Una svolta storica. Nei giorni in cui Lewis Hamilton comincia a scoprire cosa voglia dire essere pilota Ferrari e a scendere in pista al volante della SF-23 per prendere confidenza con la nuova squadra, è la Haas a far parlare di se, non solo confermando nelle sue fila Kevin Magnussen (seppur come terzo pilota, mansione che svolgerà alternandola agli impegni con il WEC nella serie Hypercar così come nell’IMSA, in entrambi i casi assieme a BMW), ma sopratutto promuovendo la 33enne Laura Müller, che da quest’anno diventerà ingegnere di pista di Esteban Ocon, andando così a spezzare un tabù in una serie che per molti anni è stata tacciata di essere rigorosamente maschilista, e che solamente nelle ultime stagioni sta apprezzando il valore delle donne in ruoli tradizionalmente maschili. Se sotto questo aspetto la vittoria di Sergio Perez a Monaco aveva fatto salire agli onori della cronaca il talento della stratega Red Bull Hanne Schmitz, la Haas va oltre con la nomina riservata alla Müller, che diventa così la prima donna nella storia della Formula 1 a ricoprire una figura di prestigio come quella dell’ingegnere di pista, abituata a confrontarsi a stretto contatto con il pilota di cui si occupa per quanto concerne le prestazioni, l’assetto così come anche il modo in cui gestire al meglio la propria monoposto.
Entrata in Haas nel 2022 lavorando nel reparto simulatore e successivamente avanzata di ruolo diventando Performance Engineer, Laura Müller viene così ulteriormente promossa nel ruolo di ingegnere di pista al pari di Ronan O’Hare, anch’egli promosso da Perfomance Engineer a ingegnere di pista, e che avrà il compito di seguire la monoposto di Oliver Bearman in una fase di profondo rinnovamento del team americano.
Nel descrivere Laura Müller in un'intervista rilasciata a Motorsport.com (ripresa anche dal sito ufficiale della Formula 1), il Team Principal Haas Ayao Komatsu ha tenuto a precisare che la sua promozione non è dovuta al fatto di essere una donna quanto alla sua capacità di saper risolvere prontamente e brillantemente i problemi che le si possono porre, aggiungendo che la Müller è la persona giusta da affiancare ad Esteban Ocon.
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"È un personaggio piuttosto determinato. E poi è molto laboriosa. La sua etica del lavoro è molto, molto buona. Sarà l'ingegnere di gara di Esteban. In termini di personalità, anche Esteban è un personaggio piuttosto determinato. Quindi, sotto questo punto di vista, penso saranno entrambi una forza trainante, e che la loro personalità si adatti abbastanza bene. E poi ciò in cui è davvero brava è che, quando vede un problema, scava a fondo e non si ferma alla prima risposta. Alcune persone, quando trovano la risposta, la prima risposta, si fermano lì. Pensano, "Oh, fantastico, ho trovato la soluzione, vai avanti”. Ha una buona etica del lavoro tale che quando trova la prima soluzione, sa che ci sono 10 cose, ora hai nuove domande a cui rispondere. La sua determinazione è ciò che mi impressiona di più.
Se guardi quante donne ingegnere abbiamo in ufficio, sono sicuramente più di prima. Ma non è che ho scelto Laura perché è donna. Non ci interessa [la] nazionalità, il genere, non importa davvero perché ciò che conta è il lavoro. Come puoi inserirti nel team, come puoi massimizzare le prestazioni. Credo che sia la scelta giusta".
Laura Müller non sarà la sola donna ad assumere un ruolo di rilievo in Haas: dalla Racing Bulls, infatti, arriverà nel prossimo mese di Marzo Carine Cridelich, la quale ricoprirà la mansione di capo delle strategie, ruolo già ricoperto nel team di Faenza.
Due nomine (quelle di Laura Müller e di Carine Cridelich) che se da una parte dovrebbero portare una ulteriore crescita qualitativa della Haas e a perfezionare alcune aree che (come ammesso dallo stesso Team Principal Komatsu) la scorsa stagione hanno presentato alcuni limiti, dall’altra ci dimostrano non solo come nel corso degli ultimi anni la Formula 1 si stia sempre più aprendo anche verso il mondo femminile andando a prendere sempre più in considerazione il talento e la bravura dei propri tecnici indipendentemente dal sesso di appartenenza, ma anche la crescita formativa e qualitativa delle donne in una F1 ritenuta in passato fin troppo maschilistica, e che ora invece manda quasi un messaggio alle future generazioni, esaltando l’idea di inclusione, tanto cara alla massima serie motoristica.