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Baldini e i federali, il modello Bundesliga e San Siro per Euro 2032

L’ufficialità del sessantasettenne Silvio Baldini alla guida dell’Under 21, nomina già commentata dal Guerin Sportivo nelle scorse settimane, è arrivata insieme alla riconferma di quasi tutti gli allenatori del settore giovanile della FIGC, dal vertice di Maurizio Viscidi, inamovibile da 15 anni, fino alla base e addirittura all’invenzione dell’inutilissima e impossibile, come criteri di selezione, Under 14. Qualcuno è stato spostato di casella (Nunziata torna all’Under 20 che aveva condotto al secondo posto nel Mondiale, Favo passa dall’Under 17 all’Under 18, con Franceschini che fa il percorso inverso, Pasqual da vice nell’Under 18 guiderà l’Under 16), qualcun altro (Bollini all’Under 19, Battisti all’Under 15) nemmeno quello, ma le facce sono sempre le stesse: non proprio tecnici contesi dai migliori settori giovanili, con buona pace della retorica su Coverciano e sui migliori allenatori del mondo che però, quando si dice la sfortuna, non hanno a disposizione Yamal. In ogni caso Baldini segna una discontinuità con il solito tran tran: è infatti il primo commissario tecnico nella storia di questa nazionale a non essere né un allenatore federale, come erano Vicini, Maldini e Gentile, né un allenatore di club fallito, visto che la sua carriera è stata buona. Una scelta motivazionale, alla Gattuso, più che un progetto. Però potrebbe funzionare, con le Olimpiadi come sogno.

Perché nessuno parla più del modello Bundesliga, fino a qualche anno fa argomento fisso per tutti gli esterofili? Domanda che ci può stare, visto che più di metà del calcio italiano che conta è oggi in mani straniere, mentre l’unico club della Bundesliga in questa situazione è il Lipsia, dell’austriaca Red Bull: e non è solo per la più volte citate regola del 50+1, che peraltro può avere deroghe per squadre aziendali, ma perché il calcio fa parte dell’identità di un paese. C’è chi ci tiene e chi no, punto. Nessuno parla più nemmeno della Serie A a 18 squadre, quindi con un mese in più di respiro per i calciatori: veniamo dal festival delle lamentele, in occasione del Mondiale per club, per partite contro il River Plate o il Real Madrid, mentre quelle contro Lecce e Pisa sono imprescindibili. Lo diciamo perché proprio l’altro giorno la DFL, la lega tedesca, ha detto no al passaggio a 20 squadre richiesto dalle televisioni.

Le recenti inchieste sull’edilizia a Milano non sono argomento da giornale sportivo, ma il futuro di San Siro invece sì. Come possono un sindaco e un’amministrazione in questa situazione procedere alla vendita del Meazza entro novembre, al di là del parere favorevole del TAR? Un TAR che però rimanda a ulteriori giudizi di merito, quindi aprendo la porta a uno scenario ai confini dell’assurdo, con lo stadio venduto a Inter e Milan che però un domani potrebbero anche doverlo restituire, ovviamente riprendendosi dal Comune di Milano i 197 milioni più gli interessi e magari anche una penale. Adesso la narrazione è arrivata a toccare Euro 2032, il torneo che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia visto che non è stata ritenuta (e più che altro non si ritiene) un paese della cilindrata di Germania e Francia. In sintesi si dice che la UEFA vorrebbe a Milano un nuovo stadio, proprio nuovo e non ristrutturato, ma è la stessa UEFA che ritiene San Siro il candidato numero 1 per la finale di Champions League 2027. 

stefano@indiscreto.net