Gianluca Grassi
IL VINCOLO SPORTIVO: QUANDO SOCIETA' E COMITATI FANNO FINTA DI NON SAPERE Il vincolo sportivo, termini tornati di moda recentemente perchè portati alla ribalta nazionale da Damiano Tommasi, in nome dell’Aic. Un tema caldo, che merita sicuramente rispetto ed anche qualche intervento, visto che l’Italia è rimasto l’unico paese, insieme alla Grecia, ad avere questa normativa (ci sarà un motivo se nell’Europa che conta questo non c’è?) Partiamo dalla norma: una volta c’era il vincolo a vita, poi in seguito alle importanti novità legate alla sentenza Bosman, è stato invece introdotto un limite: quello dei 25 anni, età oltre la quale un calciatore dilettante può liberarsi con atto unilaterale dalla società di appartenenza e firmare un nuovo tesseramento con altra società; a dir la verità nel corso degli anni sono stati sottoscritti documenti e protocolli d’intesa (puntualmente disattesi) nei quali si ipotizzava la progressiva eliminazione assoluta di tale vincolo nel settore dilettantistico. A questo, chiaramente, arriva l’obiezione di Federazione, Comitato, Leghe Nazionali, obiezione che porta il nome dell’agognato art. 108 NOIF, l’articolo che permette in sostanza al calciatore di potersi svincolare al termine dell’anno calcistico. Peccato, però, che questo accordo deve essere bilaterale, ed è sovente il caso in cui la società, per fare un dispetto al calciatore che se ne va, per costringerlo a rimanere anche controvoglia, non firmi l’accordo o, nelle altre ipotesi, si renda disponibile a firmarlo in cambio di un qualcosa (atto chiaramente illegale). Vi siete mai imbattuti in una situazione del genere? Quelle in cui Tavecchio e gli altri sostengono che il vincolo non c’è e che i calciatori possono fare ciò che vogliono? Ecco, vi spieghiamo la prassi. Il calciatore, dilettante o di settore giovanile, si rivolge alla società per poter essere svincolato ed avere la famosa e tanto attesa liberatoria. Da qui iniziano i problemi: il primo riguardo l’appuntamento, procrastinato vita natural durante, da parte di chi deve firmare questo documento, poi i rinvii, le telefonate a vuoto, gli appuntamenti mancati fino a quando, in cambio della firma, arriva la richiesta (ci mancherebbe non in tutti i casi, ma spesso), di una somma da dare alla società che in questo modo si rende disponibile a firmare. Per quale motivo si fa finta di ignorare tutto questo? Perchè coloro che dovrebbero vigilare su questo, stare dalla parte dei calciatori, sono invece sempre e comunque dalla parte delle società? Perchè Leghe, Federazioni e Comitati non studiano un sistema che impedisca alla società sportive di tenere sotto scacco i calciatori e giovani, rei spesso solo di voler trovare una squadra più vicina a casa o che semplicemente gli dia la possibilità di giocare di più? Le punizioni, in realtà, ci sono ma come è prassi nell’ordinamento italiano non sempre appaiono come le più giuste. Il primo deterrente, ed invitiamo ogni genitore e calciatore a farlo, è quello di presentarvi all’appuntamento con un qualche dispositivo che permetta di registrare quanto vi viene chiesto. In Campania, infatti, un atleta aveva registrato la richiesti di denaro dal parte della società in cambio dello svincolo su un nastro. Dopo la denuncia alla Procura Federale è arriva la qualifica di 4 mesi e 700 € di multa al presidente, poi ridotti a 2 mesi e 500 €, non un granchè ma sicuramente un deterrente. Voi direte giustamente: ma perchè un genitore o un calciatore che vuole semplicemente cambiare squadra, si deve travestire da investigatore per poter veder riconosciuto un suo diritto? Perchè, cari miei, qui siamo in Italia, siamo nel paese in cui chi è nel giusto deve giustificarsi e chi trasgredisce la passa liscia. Siamo nel paese, soprattutto, dove chi è in posizioni di importanza vitale come presidenti di Leghe e Comitati, ogni giorno dovrebbe farsi garante dei diritti di coloro che muovono questo sport. Perchè, cari Presidenti, forse vi sfugge che senza questi attori, loro sì protagonisti, non esisterebbero Comitati, benemerenze, Tornei delle Regioni e quanto altro. Voi dovreste essere al servizio sei giovani calciatori, non far finta di niente di fatto legittimando, le società, a continuare a fare il bello ed il cattivo tempo. Fonte: footballscout24.it