Lamine Yamal non firmerà più autografi gratuiti e ha perfettamente ragione. La decisione della stella del Barcellona è legata al fatto che sta per sottoscrivere un contratto con un’azienda che si incaricherà di sfruttare commercialmente non la sua immagine ma proprio la sua firma, su foto, maglie e gadget vari. Una tendenza che riguarda i grandi di tanti sport (Tiger Woods, Tom Brady, eccetera) e che solo di recente si è allargata al calcio. Non tanto per l’avidità dei giocatori, anche se non c’è alcunché di male nello sfruttare il proprio nome, ma per un mercato dei memorabilia che negli ultimi tempi è letteralmente esploso e che a molti ex campioni fa maledire la generosità nello scambiarsi la maglia a fine partita con colleghi meno famosi che poi hanno monetizzato. E non parliamo nemmeno dei finti tifosi e dei finti amici… al di là dei luoghi comuni, i calciatori sono fin troppo educati con i loro stalker, spesso nascosti dietro a finte cause benefiche e finti bambini malati. Cercatori di maglie e di autografi che andrebbero presi a calci o trattati come ha fatto qualche mese fa Guardiola ("Ma che vita avete?"). Poi l’editoriale contro i divi antipatici e scostanti si può anche fare, ma il pretesto giusto non è l’autografo.
Tanti discorsi sul pericolo di non andare al Mondiale, l’Italia che non si può unire davanti ai maxischermi, i bambini che non potranno avere ricordi condivisi, eccetera, ma guai a rimandare una giornata di Serie A per far preparare meglio a Gattuso i quasi sicuri spareggi di fine marzo. Gravina è stato chiaro: nessuno spostamento della giornata prima del 26 marzo (ipotesi da lui definita ‘fantasiosa’) e possibilità di uno stage a Coverciano in febbraio. comunque soltanto con l'approvazione della Lega. Ricordando che il 26 marzo 2026 è un giovedì, significa che il c.t. dopo più di quattro mesi senza partite avrà soltanto tre giorni per preparare quella, speriamo quelle, della vita. La stessa identica situazione di Italia-Macedonia di giovedì 24 marzo 2022, con i campioni d’Europa allenati da Mancini e presidente della FIGC Gravina, con la giornata di campionato prima che non venne rimandata. Non è che qualche giorno in più di preparazione darebbe a Gattuso la certezza di battere il Galles, la Svezia o chi sarà: sarebbe però un segnale di vicinanza da parte del calcio italiano. Il Mondiale non è più quello di una volta e si vede.
L’inchiesta UEFA sui conti della Juventus 2022-2025, per la violazione del settlement agreement del 2022, è materia per gli amanti dello scudetto dei bilanci che mascherano (male) il loro tifo sostenendo tutto e il suo contrario in commercialistese. L'inchiesta non dovrebbe portare a sanzioni sportive ma quasi certamente a una megamulta, vedremo. Interessante è che sia quasi contemporanea al siluramento dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino, sostituito da Comolli. Se media e tifosi linciano gli allenatori, e più raramente qualche calciatore, dirigenti e proprietari dei club rimangono intoccabili. Al punto che nemmeno si discute se abbiamo fatto bene o male: di default fanno bene, salvo essere cacciati con varie formule (Scanavino “lascia l’incarico”). Ma quindi Scanavino ha fatto bene o male? La Juventus ha chiuso la stagione prima del suo arrivo con una perdita di 239 milioni, la prima con lui al comando, la 2022-23, con una di 124, quella dopo (senza Champions) con una di 199 e l’ultima, cioè qualla scorsa, a meno 58. Si può quindi dire che Scanavino abbia messo la faccia su una Juventus che ha invertito la tendenza di spese no limits dell’ultimo Agnelli, di cui rimane ancora qualche traccia (Vlahovic) senza fare disastri sul campo, anzi. E che anche sul piano sportivo, ad esempio con la penalizzazione di 10 punti due anni fa e l'esclusione dall'Europa, abbia dovuto gestire guai creati dai suoi predecessori. E allora perché il CEO non è più lui?
Saldo al vertice dell’Inter è invece Beppe Marotta, che da azionista neo-entusiasta per l’operazione San Siro ha preso bene gli zero titoli della stagione scorsa grazie a un bilancio da record: 567 milioni di ricavi e soprattutto il primo da tempo immemorabile. Ma ai tifosi importa di tutto questo? Non è una domanda retorica, magari c’è davvero qualcuno che preferisce i fondi americani a Moratti, Berlusconi, Sensi, per non dire gli Agnelli che nella Juventus recente hanno messo nella Juventus un miliardo vero, di pure ricapitalizzazioni, negli ultimi sei anni. Tornando all’Inter, è d’obbligo la citazione del dimenticato Simone Inzaghi, nel cui quadriennio l’Inter è stata la nona squadra italiana per investimenti sul mercato, dietro anche all’Atalanta. Rimane inspiegabile la sua auto-sepoltura in Arabia, quando per pochi milioni in meno avrebbe potuto raccogliere un cadavere eccellente di Premier League. Certo è che questo bilancio dell'Inter porta soprattutto la sua firma.
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