Home

Calcio

Calcio Internazionale

Formula 1

Basket

Altri Sport

Personaggi

Guerin Sportivo

LIVE

L'Arabia e l'orgoglio di Conte

LEGGI TUTTO
© LAPRESSE
La terza Supercoppa del Napoli, i numeri fuori dal Birra Moretti, la figuraccia di Milan-Como

Il Napoli ha vinto a Riad la sua terza Supercoppa dopo quella del 1990 con Maradona e quella già in era De Laurentiis del 2014, con Benitez in panchina. La magia, per non dire casualità, del calcio ha fatto sì che il settimo trofeo dell'era De Laurentiis (la metà di quelli totali del Napoli) avvenisse in finale su quel Bologna che soltanto un mese e mezzo fa sembrava avere scritto la fine dell’era Conte al Napoli, dopo uno dei suoi clamorosi sfoghi fra il motivazionale e il ‘mani avanti’. Poco magico invece il contesto arabo, in uno stadio con tanti vuoti nonostante la capienza ridotta (26.000 spettatori), e con molti dei presenti, ufficialmente quasi 18.000 ma in realtà meno, che assomigliavano ai tifosi a pagamento (magari erano milanisti e interisti delusi, chissà) visti al Mondiale in Qatar. Il biglietto non l’hanno senz’altro pagato i tanti ospiti della Lega, da Baggio e Vieri fino ad autentici sconosciuti che si sono fatti una minivacanza gratis. Poi è sempre questione di alternative: se il mondo è pieno di paesi che possano mettere sul piatto 25 milioni di euro a edizione, più gli annessi e connessi, lo vedremo presto visto che delle prossime tre edizioni soltanto una, da contratto, dovrà essere in Arabia e certamente non sarà la prossima.

Un discorso sempre antipatico è quello sui nomi delle squadre e non riguarda gli stranieri, arabi o non arabi, che vorrebbero in campo Juventus, Inter e Milan, come è logico che sia anche se tutti, comprese le tre squadre citate, gonfiano a dismisura i numeri del tifo. La realtà è che Napoli-Bologna, cioè una partita fra due squadre che giocano un grande calcio e che rappresentano anche città importanti, è stata la finale meno televista di sempre, con 4 milioni scarsi di spettatori, quasi la metà rispetto al Milan-Inter dell'anno scorso, e uno share (19,7%) tragico se confrontato al passato. Parliamo di telespettatori italiani, ovviamente. Una cosa che va accettata, a meno far tornare il calcio italiano a quell’immenso Birra Moretti che è stato per oltre trent’anni (dal 1991 al 2022 soltanto due scudetti fuori dal solito giro).

La figuraccia fatta dalla Lega di Serie A con il clamoroso annullamento di Milan-Como a Perth, dopo tre mesi di tira e molla e Simonelli che si era esposto come non mai, è politicamente meno importante della questione di fondo: permettere ai grandi campionati, alla fine quei tre o quattro, di colonizzare il terzo mondo calcistico con le loro partite ufficiali non è nell’interesse dei paesi colonizzati, meno che mai del calcio in generale. Per questo che la confederazione asiatica si sia messa di traverso con richieste sempre meno accettabili (fra cui gli arbitri locali) e infine con minacce di cause, non stupisce. Semmai stupisce il via libera della federazione australiana, davvero senza senso: se un ragazzo del posto si abitua a vedere dal vivo,l almeno ogni tanto, Chelsea-Arsenal, come potrà appassionarsi a Perth Glory-Brisbane Roar? Poi, ci ripetiamo, visto il tipo di pubblico che inseguono le proprietà di Milan e Como (e di quasi tutti gli altri club, purtroppo), Milan-Como a Perth non sarebbe stato uno scandalo.

stefano@indiscreto.net