Un pilota capace di fare la differenza grazie alla freddezza e al proprio talento di guida. Così Oscar Piastri (McLaren) è riuscito a conquistare la pole position del Gp del Made in Italy e dell’Emilia Romagna (settima prova del Mondiale 2025 di Formula 1) riuscendo a precedere di soli 34 millesimi la Red Bull di Max Verstappen e di 137 millesimi la Mercedes di George Russell.
Una pole, quella di Piastri (la terza stagionale dopo quelle conseguite in Cina e in Bahrain) in cui è risultata essere fondamentale la perfetta simbiosi del giovane pilota australiano con la propria monoposto, con la MCL39 che anche a Imola si è confermata essere la monoposto da battere grazie a una buona gestione della nuova gomma C6 (al debutto ad Imola, ed apparsa poco adatta al circuito del Santerno in quanto tendente a un eccessivo surriscaldamento della mescola stessa nel corso del giro lanciato). Se nel primo settore Piastri paga un distacco di circa due decimi nei confronti di Verstappen per via dell’assetto troppo carico che frena in allungo la MCL39, nel secondo così come nel terzo settore il giovane pilota australiano riesce a fare la differenza nei confronti del campione olandese della Red Bull potendo contare su una monoposto apparsa molto stabile e dotata di una eccellente trazione, ottenendo così una pole position (1’14”670), piuttosto importante su una pista dove superare (per via della carreggiata più stretta) non è per niente facile.
Intervistato al termine delle qualifiche da Davide Valsecchi, Piastri non ha nascosto come quella odierna sia stata una sessione di qualifica piuttosto dura non solo per via dei vari incidenti ma anche per le gomme, che si sono rivelate essere più difficili da comprendere rispetto a quanto emerso nella giornata di venerdì, aggiungendo che la macchina era in una buona finestra per farle funzionare correttamente e che per fortuna ha trovato un assetto che si è rivelato essere piuttosto efficace sul giro secco. Piastri si è poi soffermato sull’ultimo run in Q3 (rivelatosi poi decisivo per la pole) sostenendo di aver trovato quattro macchine all’ultima curva (la Rivazza) che non lo hanno certamente aiutato, ma per fortuna è andata bene, concludendo di essere soddisfatto per il lavoro svolto e che a questo punto sarà necessario concretizzare il tutto in gara.
Restando all'interno del team di Woking, se Piastri festeggia con merito la terza pole position stagionale (con tanto di ruotino consegnato da Gianni Morandi) confermando così la sua grande forza all’interno della squadra, il suo compagno di squadra Lando Norris è apparso maggiormente in difficoltà chiudendo le qualifiche in quarta posizione. A fare la differenza tra i due piloti McLaren è stata la gestione della gomma C6, con Piastri abile a far funzionare molto bene la mescola più morbida portata da Pirelli nonostante la scarsa finestra di esercizio della nuova mescola, mentre Norris ha accusato maggiori difficoltà, emergendo bene nel secondo e sopratutto nel terzo settore, ma facendo più fatica rispetto al compagno di squadra a far funzionare la gomma nel primo settore. Intervistato al termine delle qualifiche da Mara Sangiorgio (Sky), il pilota inglese ha dichiarato di non esser stato abbastanza veloce nel Q3, e che partendo dal quarto posto con davanti Oscar e Max diventa molto difficile pensare a come ricostruire la gara, sopratutto su questo circuito.
Se il quattro volte campione del mondo olandese proverà dalla prima fila ad insidiare i sogni di vittoria della McLaren e di Oscar Piastri, il box Red Bull deve registrare l’eliminazione in Q1 di Yuki Tsunoda, protagonista di un bruttissimo incidente andato in scena nei primissimi minuti delle qualifiche, e derivato da un’errore del pilota giapponese, che, dopo aver aggredito troppo il cordolo interno della Variante intitolata a Gilles Villeneuve, finisce con il perdere il controllo della macchina, andando ad impattare contro le barriere dopo essersi anche cappottata.
Per fortuna Tsunoda è uscito illeso dalla propria monoposto (superando anche la visita al centro medico), ma il pilota giapponese intervistato dai vari media una volta tornato nel paddock non ha esitato a prendersela con se stesso, affermando di essere stato davvero stupido ad aver spinto così tanto nelle prime fasi delle qualifiche, non nascondendo di aver provato dopo l’incidente molta vergogna, frustrazione oltre che una profonda delusione, e che non avendo al momento ancora parlato con i meccanici non poteva che chiedere loro scusa. Su un circuito dove superare non è per niente facile, si prospetta per Tsunoda (che partirà inevitabilmente dal fondo dello schieramento) una gara complicatissima.
In terza posizione (alle spalle della McLaren di Piastri e della Red Bull di Verstappen) troviamo la Mercedes di George Russell, al termine di una qualifica che al pari della FP3 odierna ha visto la W16 faticare a sorpresa molto nell’aggredire i cordoli, dopo che nelle due sessioni di prove libere del venerdì si era molto ben comportata. Fondamentale per poter cogliere il terzo posto (e di conseguenza la seconda fila) è stata la decisione di montare nell’ultimo run del Q3 un set di gomme medie invece della gomma soft, ispirandosi a quanto già fatto con successo sia in Q1 che in Q2 dall’Aston Martin. Una scelta che (complice anche la buona incisività di Russell sul giro secco) ha portato il pilota inglese a cogliere una buona performance, in una qualifica che invece ha visto il compagno di squadra Andrea Kimi Antonelli mancare nella gara di casa l’accesso in Q3, venendo eliminato in Q2 con il tredicesimo tempo. Dove il 18enne pilota bolognese ha fatto più fatica rispetto a Russell è stato senza ombra di dubbio nel trovare la giusta finestra di esercizio con la gomma C6 (già di per se caratterizzata a Imola da una finestra di esercizio più esigua rispetto alla C5) e nella sua gestione. Al termine delle qualifiche Antonelli ha ammesso che anche rispetto alla FP3 (dove aveva chiuso in quarta posizione) non sentiva fiducia nella macchina, al punto da non riuscire né a guadagnare sugli avversari, né tanto meno a migliorare la propria performance cronometrica, non nascondendo che nella gara di casa sperava di fare molto meglio.
Tra le sorprese delle qualifiche del Gp del Made in Italy e dell’Emilia Romagna non possiamo non citare l’Aston Martin (quinta con Fernando Alonso e ottava con Lance Stroll), che a Imola ha portato un pacchetto piuttosto corposo di novità, riguardanti in particolare il nuovo fondo (con il diffusore riprogettato ex novo), la nuova conformazione dei canali Venturi, un nuovo cofano motore e infine una filosofia inedita nella zona delle pance, riprogettate per reindirizzare la maggior quantità di flusso d’aria possibile verso il retrotreno.
Indipendentemente dalle novità, l’Aston Martin si è dimostrata essere molto versatile sotto il profilo delle gomme, e ha avuto il grande merito di aver intuito per prima la grande potenzialità della gomma media sul giro secco, alla luce del surriscaldamento della neonata mescola C6, lungo le curve del circuito intitolato ad Enzo e Dino Ferrari, già emerso nel corso della FP3 odierna. Ciò ha quindi portato Fernando Alonso e Lance Stroll dopo un primo run effettuato con gomma soft ad utilizzare la gomma media nel run decisivo di Q1, Q2 e Q3, andando così a risalire in classifica sotto il profilo prestazionale, e conquistando trovando un doppio accesso in Q3 che mancava ormai da diverso tempo.
A sandwich tra le Aston Martin troviamo in sesta e settima posizione la Williams con Carlos Sainz Jr (staccato di un solo millesimo dal connazionale Alonso) davanti ad Alexander Albon: la FW47 si è dimostrata piuttosto performante ad Imola confermando così la crescita già intravvista nelle precedenti gare, con il pilota spagnolo che sembra essersi ambientato all’interno della scuderia di Grove.
Non c’è dubbio, però, sul fatto che la delusione maggiore proveniente da Imola sia ad opera della Ferrari, qualificatasi a sorpresa in undicesima posizione con Charles Leclerc e in dodicesima con Lewis Hamilton. Mai nella storia della Rossa era successo che entrambe le monoposto fossero fuori dalla top ten sul giro secco a Imola. Al netto delle difficoltà della scuderia di Maranello a mandare in temperatura la gomma durante il giro secco (che diventano a sua volta ancora più critiche con una mescola come la C6 che a Imola ha evidenziato una ridottissima finestra di esercizio), dove la Ferrari è proprio mancata è stata sotto il profilo della prestazione, rivelatasi essere purtroppo piuttosto esigua, e derivante dagli ormai noti limiti sul retrotreno (e in particolare legati alla sospensione posteriore) che purtroppo continuano a caratterizzare la prima parte di campionato della SF-25. Emblematico in tal senso il comportamento della macchina tra la Variante del Tamburello (curva 2-4) e la Variante Villeneuve, con la SF-25 che aggredisce i cordoli ricadendo poi molto pesantemente sull’asfalto scomponendosi e rendendo molto difficoltoso il controllo del posteriore (a differenza della SF-24 della passata stagione, che aveva nella trazione e nel suo aggredire i cordoli il suo punto di forza, risultato poi fondamentale nella vittoria di Monaco) e portando sia Leclerc che Hamilton ad accumulare già mezzo secondo nei confronti dei principali avversari.
Nel momento più duro da inizio stagione ad oggi per la Ferrari, Charles Leclerc non ha esitato a metterci la faccia, scusandosi durante l’intervista effettuata da Mara Sangiorgio (Sky) direttamente con i tifosi, sottolineando quanto faccia male quando c’è tanta passione intorno alla squadra e non riuscire a passare neanche il Q2, aggiungendo quanto non sia accettabile un livello simile di performance e che la squadra debba reagire.
Anche Hamilton non ha nascosto di essere a dir poco devastato dal fatto di non essere riuscito a portare la sua monoposto in Q3, in quanto la macchina sembrava aver fatto nel corso del weekend molti passi avanti, i freni andavano meglio, il bilanciamento era buono, il primo tentativo con gomme usate in Q2 era stato accettabile, ma poi, una volta montato il set di gomme nuove nel secondo run del Q2 il grip era sparito e non è più stato in grado di migliorare, a differenza degli altri. Guardando alla gara, secondo Hamilton sarà molto complicato risalire, a maggior ragione una volta eventualmente entrati in top 10.
Si prospetta, dunque, per la Ferrari una gara molto complicata ad Imola, ma aldilà di quello che succederà in gara, la sensazione che emerge dalle qualifiche odierne è di una squadra confusa, che sembra fare fatica a trovare una direzione precisa da percorrere, e questo elemento se vogliamo è emerso una volta di più nelle interviste: se come detto sopra Leclerc ha sottolineato una volta di più la mancanza di potenziale nella monoposto sostenendo una volta di più l’importanza dei dovuti aggiornamenti, il Team Principal Frederic Vasseur ha ribadito ancora una volta il mantra del potenziale non espresso dalla monoposto (che in caso di corretta attuazione sarebbe comunque stato da quinto-sesto posto), affermando che che eventuali aggiornamenti porterebbero qualcosa quantificabile in decimi o comunque centesimi di secondo, ma mai un mezzo secondo.
L’augurio è che quanto prima la Ferrari riesca a trovare seriamente una soluzione agli evidenti limiti tecnici di una monoposto (che frenano non poco il talento di due piloti di grande valore quali Hamilton e Leclerc, pesantemente penalizzati dal comportamento della SF-25), in modo da poter tornare a far emozionare i suoi tifosi, che anche in una giornata così complicata non hanno mancato di far sentire il proprio supporto alla squadra.