Il calcio è pieno di sliding doors, di porte scorrevoli: un giorno sei titolare nel settore giovanile in una grande squadra, il giorno dopo diventi un prospetto mandato a farsi le ossa e poi mai più richiamato alla base. A Fabrizio Cammarata è successo esattamente questo: compagno di reparto di Alessandro Del Piero nella Primavera della Juventus, attaccante "di categoria" per il resto della carriera, trascorsa tra medio-bassa Serie A e tanta Serie B.
Cammarata, Verona nel cuore
Anno di grazia 1994, Cammarata ha 18 anni ed è il prototipo dell'attaccante promettente. Scoperto dalla Juventus in un torneo in Sardegna, titolare nella florida Primavera bianconera, è il centravanti di una squadra che può contare anche su Alessandro Del Piero. Quest'ultimo ha già esordito in prima squadra, ma è scontato che presto debba toccare al siciliano, anche qua prototipo della "storia da Juve", dal sud Italia alla Signora per fare il salto nell'élite. Torneo di Viareggio e Campionato Primavera sono il passaporto, in teoria, verso il paradiso, in bianconero. Tuttavia la Juventus decide che no, Cammarata non è ancora pronto e allora lo cede. Pronti via e va a Verona, in B, dove realizza subito 11 gol in un campionato di livello altissimo. Ne aggiunge altri 7 l'anno successivo, quando l'Hellas guadagna di nuovo la A, in cui debutta nel 1996 senza realizzare gol. Due prestiti a Torino e Pescara prima del ritorno in Veneto e un'altra promozione a suon di gol (15) trascina i gialloblù di nuovo tra i grandi.
Quella doppietta... alla Juventus
Cammarata sotto la gestione di Cesare Prandelli, a proposito di juventini, diventa un pilastro dell'Hellas. Attaccante completo, forse un po' leggerino per la Serie A, ma rapido e guizzante, nel campionato 1999-2000 trova il suo momento di gloria proprio contro i bianconeri, in una stagione che per la Signora da trionfale diventa da incubo, con lo scudetto perso all'ultima giornata e vinto dalla Lazio. Uno dei risultati più clamorosi, uno di quelli che cambia l'annata per la Juventus, è il 30 aprile quando al Bentegodi il Verona vince 2-0 grazie proprio a una doppietta di Cammarata, che coglie anche un palo. Due gol diversi tra loro, da rapace di area di rigore e in contropiede al volo su cross dalla sinistra. Esultanza "alla Montella", come va di moda in quel periodo, mimando il gesto dell'aeroplanino. "Ho provato una grande emozione, ma senza voglia di rivalsa", spiega Fabrizio, che in quel campionato segna una doppietta anche al Torino, la squadra che per prima si era interessata a lui da ragazzino.
Un grande Verona, quello, e un grande Cammarata, che viene acquistato a peso d'oro dal Cagliari in Serie B. Sono ben 15 i miliardi (di lire) sborsati dal presidente Cellino, ma in Sardegna non ripeterà gli stessi numeri dell'Hellas. O meglio, se l'attacco ingrana, è la difesa a fare cilecca. Niente promozione per il Cagliari, per Fabrizio inizia una serie di peregrinazioni soprattutto in B, prima di scendere sempre più di categoria, sempre a suon di gol. Ma quella doppietta contro la Juventus, la squadra che l'aveva fatto sbocciare, rimarrà sempre nella piccola storia della Serie A.