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Fiorentina con il senno di poi

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© LAPRESSE
Una retrocessione quasi incredibile, il miracolo di Gattuso e il calcio a quattro tempi

Il caso della Fiorentina, passata in due mesi da squadra con ambizioni europee a squadra da retrocessione, è il festival del senno di poi. Che poi è la fortuna di tutti quelli che vivono di calcio parlato: tutto ampiamente previsto, però dopo. Commisso fisicamente lontano dalla squadra, per motivi di salute? Non ci sembra che i proprietari di Inter, Milan, Roma, eccetera, siano più vicini ai loro giocatori rispetto a lui. Mercato sbagliato? In estate la Fiorentina è stata la quarta squadra della Serie A, dopo Como, Juventus e Inter, come spese nette per cartellini. Poi fra Piccoli, Sohm, Fazzini, eccetera, senza contare il riscatto (obbligato) di Fagioli e quello di Gudmundsson, probabilmente con il citato senno di poi nessuna di queste operazioni sarebbe stata fatta. Ma questi 'colpi' sono stati comunque fatti dalla squadra sesta in classifica, non da una neopromossa. In ogni caso il colpevole, di queste operazioni e della fuga di Palladino, cioè Pradé, è già lontano. Allora l’allenatore… Cosa si può dire di Stefano Pioli? Uno che tre anni fa ha vinto lo scudetto, una persona seria, uno che aveva già conosciuto perfettamente Firenze da giocatore e da allenatore. Un mese di Vanoli ha dimostrato che il problema non era lui. Quando le cose vanno male, tendono ad andare peggio e a trascinare verso il basso anche i migliori, basti pensare al De Gea di Reggio Emilia. Viene comunque impossibile pensare a una Fiorentina in B, anche se la rosa è di qualità inferiore a quella del 1992-93 che riuscì nell’impresa.

Dopo il sorteggio mondiale di Washington è bello sognare un quarto di finale contro l’Argentina, non costa niente anche se la qualificazione è ancora da conquistare contro Irlanda del Nord e Galles-Bosnia. Un eventuale girone decisamente facilissimo, con Canada e Qatar, più la Svizzera unico ostacolo per il primo posto che significherebbe una parte di tabellone con una delle terze dei sedicesimi di finale, il Portogallo negli ottavi e l’Argentina nei quarti. Un secondo posto significherebbe invece andare nella parte alta del tabellone e vedersela nei sedicesimi contro la seconda del rognoso girone A (una fra Messico, Corea del Sud e un’europea, forse la Repubblica Ceca), negli ottavi contro l’Olanda, e nei quarti contro Francia o Germania. Tutte queste congetture per arrivare al punto: in caso di sconfitta ai playoff Gattuso sarà esonerato già ad aprile, in caso di Mondiale l’unico ostacolo per il ritorno di Conte sulla panchina azzurra a partire da agosto sarebbe un percorso iridato pazzesco: una realistica uscita agli ottavi o un bel torneo con eliminazione ai quarti non salverebbero Gattuso, ma va detto che lui è il primo a saperlo e che in ogni caso questi mesi alla Nazionale rilanceranno la sua carriera.

Le novità che hanno cambiato, in certi casi stravolto, il calcio sono spesso entrate dalla porta di servizio, basti pensare alle cinque sostituzioni in era Covid diventate poi una regola che ha allargato il gap fra le grandi e le altre. E così sarà anche per la sosta a metà dei due tempi, che non è il cooling break già visto in passato ma una sosta a prescindere dalle condizioni climatiche: le partite del Mondiale saranno interrotte quindi al 22’ di ogni tempo, per la bellezza di tre minuti. Facile pensare che nel giro di un anno, soprattutto con la tendenza in atto (il grande ritorno dello sport in chiaro e quindi la fame si spazi pubblicitari), anche in Serie A possa funzionare così. Incomprensibile come ancora si non si parli di tempo effettivo, come se un cronometrista costasse di più del sistema VAR. 

stefano@indiscreto.net