31 gennaio 1982, Stadio Olimpico. È il minuto 56 di Roma-Cesena, quando a bordocampo un ragazzino di 17 anni con una folta chioma si appresta a fare il suo ingresso sul terreno di gioco. Entra al posto di Scarnecchia ed è chiamato a sopperire alle assenze a centrocampo di Ancelotti, Giovannelli e Di Bartolomei.
Un esordio sfortunato
Non può esserci esordio più romanista per un ragazzo romano di fede giallorossa, destinato nelle successive quattordici stagioni a diventare numero 10 e capitano: la Roma perde 0-1 una partita dominata in cui sciupa una miriade di occasioni, con un gol a 4’ dalla fine di un altro romano e romanista, Antonio Genzano, a segno per la prima e unica volta in Serie A. Rete che tra l’altro scaturisce da un’incomprensione tra Paulo Roberto Falcao e lo stesso Giannini. Insomma, non un esordio memorabile.
Giannini e la Roma
La stagione 1981-82, situata in mezzo a quella del famoso “go’ de Turone” e a quella dello Scudetto, è anch’essa anonima per la Roma, come più o meno tutte le stagioni in cui hanno esordito i grandi campioni della storia giallorossa. Giannini ottiene solo un assaggio della massima serie, dato che entrerà in pianta stabile nella rosa solo a partire dall’annata 1984-85. Il resto è storia: 75 gol in 437 presenze e tre Coppe Italia vinte. Il più grande rimpianto, la Coppa Uefa che avrebbe potuto sollevare contro l’Inter davanti ad un Olimpico gremito, al termine di un’eroica cavalcata, ma che il gol di Rizzitelli nei minuti finali non basterà a conquistare. Oppure il non aver chiuso la carriera con la maglia della Roma, a causa dei dissidi con il presidente Franco Sensi. Una storia d’amore non a lieto fine ma, come direbbe Gabriel García Márquez, da far sorridere perché è accaduta.