rossi &egrave; storicamente la &ldquo;regina&rdquo; delle compagini derivate dall'ex Jugoslavia. A parte Euro 2000 e Sudafrica 2010, non ha mai mancato una qualificazione ad un grande evento. A livello continentale ha raggiunto come miglior risultato i quarti di finale, nel 1996 e nel 2008. Il cammino nelle eliminatorie ha visto i croati combattere con l'Italia per la vittoria del girone, poi eventualmente concluso al secondo posto: l'ultimo periodo &egrave; stato per&ograve; complicato, con la federazione che ha dato il benservito a Niko Kova&#263; dopo il pari con Azerbaigian e la sconfitta in Norvegia. Per dare una scossa all'ambiente &egrave; stato chiamato Ante &#268;a&#269;i&#263;: una nomina controversa. La squadra, capitanata dal sempiterno Darijo Srna, fa leva sull'estro di individualit&agrave; quali Modri&#263;, Perisi&#263; (capocannoniere del girone H con 6 reti), Kovaci&#263; e Mand&#382;uki&#263;. Affronta l'Europeo da mina vagante.  La stella: Luka Modri&#263; Il cervello della Croazia &egrave; lui, centrocampista dai piedi raffinati che rappresenta il connettore cruciale tra difesa ed attacco. Cresciuto nel club della sua citt&agrave; natale, Zadar, e poi nella Dinamo Zagabria, si &egrave; fatto un nome in patria proprio con questo club. Un'ascesa formidabile, che lo ha inevitabilmente portato all'estero per migliorarsi e farsi notare anche a livello internazionale. Prima in Inghilterra nel Tottenham, dove super&ograve; fortunatamente alcuni equivoci legati alla sua posizione in campo. E poi, dal 2012, con il Real Madrid. Nella capitale spagnola si &egrave; rivelato fondamentale finora per la conquista di 5 trofei, tra cui la Champions League ed il Mondiale per club FIFA. Titolare della Croazia da ormai 10 anni, ha preso parte a due Mondiali ed altrettanti Europei. Ha fatto ricredere chi lo criticava ad inizio carriera reputandolo troppo &ldquo;leggero&rdquo;.    Il Commissario Tecnico: Ante &#268;a&#269;i&#263; (29.9.1953) Tecnico senza un passato da calciatore professionista, si &egrave; formato nella Facolt&agrave; di Educazione Fisica all'Universit&agrave; di Zagabria. Nella prima met&agrave; degli anni Novanta ha ottenuto una buona credibilit&agrave; nel calcio croato, guidando in breve tempo alla promozione in massima serie sia Dubrava che Inter Zapresi&#269;. Tra il 1994 ed il 1998 &egrave; stato nello staff tecnico dell'Under 21. Una parabola senza grandi picchi e trofei quella di &#268;a&#269;i&#263;, che negli ultimi anni ha rinvigorito un po' la sua carriera guidando Dinamo Zagabria e i campioni sloveni del Maribor. In seguito al licenziamento da parte di Niko Kova&#263; dopo gli ultimi risultati negativi della Nazionale, il 22 settembre 2015 &egrave; subentrato nel ruolo di selezionatore. Una nomina controversa, che ha portato a feroci polemiche. Ma i fatti finora sono dalla parte del C.T. : con 2 vittorie nelle ultime 2 gare contro Bulgaria e Malta ha accompagnato i croati a Euro 2016. Finora non ha ancora perso.  I nomi della rosa: PORTIERI: Ivan VARGI&#262; (15.3.1987, Rijeka), Lovre KALINI&#262; (3.4.1990, Hajduk Spalato), Danijel SUBA&Scaron;I&#262; (27.10.1984, Monaco - FRA).  DIFENSORI: &Scaron;ime VRSALJKO (10.1.1992, Sassuolo &ndash; ITA), Vedran &#262;ORLUKA (5.2.1986, Lokomotiv Mosca &ndash; RUS), Dejan LOVREN (5.7.1989, Liverpool &ndash; ING), Darijo SRNA (1.5.1982, Shakhtar Donetsk &ndash; UCR), Gordon SCHILDENFELD (18.3.1985, Dinamo Zagabria), Domagoj VIDA (29.4.1989, Dinamo Kiev &ndash; UCR), Marko LE&Scaron;KOVI&#262; (27.4.1991, Rijeka), Goran MILOVI&#262; (29.1.1989, Chongqing Lifan &ndash; CIN), Josip PIVARI&#262; (30.1.1989, Dinamo Zagabria), Danijel PRANJI&#262; (2.12.1981, Panathinaikos &ndash; GRE), Duje &#262;ALETA-CAR (17.9.1996, Red Bull Salisburgo &ndash; AUT), Jozo &Scaron;IMUNOVI&#262; (4.9.1994, Celtic &ndash; SCO), Marin LEOVAC (7.8.1988, PAOK Salonicco &ndash; GRE), Tin JEDVAJ (28.11.1995, Bayer Leverkusen &ndash; GER), Ivan TOME&#268;AK (7.12.1989, Dnipro &ndash; UCR), Hrvoje MILI&#262; (10.5.1989, Hajduk Spalato).  CENTROCAMPISTI: Ivan PERI&Scaron;I&#262; (2.2.1989, Inter &ndash; ITA), Mateo KOVA&#268;I&#262; (6.5.1994, Real Madrid &ndash; SPA), Luka MODRI&#262; (9.9.1985, Real Madrid &ndash; SPA), Marcelo BROZOVI&#262; (16.11.1992, Inter &ndash; ITA), Domagoj ANTOLI&#262; (30.6.1990, Dinamo Zagabria), Alen HALILOVI&#262; (18.6.1996, Sporting Gij&oacute;n &ndash; SPA), Milan BADELJ (25.2.1989, Fiorentina &ndash; ITA), Ivan RAKITI&#262; (10.3.1988, Barcellona &ndash; SPA), Ivan MO&#268;INI&#262; (30.4.1993, Rijeka), Mijo CAKTA&Scaron; (8.2.1992, Rubin Kazan &ndash; RUS), Mario &Scaron;ITUM (4.4.1992, Spezia &ndash; ITA), Mato JAJALO (25.5.1988, Palermo &ndash; ITA), Mario PA&Scaron;ALI&#262; (9.2.1995, Monaco &ndash; FRA), Anas SHARBINI (21.2.1987, Osmanl&#305;spor &ndash; TUR), Marko ROG (19.7.1995, Dinamo Zagabria).  ATTACCANTI: Mario MAND&#381;UKI&#262; (21.5.1986, Juventus &ndash; ITA), Nikola KALINI&#262; (5.1.1988, Fiorentina &ndash; ITA), Marko PJACA (6.5.1995, Dinamo Zagabria), Andrej KRAMARI&#262; (19.6.1991, Hoffenheim &ndash; GER), Duje &#268;OP (1.2.1990, M&aacute;laga &ndash; SPA), Ante REBI&#262; (21.9.1993, Verona &ndash; ITA), Ivica OLI&#262; (14.7.1979, Amburgo &ndash; GER), Nikica JELAVI&#262; (27.8.1985, Beijing Renhe - CIN).  Cos&igrave; nelle qualificazioni (Gruppo H: Italia 24, CROAZIA 20, Norvegia 19, Bulgaria 11, Azerbaigian 6, Malta 2): 9/9/2014, Zagabria, Croazia-Malta 2-0 (Modri&#263;, Kramari&#263;) 10/10/2014, Sofia, Bulgaria-Croazia 0-1 (Bodurov aut.) 13/10/2014, Osijek, Croazia-Azerbaigian 6-0 (Kramari&#263;, Peri&scaron;i&#263; 2, Brozovi&#263;, Modri&#263; rig. Sadygov aut.) 16/11/2014, Milano, Italia-Croazia 1-1 (Peri&scaron;i&#263;) 28/3/2015, Zagabria, Croazia-Norvegia 5-1 (Brozovi&#263;, Peri&scaron;i&#263;, Oli&#263;, Schildenfeld, Pranji&#263;) 12/6/2015, Spalato, Croazia-Italia 1-1 (Mand&#382;uki&#263;) 3/9/2015, Baku, Azerbaigian-Croazia 0-0 6/9/2015, Oslo, Norvegia-Croazia 2-0 10/10/2015, Zagabria, Croazia-Bulgaria 3-0 (Peri&scaron;i&#263;, Rakiti&#263;, Kalini&#263;) 13/10/2015, Ta' Qali, Malta-Croazia 0-1 (Peri&scaron;i&#263;)  Probabile formazione (4-2-3-1):&nbsp;Suba&scaron;i&#263; &ndash; Srna, &#262;orluka, Vida, Vrsaljko (Pivari&#263;) &ndash; Modri&#263;, Kova&#269;i&#263; &ndash; Brozovi&#263;, Rakiti&#263;, Peri&scaron;i&#263; - Mand&#382;uki&#263;.  Fase finale &ndash; Gruppo D 12/6, Parigi, Turchia-Croazia 17/6, Saint-&Egrave;tienne, Repubblica Ceca-Croazia 21/6, Bordeaux, Croazia-Spagna  Pronostico: quarti di finale ________________________________  Fabio Ornano

Euro 2016, la Croazia &egrave; una mina vagante

Antonio Conte ha scoperto che in Italia importa della Nazionale soltanto in occasione delle fasi finali di Mondiali e (nemmeno sempre) Europei? Lo ha fatto dopo l'inutile amichevole con l'Albania, ma soprattutto l'ha fatto dopo 25 anni di calcio vissuti da professionista e quasi sempre ai massimi livelli. Dire che nel calcio italiano di club si lavora poco non solo &egrave; infondato e autolesionista (la sua Juventus lavorava poco?), ma suona come una patetica giustificazione preventiva per fallimenti che non sono all'orizzonte ma che possono sempre materializzarsi. Contro la squadra ben allenata da De Biasi e Tramezzani i problemi dell'Italia B, per non dire C, dalla tante geo-convocazioni non sono sembrati certo fisici e nemmeno di atteggiamento (tutti hanno dato ci&ograve; che avevamo), quindi non &egrave; il caso di prenderla alla lontana attaccando i bambini attaccati alla Playstation o la scuola dove non si fa educazione fisica. Il problema &egrave; che la sua Nazionale ha finora giocato in maniera penosa, anche rapportandola al valore dei singoli. La scoperta che ha fatto Conte non &egrave; quindi lo scarso interesse per la Nazionale del sistema calcio, quello gi&agrave; lo conosceva benissimo, ma il fatto che in azzurro non ci siano media potenti e tifoserie numerose che coprano ogni errore. La facile previsione &egrave; che il Conte in versione piagnone lo vedremo per tutto il suo biennio azzurro.  Gi&agrave; che ci siamo: giocare all'estero toglie ogni protezione, come si &egrave; visto per Balotelli e a Genova anche per Criscito. Difficilmente il fustigatore di costumi Conte avrebbe trattato con questa sufficienza un Balotelli ancora milanista o interista, per non parlare di un Criscito ancora juventino.  Massimo Moratti sembra essere tornato padrone dell'Inter, ben oltre il poco meno del 30% delle azioni che ancora detiene. Mazzarri per il primo esonero in carriera ha voluto fare le cose in grande, essere licenziato in contemporanea da due presidenti non &egrave; mai riuscito ad alcuno. E starebbero per diventare tre, secondo le voci che vogliono Ernesto Pellegrini intenzionato a rientrare con una quota di minoranza, alleggerendo Thohir di una piccola percentuale delle sue azioni. Nella nostra modestia, di questa intenzione del 74enne Pellegrini avevamo scritto sei mesi fa (siamo obbligati a farci i complimenti da soli, visto che democraticamente pubblichiamo quasi soltanto insulti di chi ha come fonte l'amico che gioca al videopoker) proprio sul Guerino. Solo una intenzione, che rimane per&ograve; viva attraverso rapporti molto cordiali con Thohir e molto formali con Moratti.  Luka Modric star&agrave; fuori minimo 3 mesi per l'infortunio al retto femorale sinistro contro l'Italia, sabato sera. Tempi di recupero simili anche per il campione del mondo Philipp Lahm che invece si &egrave; fratturato la caviglia destra non nella nazionale tedesca, a cui ha dato l'addio dopo oltre un decennio di onorato servizio, ma in un blando allenamento con i resti del Bayern. Conclusione: si pu&ograve; dimostrare qualsiasi tesi, soprattutto nel calcio. L'importante &egrave; farlo con la propria testa.  Twitter @StefanoOlivari

6 risultati per 'Modric'

Il premio Mondiale di Modric

Modric e quelli che non sanno perdere

Euro 2016, Croazia-Portogallo 0-0, 0-1 dts

Euro 2016, Turchia-Croazia 0-1

Euro 2016, la Croazia è una mina vagante

Conte fra scoperte e lacrime