La Serie A italiana è sempre meno italiana, se guardiamo il passaporto di chi ci gioca. Meno di 100 giocatori, 97 la cifra citata da Gravina nell'intervista al Corriere dello Sport che tanto ha fatto discutere, convocabili da Gattuso in Nazionale anche se è soltanto una notazione statistica visto che già dal trentesimo non parliamo di giocatori, con tutto il rispetto, da maglia azzurra. Ma il problema dell'Italia, intesa come nazionale, è davvero il basso numero di giocatori italiani in Serie A? Restando sul presente, cioè le rose a dicembre 2025, in Serie A ci sono 572 giocatori con contratto da professionista, dei quali 383 stranieri, comunitari o extracomunitari che siano. Gli italiani propriamente detti sono quindi 189 e non 97 come dice Gravina: il discorso di fondo non cambia, perché in Nazionale in teoria ci vanno soltanto i migliori, ma quello sul livello medio sì.
Entrando nel dettaglio, la squadra con meno italiani nella sua rosa professionistica è il Torino, che ne ha soltanto tre, Paleari, Biraghi e Casadei, seguito dal Lecce con 4, dal Verona con 5 e così via. Dall'altro lato la squadra che ne ha di più è il Cagliari, ben 19, seguito dalla Cremonese con 17 e dalla Fiorentina con 16. Più o meno a metà classifica tutti i grandi club, ma in generale la situazione può essere così sintetizzata: gli italiani in Serie A sono il 33% del totale, con una percentuale di minutaggio in campo molto simile (intorno al 35%). Se il discorso sulla Nazionale è sempre un po' forzato., tirato in ballo dopo una sconfitta (quindi nel 2021 andava tutto alla grande?) o un'eliminazione, altra cosa è quello identitario. Ai tifosi piace questa Serie A senza radici e con pochi personaggi, non vogliamo dire bandiere, in cui identificarsi? I dati di pubblico allo stadio dicono di sì, gli abbonamenti alle pay-tv dicono ni.
Facile il confronto con il mitico estero. La Premier League ha soltanto il 29,2% di giocatori inglesi, con un minutaggio di impiego del 32%. E il modello inglese? E le academy? E il calcio nelle scuole? Molto interessante è il caso Liga, con il 32,7% di spagnoli e il 57% di minutaggio: in altre parole il loro calciatore medio è più forte del nostro. in più molti stranieri sono giovani e non mestieranti. In Ligue 1 i francesi sono il 37,5%, con un impiego del 40, mentre fra i grandi campionati quello che ha più calciatori locali è la Bundesliga, con il 41,5% e il 44 di impiego. Nessuno comunque di drammaticamente lontano dalla situazione italiana. E quindi? I fallimenti sono di un gruppo di giocatori, di una allenatore, di un presidente, e discutere dei massimi sistemi è l'alibi già pronto per i prossimi.
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